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Akiva Eldar : gli accordi di Oslo per perpetuare l'occupazione

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Sintesi personale Cosa sarebbe accaduto se Yitzhak Rabin non fosse stato assassinato in una piazza di Tel Aviv la notte del 4 novembre 1995? Questa domanda resterà per sempre senza risposta. In ogni caso gli accordi di Oslo si sono trasformati in un meccanismo per perpetuare l'occupazione. E' giunto per i palestinesi il momento di fissare una data per decretarne la fine entro l'anno, in caso contrario Abu Mazen dovrà dichiarare nulli tali accordi Qualcuno ha notato che lo scorso fine settimana è stato il 12 ° anniversario del Memorandum di Wye River ? Quanti di noi ricordano che l'allora primo ministro Benjamin Netanyahu (che sedeva accanto a Shamir a Madrid) ha firmato   un documento   che obbligava "le due parti [a] immediatamente riprendere i negoziati sullo status permanente  e [a] compiere uno sforzo per raggiungere l'obiettivo comune di  un accordo entro il 4 maggio 1999 "? Chi ricorderà che il 4 settembre 1999 , l'allora premier Ehud Barak e

Israele - Palestina, razzi dalla Striscia di Gaza verso Israele: nessuna vittima

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Questa mattina due razzi sono caduti in territorio israeliano lanciati dalla Striscia di Gaza . Fortunatamente i razzi non hanno casato vittime e nemmeno danni materiali . La notizia è stata diffusa dall'emittente televisiva 'Canale 10'. Il lancio di razzi è stato rivendicato dalle Falangi Nasser Salahuddin, uno dei gruppi della guerriglia palestinese presenti a Gaza . Il gruppo ha rivendicato l'attacco inviando un comunicato stampa all'agenzia Maan anche se nella rivendicazione si parla del lancio di otto razzi e non due come raccontato da canale 10. "Il nostro obiettivo - si legge nella rivendicazione - era colpire un'unità di ingegneri del genio militare israeliano che sta lavorando lungo la linea di confine con la Striscia di Gaza. Israele - Palestina, razzi dalla Striscia di Gaza verso Israele: nessuna vittima

Misna: oltre le polemiche sul documento del Sinodo. Un appello alla Pace

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“Bisogna leggere i documenti, e farlo con attenzione” dice alla MISNA monsignor William Shomali, vescovo ausiliare del Patriarca latino di Gerusalemme, dopo le accuse di alcuni esponenti del governo israeliano nei confronti dei padri sinodali. Monsignor Shomali ha partecipato ai lavori vaticani e conosce bene i testi del “messaggio” conclusivo e delle 44 “proposizioni”. “Israele – sottolinea – non ha letto o forse dimentica i passaggi sulla condanna dell’antisemitismo, l’appello ai ‘concittadini ebrei’ e i riferimenti al suo diritto a esistere in pace e in sicurezza”. Secondo monsignor Shomali, al governo israeliano è dispiaciuta la riflessione attenta sulle “conseguenze dell’occupazione” e il richiamo all’applicazione delle due risoluzioni dell’Onu che chiedono il ritiro dei militari israeliani dalla Cisgiordania e dai settori orientali di Gerusalemme. Le polemiche su questi punti erano prevedibili, sembra di capire, ma lasciano comunque l’amaro in bocca. Lo dice alla MISNA anche padr

Anat Saragusti:LETTERA AL MINISTRO DELL’INTERNO ISRAELIANO

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Egregio signore,Con l’apertura invernale della Knesset ed il flusso di nuovi progetti di legge che sono stati presentati ai nostri legislatori - molti dei quali volti a preservare il carattere dello Stato di Israele e ad assicurare la fedeltà dei suoi cittadini -  ho una confessione da fare. A lei, che come Ministro dell’Interno dello Stato di Israele, ha l’autorità e la possibilità di negare la cittadinanza, voglio confessare.Sono cittadina dello Stato di Israele dal giorno in cui sono venuta al mondo, più di 50 anni fa. La mia cittadinanza israeliana è l’unica che io abbia mai avuto: non ne ho nessun’altra né ho il diritto di averne altre. Gli antenati di mio padre erano originari di una città spagnola, Saragozza, ma sono venuti in questo paese oltre 500 anni fa. Mia madre è nata in Marocco, ma si è trasferita qui quando aveva appena un anno, figlia di due genitori Israeliani. Quindi, anche da questo punto di vista, non posso ottenere nessun’altra cittadinanza. Sono un’israeliana, u

Israele :NEL NOME DI KAHANE

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G erusalemme, 25 ottobre 2010, Nena News – Itamar Ben Gvir e Baruch Marzel, due tra i più noti estremisti di destra israeliani (nonchè coloni nella città cisgiordana di Hebron), hanno ottenuto dalla polizia il permesso per tenere mercoledì una nuova marcia nella città di Um el-Fahem, il secondo centro arabo per importanza in Israele e roccaforte del movimento islamico. I palestinesi di Israele lanciano l’allarme e denunciano la nuova provocazione da parte della destra radicale che punta allo scontro con la minoranza araba. A Um el Fahem gli abitanti i preparano a respingere la marcia della destra e annunciano una contromanifestazione.Il pretesto per attraverdare il centro di Um el Fahem è il 20esimo anniversario dell’assassinio a New York del rabbino Meir Kahane, fondatore del movimento razzista anti-arabo «Kach», fuorilegge in Israele ma che di fatto esiste ancora tra i coloni più fanatici e i militanti dell’estrema destra. Kahane fu uno dei principali fautori del «transfer» (d

BREAKING THE SILENCE, NUOVE FOTO IN FB DI PALESTINESI UMILIATI DAI SOLDATI

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  Gerusalemme, 25 ottobre 2010, Nena News – Le foto postate in Facebook dall’ex soldatessa Eden Abergil di detenuti palestinesi umiliati, rappresentavano solo la punta dell’iceberg di un  comportamento evidentemente molto diffuso tra i militari israeliani impegnati nei Territori occupati.Dopo le foto di Abergil – che le commentò in FB affermando che erano state scattate nel «periodo migliore della mia vita» – e il video, girato un un paio di anni fa ma diffuso di recente, del soldato che fa la danza del ventre accanto a una palestinese bendata e ammanettata, adesso l’associazione «Breaking the silence», che riunisce soldati israeliani che hanno «rotto il silenzio» su ciò che accade nei Territori occupati, ha diffuso nuove immagini di umiliazioni subite dai palestinesi, in particolare a Gaza, durante l’offensiva Piombo Fuso (dicembre 2008-gennaio 2009)Nelle immagini si vedono palestinesi ritratti in posizioni degradanti,con i soldati in posa. Una mostra due militari che punta

Il video sui nuovi documenti di Wikileaks.

di  Robert Fisk Iraq: la vergogna dell’America