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Benigni e Rai3 sbarcano in Israele (Haaretz)

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Saviona Mane Television viewers in Italy who want to get a full picture of what is happening in their country don't only follow the news on Prime Minister Silvio Berlusconi's Channel 4, nor on Channel 5, which he also owns, and perhaps not on the state-owned Channel 1 either. Instead, they tend to watch the "rebellious" channel RAI-3 which, despite its official subordination to the prime minister, has managed to maintain its independence - broadcasting a cluster of critical and satirical programs daily, with Berlusconi the primary target.The channel is now making headlines after having successfully lured viewers away from Il Cavaliere's game shows and proving that, when given the choice, Italians prefer cultural heroes like Roberto Benigni and Roberto Saviano to the Playboy bunnies and reality stars filling the screens.Thus far, Berlusconi's associates have left this stepchild more or less alone, perhaps so they can brandish it and refute the claims that t

Gideon Levy: la stampa israeliana e l'informazione sull'occupazione

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sintesi personale 1  Siamo a Eilat   per la nostra conferenza annuale, usiamola per un esame di  coscienza. Ci sono molte ragioni per essere orgogliosi di quello che scriviamo   liberamente ,ma questa libertà  è in grande pericolo. Un pericoloso incendio sta bruciando intorno a noi.Il mostro è in arrivo e non c'è nessuno a fermarlo. Noi non siamo  imbavagliati ancora, ma alcune persone desiderano  apertamente che ciò avvenga .Troppi  colleghi non capiscono la loro funzione, confondono le pubbliche relazioni con il giornalismo, la propaganda con la verità, il vero patriottismo  con il falso patriottismo.Vengono approvate leggi  contro gli arabi,le organizzazioni non-profit e altre minoranze, prima o poi toccherà a noi  Non c'è quasi nessuna censura o pressioni da parte del governo, e dell'esercito in Israele . Il problema è che molti di noi chinano  il capo in segno di resa e di auto-censura, ciò  è infinitamente peggiore della  censura governativa. Troppi hanno aderito al

Akiva Eldar :I contribuenti americani finanziano l’occupazione israeliana in Cisgiordania

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Coloro che percorrono le strade “originali” della West Bank, quelle che permettono di evitare i villaggi palestinesi, possono vedere dei cartelli su cui si legge “USAID from the American People” (aiuti USA dal popolo americano). Queste strade sono parte della strategia dell’Agenzia Statunitense per lo Sviluppo Internazionale (United States Agency for International Development, USAID) per la costruzione di infrastrutture nei paesi in via di sviluppo. Israele ha già orgogliosamente lasciato da tempo questa categoria, e non rientra fra i beneficiari di USAID. Ciononostante, sembra proprio che la famiglia Smith nell’Illinois stia  rendendo l’occupazione un po’ meno onerosa  per la famiglia Cohen di Petah Tikva, in Israele.Secondo un rapporto dello scorso giugno pubblicato sul sito internet di USAID, l’anno scorso i contribuenti americani hanno finanziato la pavimentazione di 63 Km di strade asfaltate nella West Bank. Lo stesso studio specifica anche che il completamento di una di queste o

Israele: migliaia di coloni contro il congelamento degli insediamenti

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Sintesi personale Migliaia di coloni manifestano a Gerusalemme contro il previsto rinnovo del congelamento degli  insediamenti. Scandiscono slogan sul tipo   "Noi non rinunceremo a questa terra" e "La  nazione eterna, non ha paura della lunga strada che deve  percorrere".DECINE  di adolescenti hanno  bloccato l'ingresso principale di  Gerusalemme per 15 minuti, due  manifestanti sono stati arrestati. Il ministro delle Infrastrutture Uzi Landau (Yisrael Beiteinu) si è unito  alle migliaia di coloni. Parlando nel corso della protesta, ha dichiarato :. "Colui che è disposto  a  tornare ai confini del 1967  sta sostanzialmente dicendo a Israele di ritornare ai confini che Abba Eban ha definito i confini di Auschwitz .Questa richiesta deve essere respinta. "IL Presidente del Consiglio Regionale Binyamin Avi Roeh  ha   chiesto al governo di non imporre un blocco di costruzione.."Siamo fedeli allo Stato, alla Torah, alla Terra di Israele e continue

Video: giovani ebrei israeliani cantano e danzano contro l'occupazione

Gli abitanti di Ghajar protestano: siamo siriani

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      Israele annuncia il ritiro "unilaterale"  dalla parte nord-orientale del villaggio conteso di Ghajar, da dieci anni al centro di una disputa territoriale, politica e diplomatica tra Libano, Israele e Siria.   L'annuncio, formulato domenica 7 novembre  dal ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman, dovrebbe oggi trovare conferma con la presentazione a New York da parte del premier Benjamin Netanyahu di un "piano di ritiro" israeliano al segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon.  In attesa di conoscere i dettagli  di questo piano, è bene riassumere la complessità della questione.  Ghajar, che si trova all'intersezione dei confini  tra Siria, Israele e Libano, sovrasta il corso del Wazzani, un affluente dello Hasbani, che dal sud del Libano scorre ancora verso sud, finendo per alimentare il Lago di Tiberiade, principale riserva d'acqua dolce di Israele. Occupato nel 1967 da Israele, Ghajar è abitato oggi da poco più di duemila persone,