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Avraham Burg: la morte del sionismo

pubblicato sul quotidiano Yediot Aharonot. In Israele la rivoluzione sionista ha sempre poggiato su due pilastri: un cammino di giustizia e una leadership etica. Nessuno dei due è più operante in Israele . Oggi la nazione israeliana poggia su un’impalcatura di corruzione e su fondamenta di oppressione e ingiustizia. In quanto tale, la fine dell’impresa sionista è già alle porte. Vi sono concrete probabilità che la nostra sia l’ultima generazione sionista. In Israele potrà anche esservi uno Stato ebraico, ma sarà di un genere diverso, strano e spiacevole. Tempo per cambiare rotta ce n’è ma non molto. Occorre una visione nuova di una società giusta e la volontà politica di attuarla. Né si tratta semplicemente di un affare interno israeliano. Gli ebrei della Diaspora, per i quali Israele rappresenta un pilastro centrale dell’identità, devono ascoltare e farsi sentire. Se il pilastro crolla anche i piani superiori si schianteranno. L’opposizione non esiste, e la coalizione di governo, ca

Anna Momigliano : antisemita di sinistra io...?

Tutte queste polemiche sugli «ebrei antisemiti» hanno dato i loro frutti. Dopo lo studio pubblicato dall'American Jewish Committee, che puntava il dito contro gli ebrei liberal, e le aspre polemiche nate dal «documento dei 130», firmato da esponenti illustri della comunità ebraica britannica che, come Hobsbawm e Pinter, non si riconoscono nella politica di Gerusalemme, il dubbio si è fatto strada nella coscienza degli ebrei di sinistra nella diaspora («Ho due libri di Noam Chomsky, sarà grave?») e persino degli israeliani («Alle ultime elezioni ho votato Yossi Sarid, sono antisemita anch'io?») A dissipare dubbi e sensi di colpa ha provveduto però il Washington Post che, nel mezzo della polemica, ha pensato bene di inserire sul proprio sito internet un comodo quiz (a premi) per fare luce sulla questione: «Sei un antisemita di sinistra? Dieci semplici domande per capire se sei un progressista dabbene». Le domande sono tutte sullo stesso tono: «Di chi è la colpa della guerra in

Appello ebrei inglesi per la fine dell'occupazione

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:GERUSALEMME — L'anniversario che vogliono ricordare non è quello della nascita d'Israele (60 anni nel 2008) ma «i primi 40 d'occupazione di Gaza e della Cisgiordania». E lo commemorano con una «dichiarazione d'indipendenza», firmata da oltre 130 intellettuali ebrei che non si riconoscono nelle posizioni dei leader della comunità in Gran Bretagna. Independent Jewish Voices (IJV) is a network of individuals who wish to have a platform for critical debate on major political questions, the situation in the Middle East in particular. The initiative was born out of a frustration with the widespread misconception that the Jews of this country speak with one voice - and that this voice supports the Israeli government’s policies. Il manifesto è lungo, la critica condensata in poche parole: non si può mettere il sostegno allo Stato ebraico al di sopra dei diritti umani dei palestinesi.L'appello viene pubblicato oggi dal sito del quotidiano Guardian ed è stato sottoscritto, t

Governo di unità nazionale:Mazen,Barghouti,Haniye ?

1 Gaza, 5 febbraio - Il premier palestinese Ismail Haniye ha dichiarato a Gaza, alla vigilia del vertice interpalestinese alla Mecca, "Non abbiamo scelta se non arrivare a un'intesa". Haniye ha confermato che l'obiettivo è di raggiungere un accordo per un governo di unità nazionale.Parlando con Haaretz, l'esponente di al Fatah Qaddoura Fares ha detto che Hamas e al Fatah si metteranno d'accordo alla Mecca per formare un esecutivo di unità nazionale, perché non ci sono più questioni in sospeso tra le parti. Ismail Haniye sarà primo ministro, Salem Fayed, deputato liberale, assumerà la carica di vice premier e ministro delle Finanze, gli Esteri andranno a Ziad Abu Amar, gradito ad Abu Mazen, gli Interni, invece, verranno assegnati a un indipendente che il presidente dell'Anp sceglierà da un elenco presentato da Hamas . 2Israele guarda a Marwan Barghouti come alternativa a Hamas Tel Aviv, 5 febbraio - Per la seconda volta in poche settimane, il ministro dell&

