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SIRIA, I CRISTIANI SONO CON ASSAD

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    Damasco, 26 aprile 2011, Nena News – In Siria vivono meno di due milioni di cristiani appartenenti ad 11 chiese diverse, ortodosse e cattoliche, di rito latino ed orientale, concentrata nelle due citta’ principali, Damasco ed Aleppo (qui soprattutto armeni).  Tradizionalmente dedita al commercio e a mestieri intellettuali, la minoranza cristiana sostiene apertamente il regime degli Assad, espressione a propria volta di un’altra minoranza (quella alawita, una setta sciita), da decenni garante della laicità dello Stato.La domenica di Pasqua e’ considerato giorno festivo in tutto il paese, ma quest’anno le celebrazioni pasquali sono state condotte all’insegna della poca visibilita’ e del profilo basso, sia per rispetto delle vittime delle proteste di questi giorni che in considerazione delle circostanze. Cerimonie dentro le chiese ma niente processioni in strada sono state le indicazioni del governo. A Bab Touma, l’area della citta’ vecchia di Damasco in prevalenza abitata da cristia

“yalla Shebab” la Palestina vista dai ragazzi dedicato a Vittorio Arrigoni

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E’ dedicato a Vittorio Arrigoni, il giovane attivista italia no brutalmente assassinato nella Striscia di Gaza, il Film Festival Yalla Shebab: ragazzi palestinesi e libanesi si raccontano attraverso il cinema, manifestazione in programma da domani a venerdì prossimo nel Centro interculturale Abusuan, a Bari organizzata dall’Associazione Un ponte per…, che è sta ta presentata questa matti na nel corso di una conferenza stampa nella Sala Giun ta del Co mune di Bari alla presenza dell’assessore al Comune con de leghe alle Politiche educative e giovanili, Accoglienza e Pace, Fabio Losito; Taysir Hassan, presidente del Centro In ter culturale Abusuan, e Gaia Par rini, responsabile degli eventi di Un ponte per….Quattro documentari, due animazioni – tutti in lingua originale e sottotitolati – e due o­pere inedite: 11 Rue Pasteur, il lavoro giovanile di Nadine Labaki, la regista di Caramel, e Fatenah di Ahmad Habash, il primo film di animazione palestinese. Ad aprire il Festival sara’ l’i

Nasce la sezione Anpi ‘Vittorio Arrigoni’ Dedicata al giovane pacifista assassinato a Gaza

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       Il 25 aprile si è ufficialmente costituita a Ferrara la sezione Anpi dedicata a Vittorio Arrigoni, il giovane pacifista assassinato a Gaza. Diceva Gramsci: “Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”. “Queste parole – spiega l’Associazione partigiani d’Italia provinciale – chiarificano le motivazioni per le quali nasce la sezione e le ragioni per cui viene intitolata a Vittorio: se essere partigiani significa scegliere da che  parte stare, decidere di difendere i diritti degli ultimi tentando di dare voce a chi non ha voce, allora Vittorio è stato sicuramente un partigiano”. La sezione, attraverso al costruzione di iniziative pubbliche, si pone l’obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza sulle tematiche dell’antifascismo e della repressione, cercando di portare avanti gli ideali di pace, di solidarietà e di giustizia che animarono i partigiani e lo stesso Vittorio Nasce la sezione Anpi 'Vittorio Arrigoni'

Discorso della Madre di Vittorio Arrigoni durante il funerale!

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Amira Hass Gli omicidi di Itamar non giustificano l’annullamento dei diritti dei palestinesi.

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      Le nostre autorità preposte all’ordine pubblico non proteggono i villaggi palestinesi dai teppisti che vogliono fare “pagare il prezzo”ai palestinesi per vendicare la demolizione di una capanna di coloni non autorizzata. Come ci si può aspettare che proteggano i palestinesi da coloro che vogliono vendicare l’assassinio della famiglia Fogel?   di Amira Hass   Il progetto della colonizzazione israeliana non ha bisogno dell’omicidio di una famiglia di ebrai per espropriare le famiglie palestinesi della loro terra e mettere in pericolo il futuro di entrambi i popoli. Ma quando un siffatto delitto “cade nelle sue mani” il progetto coloniale sa come ottenere da esso il massimo, con la costruzione di nuovi quartieri e avamposti, l’addossare la colpa alla natura e alla cultura dei palestinesi, e il lasciar cadere termini biblici quali “acerrimi nemici” e “Amalek”.L a storia della colonizzazione bianca nei paesi di altri popoli è colma di nauseanti omicidi compiuti da persone che a

Francesca Borri :Come i fondi allo sviluppo finiscono per stabilizzare l'occupazione

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    Perché quelle case, ha visto?, costringono a un lungo giro. Magari di inverno, nel fango. - Case. Nel senso: l'insediamento. - Non taglieremmo molti alberi. Giusto una striscia. Dritta, fino alla scuola. - Tra l'altro, a essere precisi, non è neppure un insediamento, è un avamposto. Illegale anche per la legge israeliana. - Insomma, ha capito: dopo quel pino, sulla sinistra. Quelle case lì. Si fa un'altra strada, e il problema è chiuso. - Temo che il problema, in realtà, sia l'occupazione. - Ma queste sono questioni politiche: io sono un tecnico. Poi è tutto finanziato dall'Unione Europea. A voi costa zero. - Costa ancora meno riaprire ai palestinesi la strada che già esiste. - Guardi, io sono solo un tecnico. Sono qui solo per risolvere un problema. Solo per aiutare quei bambini. La diplomazia dell'assegno. A quelli di corsa come Iako, professionisti della solidarietà, una riunione sulla Palestina, la prossima sul Giappone, è sempre difficile