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Nablus:israeliani insieme ai bambini palestinesi

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I bambini della scuola di Nablus si sono vestiti a festa come dei nativi americani e si sono radunati per una pacifica manifestazione al checkpoint di Huwarra. Dall'altra parte del checkpoint, i pacifisti israeliani si sono radunati per supportare la loro manifestazione • Questo progetto esprime la volonta' di molti palestinesi e rappresenta la loro reazione all'occupazione senza sacrificare i loro bambini o se stessi.• Abbiamo programmato queste attivita' per esprimere la nostra resistenza all'occupazione in generale e, in particolare, alla chiusura di Nablus.• Speriamo che i cittadini di altri paesi e le organizzazioni supporteranno i bambini di Nablus in questa pacifica manifestazione al Checkpoint Huwarra. http://www.medioriente.net/?q=palestina_trenta_giorni_contro_confini_i_bambini_di_nablus_contro_loccupazione

Shulamit Aloni :è vero in Israele c'è l'Apartheid

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Noi diamo a tal punto per scontato che gli ebrei siano nel giusto, da ignorare quello che accade proprio davanti ai nostri occhi. E ci risulta del tutto inconcepibile che le vittime ultime, gli ebrei, possano compiere dei misfatti. Ma nonostante questo, lo stato d'Israele pratica una propria silenziosa, ma violenta, forma di Apartheid contro la nativa popolazione Palestinese.Il recente linciaggio condotto dall'Estabilishment ebreo-americana contro l'ex presidente Carter è stato dovuto al suo aver osato pronunciare la verità che tutti conoscono: la verita' sono le armi, il governo israeliano pratica una forma brutale di Apartheid nei Territori Occupati palestinesi. Queste armi hanno girato in ogni villaggio e citta' mettendo recinzioni, posti di blocco e prigioni. Tutto e' pronto per tenere sotto controllo i movimenti della popolazione Palestinese e creare grandi difficolta' nella loro vita. Inoltre, Israele impone il coprifuocho totale ogni volta che

"Ospedali di Gaza, dramma di un'infanzia ingabbiata"

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Ma i tassisti devono disperatamente trovare il carburante. In mattinata si apre uno spiraglio: dopo la quinta notte di bombardamenti contro obiettivi di Hamas, Israele ha riaperto alle merci il valico di Karni per permettere la ripresa di rifornimenti carburante, di derrate alimentari e medicinali. Ma la gente di Gaza non si fa illusioni: attende il peggio e si prepara a resistere. Panetterie e supermarket sono presi d'assalto da centinaia di donne che cercano di accaparrarsi generi di prima necessità in grado di soddisfare il bisogno delle loro famiglie, almeno per alcuni giorni. «Ho comprato 6 chili di farina per fare il pane in casa, latte in polvere per i miei bambini e un po' di scatolette. Certo, è poca cosa, ma sappiamo resistere e quello che ad altri basterebbe solo per qualche giorno, a noi palestinesi invece basta per settimane», dice Zahira, 41 anni e 5 figli, uscendo dall'«Al-Ein Supermarket» a Rimal, sul lungomare di Gaza City. «La strategia di rendere d

Uri Avnery:Olmert e Abu Mazen: il bacio della morte

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L'incontro con Abbas senza la liberazione dei prigionieri o la ripresa delle trattative non fa altro che rafforzare Hamas. Le «occasioni perdute» da Israele. Ora anche di fronte alle aperture della Siria Era dai tempi dell'abbraccio a Gesù di Giuda Iscariota che non si vedeva nulla del genere a Gerusalemme. Dopo essere stato boicottato per anni da Ariel Sharon e da Ehud Olmert, Mahmoud Abbas (Abu Mazen) due settimane fa è stato invitato alla residenza ufficiale del primo ministro israeliano. Qui, davanti alle telecamere, Olmert l'ha abbracciato e baciato con calore su entrambe le guance. Lo sguardo di Abbas era immobile e vitreo. In qualche modo questa scena ci ha fatto venire alla mente un altro incidente relativo ad un contatto fisico politicamente ispirato che avvenne all'incontro di Camp David quando il primo ministro Ehud Barak spinse Yasser Arafat, con forza, nella stanza dove Bill Clinton stava aspettandoli. In entrambi i casi si è trattato di un gesto che int

Moni Ovadia: fermare le armi e il baratro

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Moni Ovadia Se l’escaletion dovesse proseguire, il baratro del conflitto totale si aprirebbe sotto i nostri piedi CONTINUA QUI http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=0&idart=7099

Omicidi mirati l'Alta Corte di Israele pone ferrei limiti

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Editoriale di Haaretz, 18 dicembre 2006 La sentenza dell’Alta Corte di Giustizia sulla legalità degli omicidi mirati non da carta bianca a questi assassini, ne’ aiuta le forze di sicurezza israeliane a compierli. Li rende anzi più difficili, considerato che la decisione fissa per la prima volta ferree regole che rendono gli omicidi mirati un’eccezione che deve essere usata con misura hi si occupa di sicurezza dovrebbe leggere almeno le ultime tre pagine della sentenza, scritta dal presidente della Corte Suprema Dorit Beinisch. Esse contengono una chiara definizione di ciò che è permesso e ciò che è proibito, in pratica un sommario degli argomenti discussi a lungo dall’ex presidente della Corte Suprema Aharon Barak. Nonostante l’Alta Corte non abbia accolto la richiesta di mettere fuori legge gli omicidi mirati, le direttive stabilite assicurano che ogni omicidio che vada oltre questi limiti venga sottoposto al vaglio della magistratura. Se dovesse emergere, anche retrospettivamen