Uri Avnery:un metodo nella follia



Quando in Israele un Primo Ministro ha appena perso una guerra, è seguito da accuse di corruzione e vede la sua popolarità crollare in caduta libera – che cosa può fare?Può dare inizio alle provocazioni.Una provocazione distoglie l’attenzione, genera titoli nei giornali, crea l’illusione del potere, irradia una sensazione di capacità di comando.Ma una provocazione è uno strumento pericoloso. Può dare luogo a danni irreversibili.
Provocazione n° 1:
la frontiera nord (ndt, tra Israele e Libano)Lungo la frontiera nord corre una linea di seprazione. Ma non dappertutto la linea coincide esattamente con un confine riconosciuto (la così detta Blu Line). Per ragioni topografiche, alcune sezioni della linea di demarcazione passano diversi metri a sud di questo confine.Questa è la situazione in teoria. Nel corso dell’anno, entrambe le parti in causa (ndt, libanesi e israeliani) si erano abituate a considerare la divisione come il confine attuale. Dalla parte libanese, gli abitanti dei villaggi coltivano campi fino alla divisione, campi che possono ben essere di loro proprietà.Adesso Ehud Olmert ha deciso di far precipitare la situazione rivelandosi come un grande ed invincibile guerriero. Il recentemente ritrovamento di esplosivo a pochi metri dalla Blu Line serve come pretesto. L’esercito israeliano dichiara che era stato sistemato lì pochi giorni prima dai combattenti Hizbollah travestiti da allevatori di capre. Secondo Hizbollah, si tratta di vecchi ordigni che si trovavano là fin dalla recente guerra.Olmert ha inviato truppe a ridosso del confine per condurre una “Hissuf” (scoperta) – una di quelle nuove parole in ebraico inventate dalla “lavanderia verbale” dell’esercito per abbellire le brutte cose. Significa svendere l’abbattimento degli alberi nel tentativo di migliorare la visibilità e facilitare le sparatorie. L’esercito ha usato il marchio di fabbrica dell’armamentario dello stato di Israele: i bulldozers corazzati.L’esercito libanese ha avvisato che avrebbe aperto il fuoco. Quando questo non ha avuto alcun effetto, hanno comunque sparato colpi a salve sopra le teste dei soldati israeliani. L’esercito israeliano ha risposto sparando diversi colpi di carro armato sulle postazioni libanesi e dunque – abbiamo avuto il nostro “incidente”.L’intero affare richiama alla memoria i metodi di Ariel Sharon negli anni Sessanta quando era capo delle operazioni del Commando del Nord. Sharon è diventato presto un esperto nel provocare l’esercito siriano nelle zone demilitarizzate che a quel tempo si trovavano nel confine tra i due stati. Israele rivendicava la sovranità sopra queste aree, mentre i siriani asserivano trattarsi di zone neutrali che non appartenevano a nessuno stato e sulle quali i contadini arabi, proprietari delle terre, potevano coltivare i loro campi.Secondo la leggenda, i siriani avevano audacemente messo sotto il loro controllo le alture che guardavano i villaggi israeliani che si trovano nella vallata di sotto. Ancora una volta i cattivi siriani (i Siriani erano sempre “cattivi”) terrorizzavano i kibbutzim indifesi sparandogli. Questo mito, che era creduto praticamente da tutti gli israeliani a quel tempo, è servito per giustificare l’occupazione nelle alture del Golan e la loro annessione ad Israele. Persino ora, i visitatori stranieri vengono condotti in un punto di osservazione sulle alture del Golan per mostrargli gli indifesi kibbutzim là sotto.La verità, che è stata messa in bella mostra fin da allora, era un po’ diversa: Sharon istruiva i kibbutzim ad andare nei loro ricoveri e dopo di che inviava trattori blindati all’interno della zona demilitarizzata. Come previsto, i siriani gli sparavano dalle loro postazioni.Ci sono state dozzine di “incidenti” di questo tipo.Adesso lo stesso metodo viene praticato dal successore