Gideon Levy : I CONTI VANNO FATTI CON HAMAS, NON CON TUTTI GLI ABITANTI DI GAZA

 Gideon Levy

I conti vanno fatti con Hamas, non con tutti gli abitanti di Gaza - Palestina Cultura Libertà

I CONTI VANNO FATTI CON HAMAS, NON CON TUTTI GLI ABITANTI DI GAZA

Gideon Levy da Haaretz, 12.10.2023

A Gaza vivono esseri umani. Al momento è difficile perfino parlare di questo dato di fatto. Quando si sente parlare di “animali” perfino dal – molto esperto – ministro della difesa ed è l’argomento predominante per strada e negli studi televisivi, è difficile parlare dei residenti di Gaza come di esseri umani.

La verità è che il termine “animali” non è nemmeno appropriato per i crimini commessi sabato dagli invasori di Hamas: nessun animale commette atti barbarici come quelli che loro hanno commesso. E in ogni caso Gaza è la casa di oltre due milioni di persone, di cui circa la metà sono discendenti di rifugiati, una cosa che bisognerebbe tenere a mente ora, nonostante la difficoltà.

Hamas è il problema di Gaza e Hamas è un’organizzazione spregevole. Ma la maggior parte dei residenti della striscia di Gaza non è così. Prima di iniziare a spianare e distruggere e a sradicare e uccidere, dovremmo tenere conto di questo. I conti vanno fatti con Hamas, non con tutti gli abitanti di Gaza. Il cuore deve essere con loro, a prescindere da quanto profondamente si possa essere solidali con le vittime israeliane.

Dovrebbe essere possibile stare al fianco dei residenti del sud, continuando a tenere a mente che dall’altra parte vivono esseri umani proprio come loro. Dovremmo essere capaci di provare paura per il destino degli abitanti Gaza e di distinguere tra loro e la loro leadership di Hamas. Dovrebbe essere possibile, anche nell’atmosfera attuale, parlare degli abitanti di Gaza in termini umani.

Ho visitato il sud questa settimana, da Sderot a Re’im, e sono rimasto completamente sconvolto. Era impossibile non esserlo. Ho incontrato persone che hanno attraversato un incubo che non si può dimenticare e il mio cuore è con loro. Ma non ho potuto fare a meno di pensare che a pochi chilometri di distanza da loro, un disastro molto più grande sta capitando agli abitanti di Gaza. Già le immagini che arrivano da Gaza sono scioccanti. Ci sono voci che nelle strade già ci sia fosforo bianco. Ma più di tutto si tratta dell’impotenza delle persone che non hanno dove fuggire, nessun modo di proteggere i propri bambini, nessun posto dove nascondersi. A Gaza non c’è né rifugio né via d’uscita.

Mercoledì si alza un’ondata di fumo dopo gli attacchi israeliani a Gaza CityCredito: SALEH SALEM/ REUTERS

Questa settimana al sud c’è stata un’allerta rossa e siamo corsi in spazi sicuri ogni cinque minuti. Le sirene sono suonate anche a Tel Aviv. A Gaza non c’è allerta rossa, nessuna sirena e non c’è nessuno spazio sicuro. È Hamas a essere criminosamente responsabile di questo, ma la popolazione è completamente abbandonata al suo destino – donne, bambini e persone anziane senza alcun riparo che possa proteggerli dai bombardamenti. Provate a immaginarlo: bombardamenti senza sosta, senza preavviso. Bombardamenti indiscriminati, come dice il portavoce dell’IDF, “L’enfasi è sul danno, non sulla precisione.”

È difficile immaginare il terrore a Sderot. È ancora più difficile immaginare il terrore nel quartiere Rimal di Gaza. Non serve una competizione su quale popolazione stia soffrendo di più per riconoscere che anche la sofferenza a Gaza è sconvolgente. Per anni ho visitato case lì. Ho incontrato gente onesta, coraggiosa, determinata, con un senso dell’umorismo speciale. Ho documentato terribili sofferenze in molti luoghi del mondo, ma la gente non si è mai persa d’animo.

Diciassette anni di blocco mi hanno chiuso fuori da Gaza. Immagino che da allora sia cambiata. Una nuova generazione è nata in una disperazione ancora più grande. Ma è possibile restare indifferenti, in alcuni casi perfino di scherzare, alla vista di immagini da Gaza? Come è possibile? Com’è possibile dimenticare che questi sono esseri umani i cui antenati sono stati espulsi dalle loro terre e piazzati in campi profughi dove sarebbero rimasti?

Quartiere di Rimal a Gaza martedì

Erano esseri umani che Israele ha espropriato e espulso, che ha conquistato di nuovo nella terra in cui si erano rifugiati e che poi ha trasformato in animali in gabbia. Hanno già vissuto bombardamenti indiscriminati in precedenza, ma ora il peggio è tutto davanti a loro. Israele ha già annunciato che questa volta verranno rimosse tutte le limitazioni usate negli attacchi precedenti. Sì, centinaia di persone provenienti da Gaza hanno commesso crimini atroci, un prodotto di 17 anni di blocco e di 75 anni di sofferenze, con un passato insanguinato e nessun presente e nessun futuro. Ma non tutta Gaza ne è responsabile.

Mentre sono seduto nella stanza sicura del mio vicino a Tel Aviv, non riesco a non pensare al mio amico Munir che nella sua casa a Lakiya non ha alcun posto dove correre, e dopo aver subito un ictus non ha nemmeno la capacità di correre. Penso agli abitanti di Gaza ora mentre sembra che a nessun altro al mondo importi più di cosa gli succede.

Traduzione a cura di Sveva Haertter

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