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M.O.: 'TIMES', ISRAELE POTREBBE ATTACCARE IRAN ENTRO UN ANNO

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Londra, 16 lug.- (Adnkronos/Aki) - Israele e i governi occidentali stanno lavorando a un accordo che prevede il sostegno di gran parte della comunita' internazionale a un attacco israeliano contro le installazioni nucleari iraniane, in cambio di concessioni di Gerusalemme nel negoziato di pace con l'Autorita' Nazionale Palestinese (Anp). Questo patto, secondo un ufficiale britannico rimasto anonimo, citato oggi nell'edizione on line del quotidiano 'The Times', permettera' a Israele di attaccare l'Iran "entro un anno". A questo proposito, conferme indirette del raid giungono dalle parole di un ufficiale della difesa israeliana, rimasto anch'egli anonimo, secondo il quale le due navi da guerra della marina israeliana che pochi giorni fa hanno attraversato il Canale di Suez rappresentano un chiaro messaggio all'Iran e dimostrano che lo Stato ebraico e' in grado di lanciare un attacco senza preavviso. "Questo tipo di esercitazioni

Nadia Hijab IL TITANIC PALESTINESE tra hamas e Abu Mazen

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Dialogo. Misure per costruire la fiducia. Comitati congiunti. Scambio di detenuti. Sono tutti termini che ci siamo abituati ad ascoltare durante gli infiniti negoziati israelo-palestinesi. Ora li stiamo ascoltando per le negoziazioni fra i palestinesi stessi – o piuttosto tra le forze politiche che reclamano la leadership sui palestinesi, primi fra tutti i movimenti di Fatah e Hamas. I mediatori egiziani hanno pubblicizzato l’ultimo round di negoziati agli inizi di luglio – il sesto round del cosiddetto “dialogo nazionale” – come quello del “tutto per tutto”. Ad ogni modo, quei colloqui hanno avuto come unico risultato quello di pianificare un altro round per il 25 luglio, che si dovrebbe concludere con un accordo di riconciliazione il 28 luglio. Entrambe le parti sembrano essere disposte ad attendere la fine dell’altra. Fatah crede che Hamas, indebolita da anni di assedio, sarà ulteriormente danneggiata dai cambiamenti nella situazione dei suoi alleati: la debolezza mostrata dall’alle

Akiva Eldar: : Israele e il nuovo opuscolo propagandistico pro settler per le pubbliche relazioni

Sintesi personale Una nuova guida per i perplessi ,diffusa dall'organizzazione israeliana proposta per le pubbliche relazioni, cerca di trovare la formula magica per porre gli insediamenti vicino al cuore dei sostenitori di Israele Il documento raccomanda 1 di non utilizzare citazioni tratte dalla Bibbia :la terra degli insediamenti "appartiene"a Israele è poco convincente perché, ufficialmente, Israele definisce il territorio come "controverso" (e non occupato ), e non è più sufficiente a giustificare lapolitica di Israele. 2 di far leva sull' argomento della sicurezza , dalla quale anche ili generale Moshe Ya'alon ha preso le distanze, affermando che gli insediamenti non sono stati creati in modo casuale. Essi sono state posti in aree sensibili militarmente sia per creare un cuscinetto di sicurezza tra Israele ei suoi vicini arabi (Giordania?) sia per costituire un' efficace sistema di allarme rapido (questo include anche le baby-clin

Israele : gli haredim di Mea Shearim

I quattro cancelli di ferro che si serravano all'imbrunire non si chiudono più da molto tempo e del muro che proteggeva l'insediamento rimangono solo alcuni tratti sbrecciati. Tuttavia i confini di Mea Shearim, il quartiere ultra-ortodosso ebraico di Gerusalemme, non sono svaniti. Tutt'altro. Invisibili sì, ma più possenti delle mura di una fortezza. Chi li oltrepassa, arrivando magari da una della tante moderne arterie stradali caotiche e rumorose costruite negli ultimi decenni nella città santa, ha la sensazione di ritrovarsi d'improvviso in un mondo e in un tempo lontani.Mea Shearim non appartiene al XXI secolo e ad Israele: qui, tra i vicoli sporchi e stretti, in parte nemmeno asfaltati, le lancette degli orologi sono ancora sintonizzate sulla vita dei ghetti ebraici dell'Europa orientale, in qualche era indefinibile tra il Settecento e il primo Novecento. Chassidim (ebrei mistici, «pii») con i loro tradizionali cappelli neri, alcuni di pelliccia, calati i

