Ebrei magici . Storie di ebrei chassidici, di rabbini riformati, di sesso, alcol e rock. VM18 Quando ho messo piede per la prima volta nell’appartamento di Ridge Street, nel Lower East Side di Manhattan, non ho visto molto, perché le luci erano spente. Era una stanza vuota, stretta e lunga, con una serie di divani in fila lungo il muro. Lattine vuote e bottiglie ovunque. Alle quattro di mattina c’erano rimasti solo i resti di una festa. Niente di insolito. Un ebreo chassidico giaceva svenuto a pancia all’aria, con la kippah appoggiata sul cuscino vicino alla testa. Da dentro i calzoni di lana il suo cellulare squillava furiosamente, con una suoneria di musica klezmer digitalizzata. Era del tutto immobile. Mi sono avvicinato, chiedendomi se fosse ancora vivo. Il telefono è squillato altre quattro volte, e poi lui finalmente ha cominciato a cercarselo in tasca, al che ho tirato un sospiro di sollievo. Si sentiva un canto provenire attutito da dietro una porta chiusa in fondo ...
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