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I palestinesi a Obama: "Niente di nuovo"

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Anna Momigliano : Obama, Netanyahu e le ragioni dei palestinesi

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       Questa volta hanno proprio ragione i palestinesi. O, meglio, i palestinesi della Cisgiordania intervistati da  Euronews  (vedi il video qui sotto), che così hanno commentato il discorso del presidente americano Barack Obama sulla possibile creazione di uno Stato palestinese e il ritiro di Israele dai territori occupati : “Non dice nulla di nuovo”. Ricapitolando, Obama  incontra il primo ministro israeliano   Bejamin Netanyahu . Alla vigilia del vertice, l’inquilino della Casa Bianca  tiene un discorso  in cui menziona il ritiro dai Territori occupati da parte di Israele come “la base di una eventuale pace” e fa riferimento alla creazione di un futuro Stato palestinese.Il conservatore Netanyahu – che non è mai andato d’accordo con la Casa Bianca, anche quando a Washingto, al suo primo mandato da premier, c’era Bill Clinton – ha  subito risposto  che il discorso non gli è piaciuto: “Sarebbe un rischio per la nostra sicurezza”. Ora, probabilmente  quello che preoccupa Netanyahu è

Yossi Sarid : Se i coloni sono miei fratelli non ho alcun fratello

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    Sintesi personale " I coloni sono nostri fratelli", il primo ministro Netanyahu ha affermato questa settimana, cercando di farci comprendere la loro santa collera. Ma vorrei chiarire: non sono i miei fratelli. Non ho alcun fratello così, o sorella.E 'difficile essere un Ebreo. Recentemente è stato ancora più difficile, e non perché il mondo intero è contro di noi, ma perché siamo contro il mondo intero. I coloni ci hanno tagliato fuori dal mondo, il mondo si chiede: "is this israel?" Anch'io mi pongo la stessa domanda. Noi non apparteniamo alla stessa famgilia: quando li vedo incendiare campi, abbattere campi di ulivi, colpire i bambini mentre vanno a scuola , picchiare gli ispettori o i soldati, li guardo per assicurarmi che io non sia come loro. Nego qualunque parentela, non faccio parte di loro Quando vedo un Ebreo infierire su un terrorista arabo ferito più e più volte, io sono assolutamente certo che qualsiasi connessione tra di noi è una pu

Vik – un grido d’amore per Gaza

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     Chantal Meloni:  Ho aspettato un po’ prima di decidermi a scrivere, preferivo lasciare che le emozioni si depositassero sul fondo. In un momento in cui tutti parlavano, tutti sapevano, tutti avevano fretta di dire la loro, io mi sentivo come se una bomba fosse esplosa vicina, troppo vicina a me. L’effetto dirompente della morte di Vittorio Arrigoni per chi come me ha vissuto abbastanza a lungo Gaza da assaporarne l’essenza (amara eppure dolcissima), e lì ha incontrato e conosciuto Vik personalmente, continua a farsi sentire. Ad un mese di distanza l’onda d’urto è ancora enorme. Nei giorni seguenti alla notizia avevo un bisogno matto di capire, di avvicinarmi lì, di parlare con le persone, guardarle negli occhi. Iniziavo a vacillare, mettendo in discussione il miostesso vissuto. Così ho preso e sono partita per Gaza, senza neanche poterlo dire alla mia famiglia, ai miei migliori amici. Pochi intensissimi giorni in quel luogo così unico – impossibile farlo capire a chi non ne ab

Shadi Hamid :L’allargamento del Consiglio di Cooperazione del Golfo: nuovo ordine regionale, vecchie politiche di sicurezza?

L’invito rivolto dal Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC) a Giordania e Marocco a presentare domanda di adesione all’organizzazione ha colto di sorpresa quasi tutti. Ma forse non avrebbe dovuto. Da quando sono cominciate le rivolte arabe, il Golfo ha adottato un atteggiamento regionale aggressivo. Il GCC ha concesso a Bahrein e Oman 20 miliardi di dollari in aiuti, ha mediato la crisi nello Yemen e – cosa forse ancora più importante – ha inviato truppe nel Bahrein per sedare le proteste laggiù.In questo contesto, lasciare che la Giordania e il Marocco entrino nel club fa parte, entro certi limiti, di una logica sensata. I due paesi sono monarchie conservatrici e filo-occidentali che stanno fronteggiando disordini interni e appelli a una maggiore democrazia. Dopo che l’amministrazione Obama ha accettato passivamente il crollo del regime egiziano, l’Arabia Saudita – lo Stato più potente del Golfo – ha iniziato a dubitare dell’impegno degli Stati Uniti a favore della salvaguardia de

Colloqui interpalestinesi all'ombra del Cremlino

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       Mosca, 23 maggio  - L'intesa tra Hamas e al Fatah è stata riconfermata in una riunione interpalestinese con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, incontro svoltosi aq Mosca. Una delegazione palestinese multicolore, con esponenti di Hamas, al Fatah, Fronte popolare, Fronte democratico, Partito del popolo, nonché il parlamentare Mustafa Barghouti si è riunita all'ombra del Cremlino, strappando alla Russia un incondizionato appoggio a favore della riconciliazione interpalestinese. Mosca diventa così dopo l'Egitto il secondo maggiore sponsor del processo di pacificazione interpalestinese. A rappresentare Hamas a Mosca c'era il vice capo dell'Ufficio politico Moussa Abu Marzouk, mentre per al Fatah era presente Azzam al Ahmed.                      Colloqui interpalestinesi all'ombra del Cremlino                  

Paola Caridi (invisiblearabs):Là dove la Storia va avanti

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  Ho sbirciato quello che Barack Obama ha detto ieri, quando si è rivolto all’AIPAC, la sua necessità di sp iegare meglio quello che intendeva quando aveva parlato dei confini del 1967, e poi tutto il coté di affermazioni, prima e durante l’incontro con la più importante organizzazione della destra ebraica americana, sul fatto che con Hamas non si può fare la pace, e persino che l’accordo tra Hamas e Fatah è un ostacolo, a un processo di pace che – a dire il vero – ha perso la strada. Ho sbirciato, e ho immediatamente deciso che era meglio occuparsi d’altro. Della Storia che va avanti, da queste parti, oltre i discorsi, le riconsiderazioni, le strategie a tavolino che sanno di vecchio, di molto vecchio. Allora, facciamo un giro tra le cose che qua e là succedono, quelle che riguardano il mondo arabo. Cominciamo dal  Marocco? Eh sì, dobbiamo cominciare dal Marocco, dal paese meno considerato in questa incredibile primavera araba. Eppure, i ragazzi marocchini hanno cominciato a manifest

Inquinamento del linguaggio - M. Barghouti, scrittore palestinese (Fiera...

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