«Siamo alla vigilia dell'assedio cruciale, dell'assedio più crudele, quello che seguirà all'esplosione della popolazione di Gaza e del massacro più brutale dell'esercito israeliano». Padre Manuel Musallam, unico sacerdote cattolico di Gaza City, dalla quale non esce dal marzo 2000, non trova più le parole per vedere la luce in fondo al tunnel: «Siamo obbligati a predicare la speranza in una situazione di disperazione: non c'è più benzina, non abbiamo viveri, la corrente è a giorni alterni, più di un milione di persone sono senza lavoro. Quei pochi che hanno un lavoro statale, insegnanti e poliziotti, non riescono a raggiungere i posti di lavoro; gli ospedali sono al collasso e le ambulanze non escono più: ci sono feriti che muoiono dissanguati perché nessuno è in grado di portarli in ospedale, ogni settimana troviamo cadaveri per strada. Questi sono crimini di guerra: è un regime disumano che non può continuare, la gente esploderà», è il grido del sacerdote.