Ospitando le famiglie degli israeliani detenuti da Hamas, il papa si impegna a lavorare per riportarli a casa

 Sintesi



Mercoledì Papa Francesco si è impegnato a lavorare per riportare a casa due civili israeliani e due soldati dell'IDF uccisi e detenuti da Hamas a Gaza.

Secondo i funzionari israeliani il papa ha fatto la promessa durante un'udienza di 45 minuti con le famiglie dei prigionieri in Vaticano.

“Il Papa ha promesso di lavorare con governi e leader religiosi, compresi i leader musulmani, per riportare indietro i figli”, si legge in un comunicato del ministero degli Esteri.


Francesco condivide una stretta amicizia con lo sceicco Ahmed al-Tayeb, il grande imam della moschea egiziana di Al Azhar ed è considerato da molti la massima autorità sunnita nella giurisprudenza musulmana.

Hamas attualmente detiene due israeliani vivi - Hisham al-Sayed e Avera Mengistu - insieme ai corpi di due soldati uccisi nella guerra di Gaza del 2014, Oron Shaul e Hadar Goldin. Francesco ha parlato con ognuna delle famiglie ed ha espresso particolare solidarietà alla sofferenza delle madri dei prigionieri.

"È così difficile consolare le lacrime di una madre", ha detto, secondo l'ambasciata di Israele presso la Santa Sede.

La visita, organizzata dal ministero degli Esteri in collaborazione con il ministero della Difesa, fa parte della campagna israeliana per mantenere la consapevolezza internazionale dei prigionieri. Le famiglie erano accompagnate da Rafi Schotz, ambasciatore di Israele in Vaticano, e Shuli Davidovich, capo dell'Ufficio del ministero per gli affari ebraici mondiali e le religioni mondiali.

File: Manifestanti in marcia con uno striscione che mostra i volti del civile israeliano prigioniero Avera Mengistu, e i defunti soldati Oron Shaul e Hadar Goldin della città israeliana di Ashkelon arrivano al kibbutz di Karmia il 5 agosto 2022. (JACK GUEZ / AFP)


L'evento non era un incontro privato formale , era ufficialmente parte delle udienze che il Papa offre regolarmente il mercoledì. Il Papa ha chiesto anche relazioni sulla storia di ciascuno dei quattro israeliani, che la Farnesina sta preparando.

“L'incontro è stato un atto umanitario significativo, e spero che si traduca in un aiuto tangibile da parte del Papa con l'obiettivo di riportare a casa i figli e alleviare le sofferenze delle famiglie”, ha detto Schotz.

Le famiglie hanno in programma di incontrare altri alti funzionari italiani, tra cui il vice primo ministro, il presidente della camera dei deputati e leader ebrei.

Le quattro famiglie hanno anche acceso le candele di Hanukkah a casa dell'inviato israeliano in Italia Alon Bar. Era presente anche il capo di stato maggiore dell'esercito italiano, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone.

Le famiglie dei prigionieri israeliani e dei soldati IDF uccisi a Gaza accendono le candele di Hanukkah a casa dell'inviato israeliano in Italia, Alon Bar, alla presenza del capo di stato maggiore italiano, l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, 21 dicembre 2022 (Ambasciata di Israele in Italia)

Sia al-Sayed che Mengistu  sono portatori di malattia mentale. I due cittadini israeliani hanno attraversato volontariamente il confine di Gaza tra il 2014 e il 2015 e da allora sono stati tenuti prigionieri da Hamas.

I due soldati, Shaul e Goldin, sono stati uccisi durante la guerra del 2014 e i loro corpi sono stati sequestrati da Hamas. Entrambe le loro famiglie hanno ripetutamente chiesto al governo israeliano di spingere per un accordo di scambio di prigionieri per ricevere i corpi dei loro figli.

Israele ha cercato un tale scambio, ma non è stato in grado di raggiungere un accordo con Hamas negli otto anni successivi. Hamas avrebbe chiesto il rilascio di un numero notevole  di prigionieri palestinesi.

A giugno, l'agenzia di stampa libanese Al-Mayadeen ha riferito che Hamas era pronto a condurre un "urgente scambio umanitario di prigionieri" per scambiare al-Sayed con il rilascio di tutti i prigionieri palestinesi malati nelle carceri israeliane.

Al-Mayadeen, una rete televisiva libanese, è ampiamente vista come vicina ai gruppi terroristici di Hezbollah e Hamas.

All'inizio di quest'anno, ci sono state segnalazioni di un'offerta israeliana di scambiare centinaia di prigionieri palestinesi condannati per reati di terrorismo - ma non omicidi - in cambio dei corpi e dei prigionieri.  Hamas  ha chiesto di più in cambio e i colloqui si sono bloccati.

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