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Majed Bamya :Sono Palestinese...con niente altro da dire

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   Majed Bamya  ha 28 anni,  fa parte della Delegazione Generale Palestinese presso l'Unione Europea, a Bruxelles. E' stato precedentemente Presidente dell'Unione generale degli Studenti palestinesi in Francia. Nato da famiglia di profughi nel 1983, dopo la guerra del Golfo, si è trasferito dagli Emirati, in Tunisia. A 11 anni è andato in Giordania pere essere più vicino a suo padre, rientrato in Palestina. Nel 1996 è finalmente potuto tornare nella sua terra, dove viveva a Ramallah e studiava a Gerusalemme Est, nel Liceo francese. Questo articolo nasce da una riflessione su quanto sta avvenendo in diversi paesi del Mediterraneo, che gli suggeriscono un forte appello all'unità e alla democrazia palestinese. In questi giorni sia a Gaza che in Cisgiordania molti giovani stanno manifestando per analoghe ragioni Come molti palestinesi in tutto il mondo, ho passato le ultime settimane seguendo in tv le rivolte nel mondo arabo, sopraffatto dalla speranza, dall'entusiasm

Livneh Neri : i coloni e il "prezzo" violento fatto pagare ai palestinesi.

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Sintesi personale " Q uando è stata l'ultima volta che hai  visitato i territori?" un fotografo mi ha chiesto affabile. Ho risposto che avevo visitato i territori troppo spesso. In mia difesa posso dire che tutte le mie visite passato  erano legati al lavoro e solo l'ultima, qualche mese fa, è stata volontaria: volevo vedere  il film di Danny Verete  "The Human Turbine,"", proiettato   in una tenda eretta dai palestinesi , espulsi da Susiy . Così  ho capito    la violenza  inflitta  agli  abitanti del villaggio dalla nostra occupazione, lo sradicamento degli alberi, il  lancio di pietre contro i   bambini palestinesi che si recano a scuola  ecc.Quando è stata l'ultima volta che ho  sentito un leader dei coloni, di qualunque identità politica o spirituale - o anche solo un colono - condannare la violenza perpetrata dai settler? Negli    insediamenti, il Codice di Hammurabi è stato reintegrato, in modo  anche più  duro, noi abbiamo sostituito  

GAZA, RAID DI HAMAS IN SEDI TV STRANIERE.50 colpi di mortaio contro Israele, raid israeliano. Ci sono feriti

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Aggiungi didascalia    GAZA CITY - Miliziani di Hamas, la fazione islamico-radicale palestinese al potere nella Striscia di Gaza, hanno fatto irruzione oggi nelle sedi della Reuters tv e di un altro service che fornisce video a media internazionali, picchiando alcuni dipendenti e sequestrando diverse telecamere. Nel primo episodio una cameraman palestinese ha riportato una probabile frattura a un braccio, nella seconda azione un operatore che lavora a contratto per l'Ap ha subito percosse e contusioni. Le due aggressioni, condannate dalle associazioni della stampa locale e dei corrispondenti esteri in Israele, rientrano fra le azioni repressive intraprese da Hamas negli ultimi giorni, dopo una serie di raduni indipendenti organizzati da gruppi di giovani a Gaza per sollecitare la fine delle divisioni fra le fazioni palestinesi rivali e la riconciliazione interna. Raduni dispersi regolarmente con l'uso della forza pubblica, ma seguiti finora con attenzione dai media presenti

EMIRI E MONARCHI FANNO STRAGE DI CIVILI MA IL GOLFO NON E’ LA LIBIA PER BARACK OBAMA

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    Roma, 19 marzo 2011, Nena News – Sono ore tra le più difficili per lo Yemen, in cui dominano sdegno e rabbia per il massacro di 41 manifestanti anti-regime compiuto ieri nella capitale Sanaa da non meglio identificati «cecchini» appostati sui tetti. I feriti sono oltre 20, molti dei quali lottano tra la vita e la morte.Sono tante le condanne per il bagno di sangue del «Venerdì dell’avvertimento» convocato dall’opposizione che chiede la fine del regime del presidente Ali Abdullah Saleh, al potere da 32 anni con la benedizione americana. Le critiche di Stati Uniti ed Unione europea, non si trasformano mai in atti concreti nel Golfo. Barack Obama condanna ma, come ha fatto dopo la sanguinosa repressione in Bahrein, non chiede l’intervento del Consiglio di Sicurezza dell’Onu contro Saleh, suo stretto alleato nella cosiddetta «lotta al terrorismo». Evidentemente per gli Stati Uniti la vita dei civili dello Yemen e del Bahrein vale meno di quelli della Libia.Il regime yemenita fa di tut

