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Comunità ebraica Torinese in visita al campo Rom per esprimere solidarietà

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1   Una delegazione della Comunità ebraica di Torino, con il rabbino capo Eliahu Birnbaum e il presidente Beppe Segre in prima fila si sono recati in visita al campo rom della Continassa, nella periferia di Torino, oggetto della furiosa violenza di poche settimane fa, quando l’imbecillità e il razzismo di alcuni ha messo in pericolo la vita di decine di persone. “Siamo qui per esprimere di persona la nostra solidarietà – spiega rav Birnbaum – come ebrei sentiamo la responsabilità di stare accanto a chi soffre, a chi è vittima della stupida brutalità umana. Ed è giusto farlo con un segno tangibile e per questo siamo venuti di persona”. Della cinquanta persone che prima vivevano nel campo, una ventina sono rimasti. Molti dei bambini sono in Romania, dalle famiglie, dai nonni. “Noi siamo qui da nove anni e non è mai successa una cosa del genere” ricorda Adriana, 28 anni e una bambina di pochi mesi in braccio. Guarda le immagin 2   l  Gruppo di Studi Ebraici  e la redazione di  Ha Keillah 

Daniel Barenboim «Artisti e intellettuali in campo per la pace israelo-palestinese»

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  Dopo un anno di eventi straordinari all’interno del mondo arabo, è ora di cambiare prospettive anche sul conflitto israelo-palestinese. Nel corso degli ultimi 70 anni nessuno degli attori coinvolti è riuscito a capire che la natura del conflitto non è politica ma fondamentalmente umana, un conflitto tra due popoli che asseriscono il proprio diritto allo stesso pezzo di terra. Entrambi i popoli devono essere compresi per mezzo della loro storia specifica e accettare il fatto che le loro sorti sono indissolubilmente legate. Anziché chiedere chi ha iniziato, dovremmo domandare chi sarà a fare il passo decisivo per mettere la parola fine. Anziché lasciare la sorte della regione ai politici e ai diplomatici, dobbiamo far sì che il singolo cittadino sia autorizzato a prendere posizione. Il popolo egiziano ci ha mostrato quanto fosse pronto ad assumere il controllo delle proprie sorti: un’azione civica positiva può arrivare solo da cittadini illuminati. Per promuoverla serve una nuova gen

Rai 3 : Gli amici del Kandy Bar - Doc 3 Video

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Gli amici del Kandy Bar - Doc 3 in streaming online | Wazzap.tv Doc 3 mette a fuoco l’infinita questione arabo-israeliana attraverso il crudele romanzo di formazione della guerra. Perché crescere in Israele significa entrare nell’esercito. Non è un domanda, è la legge. Una volta compiuti 18 anni o sei un soldato o sei un disertore.a Durata   53 minuti Providers:   raitv . Tipo:   Documentario Genere:   Attualità Anno:   2011 Stagione:   -1  |  Numero Episodio Ratings (bollino):   Verde

A Betlemme un Natale di protesta: «I nuovi insediamenti ci soffocano»

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Gaza-Betlemme Al valico di Kerem Shalom, la principale porta di accesso alla Striscia di Gaza, non si respira un’aria buona. Anche se i volti dei militari israeliani, che controllano minuziosamente chi entra e chi esce, sono apparentemente distesi, il clima pesante è palpabile. Lo si legge nei loro occhi. Nel loro modo d’imbracciare la mitraglietta e nell’attenzione con cui fanno i controlli nelle auto e nei mezzi in transito. Ma il Natale è vicino, forse anche per loro. E proprio a pochi giorni dalla ricorrenza della nascita di Gesù, nella martoriata terra della Striscia di Gaza, è arrivato il patriarca latino, monsignor Fouad Twal. Un gesto che si ripete tutti gli anni, ma che quest’anno ha un significato particolare: sono stati rilasciati da parte israeliana 550 prigionieri palestinesi, nell’ambito della seconda fase dell’accordo con Hamas che ha portato alla metà di ottobre alla liberazione di Gilad Shalit, il soldato israeliano rimasto nelle mani del movimento islamico per

