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David Grossman : il MO che verrà

Il noto studioso di Qabbalà Gershom Sholem coniò una volta il detto «Tutto il sangue va alla ferita». Mi sembra che non ci sia descrizione più azzeccata per il prezzo che il conflitto in Medio Oriente pretende dalle sue vittime. Tutto il nostro sangue, quello israeliano e quello palestinese, da più di un secolo va alla ferita aperta tra noi e, sgorgandone, dissangua le vite di giovani che si combattono l´un l´altro, di coloro che vivono nella paura e nella disperazione, nonché le risorse economiche, sociali e creative dei popoli in lotta, i loro tesori materiali e spirituali. Tutto il sangue va alla ferita. Moltissimi, in entrambi i popoli, non riescono più a credere che un giorno, in futuro, li attenda una qualsivoglia possibilità di vivere in pace. Nel popolo davanti a loro vedono un male esistenziale pressoché disumano nella sua crudeltà. Sempre più, nella coscienza israeliana e in quella palestinese, il conflitto si configura in termini assoluti e apocalittici. Nella bolla ermetica

Aliva Eldar che dire dellaa crescita naturale degli arabi?

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12/06/2009 Che dire della crescita naturale degli Arabi? Sembra che mai prima si sia scritto e detto tanto sulla “crescita naturale” di così pochi. Il problema della costruzione di insediamenti nella West Bank nell’interesse della generazione futura, sta minacciando di sabotare le relazioni di Israele con gli U.S., o mettere a repentaglio le relazioni del primo ministro Benjamin Netanyahu con i coloni ed i loro rappresentanti nel Likud e nella destra israeliana . Potrebbe non essere una coincidenza il fatto che i portavoce del governo insistono nel descrivere le case come destinate “al ritorno dei figli dal servizio militare” e non piuttosto come case per giovani coppie o per studenti. Ci sarebbe forse qualcuno che oserebbe accertare la situazione abitativa nei villaggi arabi o a Gerusalemme Est, di chi attualmente risiede sul suolo israeliano? al posto di quella dei coloni. I dati desumibili dall’Ufficio Centrale di Statistica per gli anni 2006-2007 (i dati statistici per il 2008 no

Israele: creato un serpente-spia telecomandato che si infila nella fogna per spiare il nemico

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12 giugno 2009. Potrebbe sembrare l’idea per un nuovo giocattolo robotizzato, ma il serpente-spia telecomandato ha ben poco di ludico. Per infiltrarsi oltre le linee nemiche, ed in particolare in ambienti di difficile accesso come i comandi o i bunker, Israele ha messo a punto un robot telecomandato dalla forma di un serpente che è in grado di strisciare sul terreno come un rettile e anche di passare nella rete fognaria. Anche per usi civili - Dotato di telecamere e di microfoni, il serpente-spia fornisce informazioni tattiche dettagliate alle unità israeliane che operano nelle sue vicinanze ed è anche in grado di trasportare ordigni che possono essere attivati, in caso di bisogno. Il serpente telecomandato può essere utilizzato anche a fini civili: ad esempio per ricercare superstiti sotto le rovine in zone terremotate. Azioni di guerra - I dettagli sulla nuova arma sono stati diffusi dalla televisione commerciale israeliana, Canale 2 , secondo cui finora sono stati m

Grossman: la mia notte tra i giovani drogati che provano a trovare se stessi

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Un momento prezioso è quando da sotto l´etichetta di "tossicodipendente", di "drogato", spunta all´improvviso la faccia di un essere umano, di un ragazzo - un bambino quasi - e qualcosa nel suo sguardo implora: «Guardami, prestami attenzione». Alle undici di sera, a "Magal" - un centro di disintossicazione di Gerusalemme ovest - si spengono le luci. Gli ospiti, dodici ragazzi e tre ragazze, ascoltano tranquilli, stesi a letto, i loro Mp3. Ritrovano la calma dopo le burrasche della giornata. «Sono esausti», mi dice Moshe Kron, 61 anni, fondatore e direttore del centro da diciassette anni. «Ci sono qui ragazzi che non hanno mai avuto un rapporto di vicinanza con un amico, con un compagno, con chicchessia, senza essere "fatti" o ubriachi. continua qui grossman La mia notte tra giovani drogati che provano a ritrovare se stessi