Billau e SInigaglia: proposte di riflessione

Proposte di riflessione su Israele . Di fronte alla tragicità del momento storico in cui viviamo e di fronte al pericolo del cosiddetto scontro di civiltà che rischia di divenire una profezia che si autoavvera, come ebrei riteniamo nostro dovere mobilitarci per dare il nostro apporto alla costruzione di una convivenza tra popoli e religioni che richiami l’origine comune dell’esperienza umana, schierandoci contro la strumentalizzazione a fini di potere di versioni riduttive e chiuse delle proprie e altrui culture e religioni. In particolare, ci appelliamo a quella “sinistra ebraica” italiana che, soprattutto dagli anni ’80, si mobilitò per la fine della prima “avventura militare in Libano” dell’esercito israeliano e poi sviluppò significative iniziative di dialogo con i palestinesi residenti in Italia e di appoggio al “campo della pace” israeliano . CONTINUA IN http://www.unacitta.it/intervista.asp?id=1519 allegati : Noi, ebrei per la pace Un appello - l'Unità.it Andrea

Warschawski :proteggiamo i figli dalla guerra globale

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Non esistono guerre pulite, anche se ci sono a volte guerre giuste. La guerra è un mezzo barbarico che l'umanità si concede al fine di risolvere i suoi problemi, realizzare i suoi fantasmi di potere e di controllo o, al contrario, i suoi sogni di libertà e indipendenza. Ma di tutte le guerre, le più orribili sono le guerre di civilizzazione, quelle che considerano il nemico non come un avversario contro il quale si ha un contenzioso in corso, ma come gente barbara che occorre sradicare in quanto cultura, civiltà e identità, se non addirittura sterminarla in quanto comunità umana. Le crociate o altre "jidash" (guerre sante) e oggi la guerra di Bush "della democrazia contro l'asse del male" oppongono sempre civiltà e barbarie: il nostro campo è quello della civiltà, l'altro quello delle barbarie. L'aggressione israeliana contro il Libano (io volontariamente non utilizzo il concetto di guerra perché la guerra implica un minimo di reciprocità nell'us

Intervista a Mustafa Barghouti: i ghetti palestinesi

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Un Muro,voluto da Israele, che penetra nei territori occupati di Cisgiordania. Spezza villaggi. Divide famiglie. Distrugge terreni agricoli. E crea enclavi (aree in cui la gente sarà totalmente circondata dal muro) entro le quali vivono già oggi oltre 150mila palestinesi. La «barriera di difesa» voluta da Israele per far fronte agli attacchi terroristici ha stravolto i connotati della West Bank, delineando sul campo, e in modo unilaterale, i confini futuri dello Stato d’Israele. Il premier israeliano Olmert ha deciso di modificare il tracciato della «barriera difensiva» in costruzione in Cisgiordania, al fine di inglobare due insediamenti e isolare due villaggi palestinesi che contano 20mila abitanti. A rivelarlo è il quotidiano Haaretz, secondo cui all’altezza della città israeliana di Modiin Ilit il tracciato del «Muro» sarà spostato di 5 km oltre la linea verde che segnò il confine tra Israele e Cisgiordania nel 1967, a seguito della Guerra dei Sei giorni. In questo modo gli insedia

Vittorio FOA: Israele può sopravvivere solo se.........

«Israele può sopravvivere solo se diventa ponte di pace È una straordinaria riflessione che attraversa il tempo e che congiunge passato, presente e futuro, quella che Vittorio FOA.Il tema è Israele. La Diaspora. E la sinistra. Nella Giornata della Memoria uno dei padri della sinistra italiana si sofferma, con la consueta lucidità, sui temi di più scottante attualità.Partirei da una domanda che ripercorre un po' le aspre polemiche di questi giorni. Per Vittorio Foa cosa significa oggi essere «amico d'Israele»?«Vuol dire in primo luogo essere amico della sua sopravvivenza e del suo progredire. La linea della pura forza è la sua morte, non è la vita di Israele. Quando D'Alema, con il quale ho avuto molti dissensi sul piano politico ma che ammiro sul piano della politica estera, si è mosso sulla questione del Libano io ho ravvisato una cosa molto importante: Israele si considerava militarmente infallibile. La guerra della scorsa estate dimostrò che non era vero. L'iniziat