Moni Ovadia :Quella voglia matta di abolire l’articolo 18

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IL  segretario del Pd Pierluigi Bersani, con una di quelle fortunate espressioni che gli sono valse una felice parodia del grande Crozza, ha definito l’ennesimo maldestro tentativo di cancellare l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori: « roba da matti». Bersani questa volta ha preso due piccioni con la stessa fava. Si, c’ha beccato due volte, la prima attraverso l’accezione più corrente dell’espressione, nel senso che bisogna essere sbroccati per avanzare una proposta del genere in un momento come questo che vede massacrare, lavoratori, pensionati, precari, disoccupati con una manovra che malgrado le stentate correzioni rimane socialmente e moralmente iniqua. La seconda volta il segretario Pd ha indovinato allusivamente il sottotesto eroticamente antisindacale che anima ogni proposta di cosiddetta riforma del mercato del lavoro.  Intanto chissà perché si parte sempre dalla cancellazione o dalla compressione dei diritti dei lavoratori e non dalla abolizione delle miriadi di

Paola Caridi :Revolutionary… Merry Christmas (inviseblearabs)

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Non so perché, ma quest’anno sono un po’ allergica a fare gli auguri di buon Natale. Non per il Natale di per sé, che – anzi – diventa un appuntamento sempre più consolante. E’ perché il Natale in Medio Oriente è, ogni anno di più, il Natale di Betlemme, del Muro, della cittadina che è diventata, circa duemila anni fa, la culla del cristianesimo e che, da anni, è sempre di più rinchiusa, triste e disperata. Un Natale  a Betlemme è un natale così diverso da rendere fisica la riflessione su due temi centrali: la solidarietà e, al tempo stesso, lo scandalo. La solidarietà che non ci fu, ai tempi, verso Maria e Giuseppe. Lo scandalo rappresentato da un neonato povero, simbolo della fragilità estrema, che sfida il potere. Quest’anno non sono a Betlemme, come spesso ho fatto negli scorsi anni. Sono in Italia, in un’Italia in crisi, dove lo scandalo di un neonato povero dovrebbe, forse, essere così fisico come lo è ogni anno a Betlemme. C’è, però, un altro scandalo, quest’anno. Ed è l

OLIVA, UNA IMBARCAZIONE CONTRO IL BLOCCO DI GAZA

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Oliva ha la speranza di servire da deterrente agli attacchi e agli arresti che i pescatori subiscono quotidianamente insieme alla confisca delle loro barche DANIELA RIVA Gaza, 24 dicembre 2011, Nena News (le foto sono di Rosa Schiano) – Oliva, l’imbarcazione del CPS Gaza ( www.cpsgaza.org ), sta continuando ad uscire con i pescatori al largo della costa di Gaza per monitorare le violazioni della marina israeliana nelle acque palestinesi. Oliva ha anche la speranza di servire da deterrente agli attacchi armati e agli arresti che i pescatori subiscono quotidianamente insieme alla confisca delle loro imbarcazioni. Dal novembre scorso, come già denunciato in un comunicato del Palestinian Centre for Human Right ( www.pchrgaza.org ), la frequenza degli arresti di pescatori palestinesi al largo della costa, indipendendentemente dalla loro posizione, sembra essere in aumento.  Come spesso riferito dai pescatori e confermato da quelli recentemente arrestati e rilasciati, questi arr

E se il Medio Oriente non fosse mai stato decolonizzato?

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Se c’è una parte del mondo che non è mai stata completamente decolonizzata, quella è il Medio Oriente. Partendo da questa premessa, Seumas Milne fa coincidere il giorno della caduta di Hosni Mubarak in Egitto con l’inizio di una “implacabile controrivoluzione” delle potenze occidentali e dei loro alleati del Golfo, nel tentativo disperato di schiacciare o comunque manipolare le rivoluzioni arabe .   di  Francesca Manfroni Il giornalista del Guardian parte da sette lezioni di quella che potremmo chiamare la 'storia dell’ingerenza occidentale in Medio Oriente', per raccontare gli eventi della contro-primavera araba e dare un senso all'ambiguità del comportamento occidentale dinnanzi a questi sconvolgimenti che potrebbero (o meglio potevano?) essere epocali.  Ecco una piccola (e libera) sintesi di questa lunga analisi.  1. L'OCCIDENTE NON SI ARRENDERÀ MAI ALL’IDEA DI PERDERE IL CONTROLLO DEL MEDIO ORIENTE, QUALUNQUE OSTACOLO INCONTRI. Ora basta ricordare ci