Gaza: ospedali e situazione sanitaria

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1"Abbiamo un bisogno disperato di chirurghi", ha raccontato a Electronic Intifada Nasser Tatter, capo dell’unità cardiologica dell’ospedale di Shifa. Secondo il medico palestinese, al momento a Gaza vi sono almeno 400 pazienti che aspettano di essere operati. Non mancano i casi di malati di cuore morti nella vana attesa di un intervento. A rendere particolarmente critica la situazione sanitaria della Striscia sono innanzitutto le sanzioni israeliane, attuate nel marzo 2006 – in seguito alla vittoria elettorale di Hamas - e rafforzate poco più di un anno dopo. Dopo tre anni di embargo, a Gaza è forte la penuria di medicinali essenziali, pezzi di ricambio per le apparecchiature ospedaliere e personale medico esperto. Le cose sono peggiorate drammaticamente negli ultimi mesi, dopo i 27 giorni di offensiva militare condotta da Israele all’inizio dell’anno. "Molti – afferma Tatter – hanno provato a partire, ad andare all’estero per essere operati. Ma il permesso di uscita gl

Naomi Klein, Noam Chomsky, and Neve Gordon : Si chiama Ezra Nawi

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Ezra Nawi è un attivista israeliano che si batte al fianco della popolazione beduina per contrastare la demolizione delle loro poverissime baracche e cacciarla dal territorio su cui vive da sempre. In una di queste operazioni a sud di Hebron è stato arrestato ai primi di maggio per avere ostacolato l'opera di demolizione dei buldozer israeliani. Il video di quest'azione lo avevamo messo su zeitun con il link all'articolo de The Guardian che denunciava il fatto. Link Leggi tutto. 2 Perché hai scelto il nome Ibn Ezra? Sono uno studente di filosofia ebraica e così sono venuto a sapere del filosofo ebreo e spagnolo dell'XI secolo Avraham ibn Ezra [in]. Ibn Ezra era un commentatore della Bibbia e ha scritto parecchio sul tema della coesistenza tra arabi ed ebrei nella Spagna musulmana. Dovendo trovare un nome per il mio sito, questa mi è parsa la scelta naturale. Tra l'altro è anche un interessante gioco di parole, visto che ibn Ezra significa letteralmente “fig

Yehuda Ben Meir : non trasformate Obama in un nemico

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Ho ascoltato attentamente ogni parola del discorso di Barack Obama. A parte alcune piccole sfumature, George W. Bush avrebbe potuto tenere lo stesso discorso. Sulla questione israelo-arabo-palestinese in particolare, non solo Bush avrebbe potuto tenere lo stesso discorso, ma lo ha fatto realmente: quasi tutto ciò che l’attuale presidente americano ha detto al Cairo era stato ripetuto molte volte dal suo predecessore. Non è stato Obama, dopotutto, che ha inventato la massima “due stati per due popoli” – questo concetto era al centro della visione del suo predecessore, il nostro grande amico alla Casa Bianca, fin dal 2002. Il tentativo di trasformare Obama in un nemico di Israele è disonesto, sciocco, irresponsabile e potenzialmente disastroso. Probabilmente vi saranno maggiori dispute fra Israele e il nuovo presidente americano, non solo a causa della sua chiara visione del mondo e della sua determinazione, ma anche a causa della miopia dell’attuale governo israeliano. Ma ritrarre Obama

Gli omosessuali in Siria che iniziano ad uscire dall'ombra superano su Internet le restrizioni sociali

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Gli omosessuali siriani stanno iniziando ad uscire dall'ombra dopo che un gruppo si è unito per lanciare un appello su internet per la tolleranza. Secondo un giornalista siriano i gay "stanno iniziando a diventare sempre più visibili in certi luoghi di incontro attorno a Damasco," come ad esempio una shopping area molto chic, un giardino pubblico vicino uno degli hotel più importanti della città e in alcuni pub nella città vecchia. Molti di coloro che sono dietro a questo atto coraggioso vengono dalla classe media della città, "la vera forza dell'emancipazione omosessuale," aggiunge il giovane reporter, e parlando a condizione di non essere identificato. "È Internet il luogo dove possono realmente esporsi," aggiunge. continua qui Verso la luce