Le proprietà dei profughi palestinesi in una mappa interattiva

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Nella linea della tutela degli interessi dei profughi si inserisce una recente iniziativa dell'organizzazione israeliana Adalah («giustizia» in arabo). Questo Centro legale per i diritti della minoranza araba in Israele ha sede nella città costiera di Haifa, in Galilea, ed è stato fondato nel 1997 dall'avvocato e accademico arabo-israeliano Hassan Jabareen, che ne è tuttora il direttore generale.Il Centro ha da poco pubblicato nel suo sito Internet una «Mappa interattiva e banca dati sull'esproprio di terre e proprietà palestinesi nella Storia dello Stato di Israele». È la prima risorsa del genere e viene offerta al pubblico in tre versioni linguistiche: arabo, israeliano e inglese (per accedervi clicca qui ).La mappa fotografa il territorio della Palestina all'epoca del Mandato britannico (1920-1948), con la suddivisione per distretti allora vigente. I dati presentati sono stati raccolti e organizzati da avvocati e professionisti di pianificazione (urbanistica) che ha

Rompere il Silenzio: ammissione di crimini di guerra dei soldati

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Nel rapporto di 112 pagine (finanziato da associazioni umanitarie israeliane e da Gran Bretagna, Paesi Bassi, Spagna e Unione europea) i militari affermano di avere ricevuto l’ordine di fare fuoco su ogni edificio o persona apparentemente sospetta, ammettono il ricorso al fosforo bianco in aree abitate e l’utilizzo di civili palestinesi come scudi umani.continua qui Crimini di guerra a Gaza, le nuove ammissioni dei soldati israeliani, di Carlo M. Miele [15 - 07 - 2009] Guerra di Gaza, i soldati si confessano: distruggere tutto, prima sparare., di Fabio Scuto [16 - 07 - 2009] Piombo Fuso, i 'mea culpa' dei soldati israeliani 'Shoot first, worry later' IDF soldier: Gazans were used as human shields to check militants' homes "Alieni trapiantati sulla nostra terra" L’organizzazione Breaking the silence anche da Ha’aretz Scudi unmani Qualche volta l’unità entra mettendo le canne dei fucili sulla spalla di un civile, avanzando nella casa e

Mappa espansione delle colonie su Google

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allegati Frammenti vocali in MO:Israele e Palestina: mappa insediamenti in ... la mappa del Muro Espansione delle colonie tra violenza e illegalità (articoli e link) Hebron-coloni.destra religiosa (articoli e link)

Israele:“Piombo fuso”, embargo di Londra sulla vendita di armi a Israele

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In seguito all’offensiva israeliana nella striscia di Gaza del gennaio scorso, la Gran Bretagna ha deciso di imporre un embargo molto limitato sulla vendita di armi a Israele.Secondo le prime indiscrezioni, l'embargo riguarderebbe solo cinque categorie di armamenti su 182. In particolare, si tratterebbe della fornitura di armi e pezzi di ricambio a delle motovedette lanciamissili del tipo Saar 4 o 5 della marina militare, impiegate nell’offensiva “Piombo fuso” di gennaio. continua qui “Piombo fuso”, embargo di Londra sulla vendita di armi a Israele commento: l'importante è iniziare..soprattutto se Israele punta all'Iran ( per me un "ricatto" alla comunità internazionale) tag:

Obama tra Iran e Israele: va’ dove ti porta il cuore

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Il presidente americano deve scegliere tra cuore e mente, tra valori e interessi. L'apertura all'Iran ha innescato uno scontro frontale con la nuova amministrazione israeliana, avvantaggiata dall'instabilità iraniana. Obama può cedere sul nucleare iraniano, ma per Netanyahu è un tabù. Per comprendere appieno l’impatto geopolitico della crisi iraniana conviene decrittarne il senso sullo sfondo del braccio di ferro Obama-Netanyahu. La sfida l’hanno lanciata gli Stati Uniti, sulla spinta di almeno tre vettori: lo stato di necessità in cui si dibattono e che li ha indotti ad aprire ai nemici giurati dello Stato ebraico, Iran in testa; la sensazione diffusa nell’establishment washingtoniano di essere stati menati per il naso dagli amici israeliani sempre e su tutti i dossier; e le convinzioni del presidente circa l’oppressione dei palestinesi, assimilata a quella sofferta dai neri d’America, fino ad accostarla all’Olocausto.continua Obama tra Iran e Israele: va' dove ti por

Sergio della Pergola: gli Israeliani si sentono ancora ebrei?

Gli israeliani si sentono ancora ebrei? E qual'è l’impatto della storica appartenenza askenazita e sefardita nel gioco dell’identità israeliana contemporanea? Ce lo rivela una nuova indagine dell’Ufficio Centrale di Statistica di Gerusalemme, che ha intervistato 7 mila e 400 persone dai 20 anni in su per scoprire le scelte della popolazione ebraica di fronte alle possibili alternative identitarie religiose, nazionali, regionali o professionali. Con il consolidarsi dello Stato d’Israele, è l’identità di israeliano (43% come prima scelta) che tende a prevalere sull’identità di ebreo (27%). Sappiamo anche che la seconda scelta identitaria è speculare alla prima e quindi il peso complessivo delle due identità principali è quasi identico. Al terzo posto l’identità di un paese o città d’origine (13%), solo quarte quelle etno-regionali (sefardita/askenazita, 12%), e infine un 5% di altre opzioni. L’identità di israeliano predomina fra i nati nel paese (52%) e fra i nati all’estero fuor