Amira Hass : un esercito kosher

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   Bassem Tamimi mi aspettava al tavolo. Avevamo un appuntamento nel mio caffè preferito a Ramallah. Era accompagnato da tre uomini: un attivista francese e due anarchici israeliani. Questi ultimi, dopo essere stati in prigione per aver rifiutato di arruolarsi nell’esercito, partecipano alle iniziative contro l’occupazione a Nabi Saleh, il villaggio di Bassem.I tre erano appena arrivati da Bil’in, dove avevano festeggiato la scarcerazione di Abdallah abu Rahma. Abdallah ha passato diciassette mesi in prigione per il grave crimine di aver protestato contro il muro di separazione. Bassem è rimasto a Ramallah per prudenza: qualche giorno fa i soldati israeliani hanno fatto irruzione nella sua casa a Nabi Saleh e, dato che non c’era, hanno arrestato suo cugino. Tutto lascia pensare che l’esercito voglia arrestare anche Bassem. Anche se ufficialmente non è ricercato, non vuole rischiare un lungo e ingiusto processo in un tribunale militare israeliano. Il suo crimine è noto: membro di Al Fa

Gustavo Jona :Israele: Neo razzismo e/o neo fascismo

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  T riste avere nel titolo due definizioni aberranti, per qualsiasi persona “normale” ed ancora più quando la cosa è riferita a Israele, eppure è vero e sarà provato    La storia delle proposte di leggi di Israel Beitenu è lunga quanto la presenza di Avigdor Liberman nella vita politica israeliana (dico Avigdor Liberman e non Israel Beitenu perché il suo è uno dei partiti più democratici, dove tutte le decisioni sono prese a suffragio universale, quello di Avigdor Liberman). Da notare che Israel Beitenu ( Israele è la nostra casa ) è un partito di estrema destra con una presenza alla Keneset del 13.3% e con buone probabilità di ampliarsi alle prossime elezioni Intanto si attende che il Procuratore generale decida finalmente di concludere le inchieste contro Liberman (la decisione è attesa per le prossime due settimane) e di metterlo sotto processo, cosa oramai di moda dalle nostre parti (personaggi ben più famosi sono stati processati e - grazie a Dio - condannati). Probabi

Marc Lynch La rischiosa scommessa dell’ONU in Libia

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      Ieri, il voto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che autorizza una no-fly zone – e non solo – contro la Libia ha coinvolto gli Stati Uniti e i loro alleati in un’altra guerra in Medio Oriente. L’accusa mossa dai sostenitori della guerra secondo cui Obama avrebbe “esitato” è tanto sciocca quanto la contro-argomentazione secondo cui l’Occidente avrebbe smaniato per trovare un pretesto per invadere la Libia e impadronirsi del suo petrolio. L’amministrazione Obama capisce chiaramente che l’intervento militare in Libia è una pessima idea, e ha sperato il più a lungo possibile che l’opposizione libica potesse prevalere senza un’assistenza militare esterna. Essa ha sostento l’intervento solo quando è divenuto evidente che – come ha affermato il direttore dell’Intelligence Nazionale James Clapper con grande scandalo dell’opinione pubblica – Gheddafi aveva fatto pendere la bilancia a proprio vantaggio e probabilmente avrebbe vinto. La prospettiva che Gheddafi sopravvivesse e

Festeggiamenti a Gaza: una montatura della destra neocon . Documentazione e ricostruzione della "notizia"

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http://wonkroom.thinkprogress.org/20...israeli-right/ Sintesi personale 1Sulla scia degli omicidi orribili di cinque membri della famiglia, compresi tre bambini   a Itamar  , un certo numero di blog conservatori   sta  affermando  che una folla di palestinesi a  Gaza " HA FESTEGGIATO " gli omicidi. Fonte    blogs a story 2 La storia è stata ripresa daL logger NEOCON di  Jennifer Rubin, che ha scritto, " La reazione iniziale dei palestinesi [al Itamar omicidi] è stata   grottesca , se non prevedibile  ": Fonte The initial reaction of Palestinians 3 Ynet news segnala ", residenti di Gaza dalla città meridionale di Rafah,  festeggiano  l'attacco terroristico  di Itamar,  distribuendo  caramelle e dolciumi, un residente dichiara con  gioia :"'è una risposta naturale al danno inflitto dai  coloni ai  residenti palestinesi in Cisgiordania.' "   Fonte  :  Ynet news 4 dall' articolo  sottotitolato " L'Is

Francesca Borri : è arrivato il momento di archiviare Oslo

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  Niente è più intuitivo, tra israeliani e palestinesi:  due popoli per due stati . Ma sono sessant'anni, ormai: e forse allora, ha ragione  Mark Twain  - esiste sempre una soluzione semplice ai problemi complessi: quella sbagliata. Per gli israeliani, si sostiene, è  la sola soluzione possibile : lo stato unico significa la fine della maggioranza ebraica. Per i palestinesi, d'altra parte, è certo un compromesso: è il  22 percento, e anche meno, della terra ai tempi degli inglesi : ma considerato lo squilibrio militare, si ripete, è la sola soluzione  realistica . L'opzione su cui israeliani e palestinesi dunque hanno entrambi interesse a convergere - due popoli per due stati: a dirlo è la razionalità. Eppure, l'apparente inequivocità della soluzione, della direzione da intraprendere, e formalmente intrapresa a  Oslo , è in singolare contrasto con le politiche di Israele: e proprio da Oslo in poi. Se l'assioma, in effetti, è che il  ritiro dai Territori  e la fond