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Libano, i diritti dei profughi palestinesi e i fantasmi della Guerra civile

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I l riconoscimento dei diritti civili dei profughi palestinesi non è più rinviabile. E in caso contrario il Libano dovrà prepararsi ad affrontare conseguenze drammatiche.A sostenerlo è il primo ministro libanese Saad Hariri, intervenuto in merito a una proposta di legge avanzata alcuni giorni fa dal leader del Partito socialista progressista e membro dell’attuale maggioranza Walid Jumblatt, che prevede appunto l’estensione dei diritti ai rifugiati.Se non diamo ai palestinesi i diritti civili – ha detto Hariri - allora il Libano investirà nel più grande progetto di produzione del terrorismo”.La bozza formulata dal druso Jumblatt prevede la concessione ai palestinesi del diritto al trattamento di fine rapporto, al possesso (seppur limitato) di proprietà immobiliari e all’indennità di rischio sul posto di lavoro.Non si è fatta attendere la risposta dei partiti cristiani, guidati dalle Forze libanesi, che hanno avversato la proposta, temendo che l’applicazione di una legge simile possa

Video :Roger Waters - "We Shall Overcome" dedicato ai palestinesi

Videogame: come si vive a Gaza? come si esce da Gaza?

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www.spg.org.il http://www.spg.org.il/readscreen.php?lang=eng Come si va da Gaza a Ramallah? Come si vive nella Striscia? La Ong israeliana Gisha ha pensato a una risposta interattiva: un videogioco su internet che mostra illustra le difficoltà che il blocco dei militari israeliani causano alla popolazione palestinese.Per partecipare basta andare all’indirizzo www.spg.org.il, ma al gioco non vince nessuno. Il video è intitolato ‘Safe Passage’ (Passaggio sicuro), per ricordare che gli accordi israelo-palestinesi di Oslo (1993) prevedono la costituzione di un corridoio di 30 km che, attraverso il territorio israeliano, colleghi la Striscia di Gaza con la Cisgiordania. Un corridoio finora rimasto allo stadio di progetto teorico.Nel filmato vengono rappresentati tre casi di vittime del blocco della Striscia: quello di un produttore di gelati di Gaza impossibilitato a vendere i suoi prodotti in Cisgiordania; di una studentessa ammessa in un’università cisgiordana ma costretta a

Gadi Baltiansky : la vittoria di Lieberman

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When the world looks at Israel it sees Lieberman Sintesi personale Nessuno dei precedenti ministri degli esteri ha lasciato un segno sulla politica estera e gli affari interni, come Lieberman, eletto grazie a una campagna politica basata sulla intimidazione , sull' odio e sulla segregazione. Egli è riuscito a trasformare Israele in un paese che odia le minoranze e le opinioni della minoranza ed è isolato dal mondo.Lieberman ha parlato degli svantaggi della democrazia, che sta lentamente ma inesorabilmente scomparendo. Nel suo primo giorno al ministero degli Esteri ha citato il detto attribuito a Publio Flavio Vegezio Renato,, "Chi vuole la pace prepara la guerra".Il mondo si sta ancora chiedendo se Israele vuole la pace, ma non c'è dubbio che Israele si sta preparando per la guerra.Con l'aiuto di funzionari del ministero degli Esteri, Lieberman è riuscito a diffondere il suo messaggio in tutto il mondo, dall'Argentina al Giappone e più specificam

Editoriale di Haaretz:'l'espulsione silenziosa dei palestinesi

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Sintesi personale Dr. Immad hammada e il dottor Murad Abu Khalaf sono entrambi docenti di ingegneria nati a Gerusalemme est. Le loro famiglie hanno vissuto in città da generazioni. Entrambi hanno lasciato anni fa, ciascuno separatamente,la città per studiare negli Stati Uniti e ,dopo la laurea e il consolidamento della loro carriera ,desiderano tornare a vivere nella loro città natale.Ma il loro diritto di ricongiungersi con le loro famiglie viene negata dal Ministero degli Interni, come Amira Hass riporta. Hammada vive nella sua città da circa tre anni illegalmente, senza diritti e sotto costante pericolo di essere arrestato e deportato , mentre Abu-Khalaf ha difficoltà a tornare, anche per una visita.I regolarmenti del Ministero degli Interni prevedonl'abrogazione dei diritti di residenza ai palestinesi che lasciano la città per un periodo di oltre sette anni. I cittadini di Israele possono lasciare il paese e la loro cittadinanza e tutti i loro diritti sono salvaguardati a tem

ONU, IMPOSSIBILE RICOSTRUIRE SENZA REVOCA EMBARGO

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Se Israele non accetterà di sospendere definitivamente l’embargo sulla Striscia di Gaza sarà impossibile avviare una ricostruzione del territorio: ne è convinto il portavoce dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) Chris Gunnes secondo cui “la strategia israeliana consiste nel deviare l’attenzione della comunità internazionale, parlando di un sacco di cemento qui o un progetto là, mentre la questione vera riguarda l’accesso garantito a tutti i materiali attraverso tutti i valichi”. Intervenendo a margine di un convegno in corso al Cairo il responsabile si è detto “poco fiducioso” che il nuovo sistema possa risolvere le limitazioni incontrate dall’Unrwa per poter portare aiuti alla popolazione civile della Striscia. “La lista di beni consentiti ai valichi cambia continuamente. E non è detto che qualcosa che non è iscritto nelle liste sia fatto automaticamente passare” fa osservare Gunnes, secondo cui “l’embargo israeliano è un embargo contro le Nazioni Unite”. Intanto ieri

Gideon Levy : «Perché noi israeliani dobbiamo preoccuparci»

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L'attacco alla Freedom Flotilla ha provocato una grave crisi tra Israele e la Turchia. Intanto qual è la sua opinione su ciò che è accaduto in mare? Sin dall'inizio ho pensato che si è trattato di un'operazione non solo molto stupida, ma anche sbagliata da tutti i punti di vista. Credo si tratti dell'ennesima prova che Israele non conosce i limiti dell'uso della forza, i limiti intrinseci dell'uso del potere. A mio avviso si è trattato di una mini-operazione dello stile 'Piombo Fuso' (nome in codice dell'offensiva israeliana contro Hamas nella Striscia di Gaza avvenuta nel dicembre 2008/gennaio 2009, ndr). Non è certo sulla stessa scala, ma rispetta lo stesso tipo di comportamento, ovvero quello di credere che con la forza si possa risolvere tutto. Da qualunque prospettiva la si guardi, l'operazione è stata un disastro anche per l'immagine di Israele, e molta gente qui da noi sembra averlo capito. Proprio come nell'operazione Piombo Fuso,