Appello ebrei inglesi per la fine dell'occupazione








:GERUSALEMME — L'anniversario che vogliono ricordare non è quello della nascita d'Israele (60 anni nel 2008) ma «i primi 40 d'occupazione di Gaza e della Cisgiordania». E lo commemorano con una «dichiarazione d'indipendenza», firmata da oltre 130 intellettuali ebrei che non si riconoscono nelle posizioni dei leader della comunità in Gran Bretagna.

Independent Jewish Voices (IJV) is a network of individuals who wish to have a platform for critical debate on major political questions, the situation in the Middle East in particular. The initiative was born out of a frustration with the widespread misconception that the Jews of this country speak with one voice - and that this voice supports the Israeli government’s policies.
Il manifesto è lungo, la critica condensata in poche parole: non si può mettere il sostegno allo Stato ebraico al di sopra dei diritti umani dei palestinesi.L'appello viene pubblicato oggi dal sito del quotidiano Guardian ed è stato sottoscritto, tra gli altri, da Harold Pinter, Stephen Fry, Mike Leigh, Eric Hobsbawm, Susie Orbach, Nicole Farhi. «Abbiamo riunito le nostre forze nella convinzione che un'ampia gamma delle opinioni tra la popolazione ebraica di questo Paese non sia riflessa da quelle istituzioni che sostengono di avere l'autorità per rappresentarla. L'appoggio a una potenza occupante è contrario ai principi ebraici di giustizia e compassione».La lettera non cita le organizzazioni che critica. Brian Klug, uno dei firmatari e docente di filosofia ad Oxford, spiega in un intervento, sempre sul Guardian, che sotto accusa è anche il rabbino capo Jonathan Sacks, che a una manifestazione aveva proclamato: «Israele, siamo orgogliosi di te». «Altri provano esattamente l'opposto», commenta Klug. Eppure è stato proprio il rabbino Sacks a criticare lo Stato ebraico «per il trattamento riservato ai palestinesi» e dopo gli scandali che hanno coinvolto Haim Ramon, ex ministro della Giustizia, e il presidente Moshe Katsav ha attaccato «la mancanza di senso etico nelle grandi istituzioni della società».Ai centotrenta non basta. Riconoscono, come scrivono nello statuto di «Voci ebraiche indipendenti», che «la battaglia contro l'antisemitismo sia vitale». Ma sono convinti che «questa lotta sia indebolita, se qualsiasi critica al governo israeliano viene etichettata automaticamente come antisemita».Nel marzo del 2006, un altro gruppo di intellettuali della sinistra britannica aveva pubblicato lo Euston Manifesto (dal nome della stazione della metropolitana a Londra, vicina al caffé dove si ritrovano) per criticare proprio posizioni come quelle espresse dalle «Voci indipendenti». «L'antisionismo è ormai talmente esploso che organizzazioni cosiddette liberal sono pronte a ospitare opinioni antisemite». Gli autori del manifesto ricordano «il diritto di israeliani e palestinesi all'autodeterminazione e quindi la necessità di garantire due Stati per due popoli».




dal corriere della sera diFrattini




articolo originale




Prominent Jews call for open debate on Israel




http://www.guardian.co.uk/israel/Story/0,,2005881,00.html




http://www.ijv.org.uk/

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