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Uri Avnery:un metodo nella follia

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Quando in Israele un Primo Ministro ha appena perso una guerra, è seguito da accuse di corruzione e vede la sua popolarità crollare in caduta libera – che cosa può fare?Può dare inizio alle provocazioni .Una provocazione distoglie l’attenzione, genera titoli nei giornali, crea l’illusione del potere, irradia una sensazione di capacità di comando.Ma una provocazione è uno strumento pericoloso . Può dare luogo a danni irreversibili. Provocazione n° 1: la frontiera nord (ndt, tra Israele e Libano)Lungo la frontiera nord corre una linea di seprazione. Ma non dappertutto la linea coincide esattamente con un confine riconosciuto (la così detta Blu Line). Per ragioni topografiche, alcune sezioni della linea di demarcazione passano diversi metri a sud di questo confine.Questa è la situazione in teoria. Nel corso dell’anno, entrambe le parti in causa (ndt, libanesi e israeliani) si erano abituate a considerare la divisione come il confine attuale. Dalla parte libanese, gli abitanti dei villa

Gideon Levy: il buio di Gaza . Gaza è stata rioccupata, tutto il mondo lo deve sapere

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      6 settembre 2006 Il buio di gaza di Gideon Levy Gaza è stata rioccupata. Tutto il mondo, ma anche gli Israeliani, devono esserne informati. Si trova nella peggior condizione di tutti i tempi. Fin da quando è stato rapito Gilad Shalit, e ancora di più dallo scoppio della Guerra in Libano, le Forze di Difesa Israeliane non hanno fatto altro che infuriare ? non c'è altra parola che possa meglio descrivere quello che sta succedendo ? in tutta Gaza, uccidendo e demolendo, bombardando e cannoneggiando, indiscriminatamente. Nessuno ritiene necessario istituire una commissione di inchiesta; la questione non è neanche all'ordine del giorno. Nessuno esige una spiegazione sul perchè tutto questo venga fatto e su chi lo abbia deciso. Ma grazie alla copertura dell'oscurità della Guerra Libanese, le Forze di Difesa Israeliane sono ricorse nuovamente alle loro vecchie pratiche nella Striscia di Gaza come se non ci fosse mai stato alcun disimpegno. E quindi deve es

Grossman:se Israele potesse pensare al futuro

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In Israele faccio parte della generazione del primo decennio dopo la Shoah (uso il termine ebraico, piuttosto che quello di Olocausto). Sono nato nel 1954; e come i miei compagni, ho conosciuto i superstiti.Li abbiamo visti, i sopravvissuti della Shoah, li abbiamo sentiti a volte urlare di notte nei loro incubi. Quando trovavamo il coraggio di chiedere ai nostri genitori di raccontarci quelle esperienze, spesso rifiutavano di parlarne. Siamo cresciuti in questo silenzio Una ventina d´anni dopo, il mio primogenito, che aveva appena tre anni, è tornato dall´asilo sconvolto e mi ha chiesto cos´era la Shoah, chi erano i nazisti, cosa ci avevano fatto e perché lo avevano fatto. E ho scoperto all´improvviso la mia riluttanza a parlarne a mio figlio. Perché mi rendevo conto che una volta esposto alla nozione di quelle atrocità, al paesaggio della crudeltà del genere umano, quel bambino ancora così candido e ingenuo sarebbe stato in qualche modo contaminato, cambiato. Non sarebbe stato mai più

Jason Kunin: Ebrei in disaccordo

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L'autore dell'articolo che segue, Jason Kunin di Toronto, è membro di un gruppo chiamato Alliance of the concerned Jews of Canada (Alleanza degli ebrei preoccupati del Canada). (1)Questa lettera è stata firmata da altri membri.Una rivolta dal basso è in corso nelle comunità ebraiche nel mondo; una rivolta che ha gettato nel panico le organizzazioni oligarchiche che da sempre si atteggiano a portavoce della comunità. L'ultimo segno di panico è la pubblicazione, dal parte dell'American Jewish Congress, di un saggio di Alvin H. Rosenfeld, intitolato «Il pensiero ebraico progressista e il nuovo antisemitismo» che accusa gli ebrei progressisti di suscitare, con le loro critiche ad Israele, una nuova ondata antisemita. E' l'ultimo tentativo di identificare l'antisionismo all'antisemitismo, allo scopo di marginalizzare o far tacere le critiche ad Israele.Questa tattica è largamente usata in Canada.Bernie Farber, all'atto di essere nominato di

Iran embargo, Quartet statement, AIPAC trial

Haaretz:Iran If you missed this news item from the print edition, here's what Aluf Benn and I were reporting Wednesday: The Bush administration is planning to propose a new resolution against Iran at the United Nations Security Council that will call for stepping up sanctions against Tehran in an effort to thwart its nuclear ambitions. The U.S. will seek to include a partial embargo on arms sales in the resolution, with particular emphasis on the types of weapons that can be used by terrorists. In recent weeks, Israel has carried out a diplomatic campaign against the transfer of weapons to terrorist organizations, in an effort to establish this concept as part of a new international norm. At the center of the campaign lie the transfer of arms from Iran and Syria to Hezbollah in Lebanon, that are viewed to be an expression of Tehran's policy of aggression. The head of the planning directorate at the IDF, Maj. Gen. Ido Nehushtan, visited Washington last week and presented America

La crociata criminale di Bush e Olmert di Schuldiner

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La pace? I palestinesi? Che importanza possono avere queste «questioni secondarie» quando una commissione ad hoc rivela nelle sue conclusioni che la corruzione nella polizia israeliana deve portare alle dimissioni del suo capo? Il ministro per la polizia ha già nominato un nuovo comandante che però ha anche lui un passato problematico. La corruzione è un'interminabile telenovela che ogni giorno ci riempie d'emozioni e quindi l'importanza della pace e cose del genere passano in secondo piano.La posizione israeliana non è che un'altro capitolo della vergognosa campagna Israele-Stati uniti diretta a distruggere i pochi progressi in campo palestinese dopo l'accordo raggiunto alla Mecca con il patrocinio dell'Arabia saudita. Un accordo estremamente importante perché tocca da vicino alcuni dei problemi essenziali di tutto il Medio Oriente.Il re saudita Abdullah è stato costretto a prendere l'iniziativa quando l'asse Egitto-Giordania-Arabia saudita e gli al