A metà fra Shakespeare e Kafka, il quotidiano israeliano Haaretz racconta oggi l'incredibile storia di amore e burocrazia di A., israeliana di Tel Aviv e M., palestinese di Gaza. Che oltre 25 anni fa, sfidando il conformismo, si innamorarono. E, a differenza di Giulietta e Romeo, riuscirono a coronare il loro sogno d'amore impossibile con le nozze. Matrimonio benedetto dal cielo, peraltro, con ben cinque figli. Almeno fino a qualche anno fa. Nel 2000, infatti, con lo scoppio dell'Intifada di al Aqsa, la famiglia, che risiede in Israele, inizia a passare i primi guai. A M., che non ha mai chiesto nè ottenuto la cittadinanza israeliana, viene concesso di restare, in deroga alle nuove leggi, grazie a una norma sull'unità familiare che lo dispensa dal rimpatrio coatto. Dopo qualche tempo, però, è la stessa A., in rotta con il marito, a sollecitare il ministro dell'Interno israeliano perché non gli rinnovi il permesso di residenza. A. che oggi non sa darsi pace di quell