di Sharon. I soldati e i bulldozers entrano nell’area, i libanesi sparano, i carri armati israeliani rispondono sparando.Hanno un qualche significato politico queste provocazioni? L’esercito libanese risponde a Fouad Sinora, il beniamino degli Stati Uniti e l’oppositore degli Hizbollah. Sulla scia della seconda guerra libanese, questo esercito è stato dispiegato lungo il confine, per espressa richiesta del governo israeliano, e questo è stato considerato da Olmert come un grosso vantaggio per Israele. (Fino ad allora, i comandanti dell’esercito israeliano si erano opposti con decisione all’idea di una presenza di truppe libanesi o internazionali nell’area, che sul terreno avrebbe potuto limitare la loro libertà di azione).Allora, quale è l’obiettivo di questa provocazione? La stessa di altre recenti azioni di Olmert: far crescere la popolarità per rimanere al potere, in questo caso creando tensione

Provocazione n° 2:
Il Monte del Tempio (ndt, Haram al Sharif)L’Islam ha tre luoghi santi: la Mecca, Medina e Gerusalemme. Alla Mecca questa settimana, i capi di Fatah e Hamas si sono riuniti per mettere fine alle reciproche uccisioni e dare vita a un governo di unità. Intanto che l’attenzione del pubblico palestinese era distolta da questo, Olmert ha colpito Gerusalemme.Come pretesto è servito il “Mugrabi Gate” (ndt, Morrocans Gate), un ingresso all’Haram al Sharif (“Il Nobile Santuario”), la grande piazza dove si trovano la moschea di al-Aqsa e il Duomo della Roccia. Dal momento che questo ingresso si trova più in alto del Muro Occidentale, collocato più in basso, ci si può arrivare solo attraverso un ponte o una rampa.Il vecchio ponte era collassato tempo fa, ed era stato rimpiazzato con una struttura temporanea. Ora l’”Autorità israeliana delle Antichità” sta distruggendo il ponte temporaneo mettendone al suo posto – come dicono – uno permanente. Ma i lavori appaiono essere molto più ampi.Come c’era da aspettarsi, ci sono state delle proteste. Nel 1967, Israele ha formalmente annesso quest’area dichiarando la piena sovranità sull’interno Monte del Tempio (ndt, alias l’Haram al Sharif). Gli Arabi (e tutto il mondo) non hanno mai riconosciuto l’annessione. In pratica, il Monte del Tempio è sotto il governo del Waqf islamico (il lascito islamico).Il governo israeliano ha argomentato che il ponte è separato dal Monte del Tempio. I Musulmani insistono che il ponte ne è parte. Dietro questa baruffa c’è una preoccupazione degli arabi e il sospetto che l’installazione del nuovo ponte sia solo un pretesto per qualcosa d’altro che sta accadendo al di sotto della superficie.Nella conferenza del 2000 a Camp David, la parte israeliana aveva fatto una bizzarra proposta: lasciare tutta l’area (ndt, la Spianata delle Moschee) ai musulmani ma con la sovranità israeliana su tutto quello che stava al di sotto della superficie. Questo rafforza il credo dei musulmani che Israele intenda scavare sotto il Monte (ndt, sotto le Moschee), per scoprire le tracce di un Tempio ebraico che era stato distrutto dai romani, 1936 anni fa. Alcuni credono che l’intenzione vera è quella di causare il collasso dei santuari islamici, in modo da poter costruire un nuovo Tempio al loro posto.Questi sospetti sono nutriti dal fatto che molti archeologi israeliani sono sempre stati i fedeli seguaci dei soldati nella propaganda ufficiale. Fin dalla nascita del moderno Sionismo, si sono impegnati in una disperata impresa per “trovare” prove archeologiche sulla verità storica dell’Antico Testamento. Fin’ora sono rimasti a mani vuote: non ci sono prove archeologiche dell’esodo dall’Egitto, della conquista di Caana e dei Regni di Saul, Davide e Salomone. Ma nel loro desiderio di provare quello che non può essere provato (dal momento che secondo la maggioranza degli archeologi e degli storici al di fuori di Israele – e anche di alcuni israeliani – le storie dell’Antico Testamento non sono altro che miti religiosi), gli archeologi hanno distrutto molti strati di quelle epoche.Ma questa non è la cosa più importante dell’attuale questione. Si può discutere fino alla fine dei giorni circa la responsabilità sul passaggio di Mugrabi o su quello che gli archeologi stanno cercando. Ma è impossibile dubitare che si tratta di una provocazione: è stata condotta con un operazioni militare a sorpresa, senza alcuna consultazione con l’altra parte.Nessuno sa cosa ci si può attendere da provocazioni di tal fatta meglio di Olmert, il quale, quando era sindaco di Gerusalemme, è stato responsabile dell’uccisione di 85 esseri umani – 69 palestinesi e 16 israeliani – in una simile provocazione, quando lui ha “aperto” un tunnel vicino al Monte del Tempio. E tutti ricordano, certamente, che la seconda Intifadah ebbe inizio con la provocatoria “visita” di Ariel Sharon al Monte del Tempio (ndt, alla Spianata delle Moschee).Per cosa? Per provare che Olmert è un leader forte, l’eroe del Monte del Tempio, il difensore dei valori nazionali, che non gliene frega nulla dell’opinione pubblica.

Provocazione n° 3:
Dopo che Haim Ramon è stato accusato di condotta indecente, il posto di Ministro della Giustizia è rimasto vacante. Con sorpresa, dopo aver innalzato una cortina di fumo ventilando i nomi di candidati accettabili, Olmert ha messo al suo posto un professore che si è dichiarato apertamente nemico della Corte Suprema e del Procuratore Generale.La Corte Suprema è quasi l’unica istituzione governativa in Israele che ancora gode della fiducia della grande maggioranza. L’ultimo presidente della Corte Suprema, Aharon Barak, una volta mi ha detto: “Non abbiamo eserciti. Il nostro potere si basa unicamente sulla fiducia del pubblico”. Ora, Olmert ha eletto un Ministro della Giustizia che è stato coinvolto per lungo tempo, secondo molte voci, nel distruggere questa fiducia. […]Si può notare in questo lo sforzo di Olmert, un politico che si sta trascinando dietro una lunga scia di casi di corruzione (molti dei quali sono attualmente sotto indagine della polizia e del Controllore di Stato), per danneggiare gli investigatori, il Procuratore Generale e i tribunali.Serve anche per vendicarsi del tribunale che ha osato accusare Ramon, suo amico e alleato. Lui, ovviamente, non si consulta con nessuno nel sistema giudiziario: non con il Procuratore Generale (chiamato ufficialmente “Consigliere Legale del Governo”) né con il Presidente della Corte Suprema, Dorit Beinish, che non può soffrire.Non sono un ammiratore incondizionato della Corte Suprema. E’ una ruota nel macchinario dell’occupazione. Non puoi contarci in materie come gli omicidi mirati, il Muro di Separazione, la demolizione delle case palestinesi e altri centinaia di altri casi sui quali la falsa etichetta di “sicurezza” venga sventolata. Ma si tratta dell’ultimo bastione dei diritti umani all’interno di IsraeleLa nomina del nuovo ministro è un attacco alla democrazia Israeliana e inoltre non meno pericoloso delle altre provocazioni.Che cosa hanno in comune le tre provocazioni? Per prima cosa: il loro carattere unilaterale. Quaranta anni di occupazione hanno creato una mentalità che distrugge ogni capacità e voglia di risolvere i problemi attraverso una comprensione reciproca, il dialogo e il compromesso.sia nelle relazioni interne che estere, i metodi della Mafia regnano: violenza, improvvisi scoppi, eliminazioni mirate.Quando questi metodi sono applicati da un politico perseguito per affari di corruzione, un disinibito mercante di guerra che sta lottando per sopravvivere in tutti i modi possibili – questa è davvero una situazione pericolosa.
Traduzione a cura di Patrizia Viglino
allegato
Il metodo Sharon

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