Beinart: Come l'establishment ebraico americano giustificherà Itamar Ben-Gvir

Tradotto da : 

Giorgio Canarutto

Itamar Ben-Gvir è un politico israeliano di estrema destra, di un partito che è candidato a diventare il terzo più grande del parlamento israeliano quando ci saranno le elezioni all’inizio di Novembre.
Netanyahu che ha sdoganato Ben-Gvir e che è il più probabile prossimo Primo ministro, ha fatto un accordo che ha reso possibile la nascita del partito di Ben-Gvir, ha fatto campagna elettorale con lui, ci si aspetta che governi con lui; si pensa che Ben-Gvir potrebbe diventare ministro della sicurezza o della giustizia.
Per capire quanto questo sia incredibile (racconto) un poco su di lui. Itamar Ben-Gvir è un aperto e orgoglioso discepolo del rabbino Meir Kahane, ha una foto di Kahane a casa sua, lo chiama il suo eroe, è stato escluso dal servizio militare per il fatto di essere un membro del partito Kach, fondato da Kahane; il partito Kach era fuorilegge perché aveva esplicitamente nel programma l’espulsione di tutti i palestinesi da Israele, chiedeva il divieto al matrimonio e al sesso tra ebrei e non ebrei. Questa è la sua visione ideologica. Ben-Gvir ha cercato di ammorbidire le sue posizioni come hanno fatto altri politici quasi fascisti come Marine Le Pen in Francia o Giorgia Meloni in Italia. Ancora dichiara che Kahane è il suo eroe, non vuole più l’espulsione di tutti gli arabi ma solo di alcuni, solo di quelli “sleali”, (unloyal). Fino al 2020 Ben-Gvir aveva una foto di Goldstein appesa in casa, che ricorderete era un colono a Hebron che nel 1994 entrò nella moschea di Abramo, aprì il fuoco uccidendo dozzine di palestinesi.
Per rendere le cose ancors più deprimenti c’è che le organizzazioni ebraiche americane più influenti come AIPAC e AJC hanno detto chiaro che non si opporranno a che il partito di Ben-Gvir entri nel prossimo governo israeliano. Quando nel 2019 Gvir rappresentava un partito molto più marginale, che occupava solo due seggi, le maggiori organizzazioni ebraiche dicevano che Gvir non era accettabile, ma adesso che si prevede che avrà da dieci ai quattordici seggi, è troppo potente perché ci si opponga, dicono che non prendono posizione su faccende interne a Israele; Israele è in definitiva una democrazia. Questa è una posizione ridicola, prima di tutto perché è molto dubbio che tu possa chiamare democrazia un paese in cui milioni di persone che esso controlla non possono votare; ma anche se Israele fosse una vera democrazia; visto che queste stesse organizzazioni condannano di routine personaggi che abbiano un’agenda razzista o autoritaria, esse siano Donald Trump o Marine Le Pen o Giorgia Meloni o Victor Orban. Difendere la democrazia implica opporsi a persone con un’agenda apertamente fascista come quella di Ben-Gvir, però poiché Ben-Gvir è così popolare queste organizzazioni ebraiche dicono essenzialmente che non è nel loro ruolo criticare Israele se Israele decide di eleggere un candidato fascista. Questo non li ferma però nel criticare i palestinesi, se i palestinesi votano per partiti che a loro non piacciono.
Un altro argomento per sostenere Ben-Gvir è stato sostenuto da un articolo di Armin Rosen sul Tablet magazine, di tendenze di destra. Armin Rosen fa un ritratto di Ben-Gvir e scrive che il contesto dell’ascesa di Ben-Gvir è che nei passati trent’anni i centristi avrebbero venduto sogni che agli israeliani oggi paiono molto più pazzi di quello che Ben-Gvir dice di volere. In pratica l’articolo dice, certo è spiacevole, ma dobbiamo capire che se gli israeliani lo votano è perché gli israeliani di centro hanno sostenuto troppo progetti che sostenevano la pace con i palestinesi, troppo aperti ai “due Stati” e questo è risultato essere un errore; così chi può adesso criticare gli ebrei israeliani se votano Itamar Ben-Gvir? Questo è come dire: la colpa del fatto che gli israeliani votano Itamar Ben-Gvir sono gli ebrei progressisti o effettivamente i palestinesi; poiché i palestinesi sono così minacciosi, perché (secondo loro) avrebbero distrutto la soluzione dei due Stati, chi può realmente rimproverare gli ebrei israeliani se supportano un neofascista come Itamar Ben-Gvir?
Questo ricorda molto un certo tipo di discorso che c’è tra i cristiani bianchi in America che votano per Donald Trump e che si sente in continuazione; "certo sfortunatamente le persone votano per Donald Trump, uno apertamente razzista, un idiota politico che cerca di distruggere la democrazia americana, ma in fin dei conti lo fanno perché la sinistra americana e gli impegnati (woke people) non hanno avuto rispetto per loro, così chi può rimproverarli?" () Il contesto è essenzialmente nella logica americana di rimproverare i neri, le donne, le persone LGBT per il successo di un candidato profondamente ostile alla loro umanità e ai loro diritti. E vedete gli stessi argomenti nel Tablet magasine. Le persone da rimproverare per il successo di Ben-Gvir, una persona che ha un’agenda apertamente a loro contraria, sono i palestinesi, perché i palestinesi non avrebbero sostenuto abbastanza la soluzione dei due Stati, non sarebbero stati abbastanza condiscendenti con Israele ed il sionismo.
C’è un‘altra analogia che può aiutare a capire quello che sta capitando con Ben-Gvir e le organizzazioni come AIPAC che non lo oppongono è di nuovo pensare al fenomeno Donald Trump. Quello che è successo a partire dal 2015 è che i politici I repubblicani e molti esperti e attivisti moderati hanno fatto sempre più concessioni per andare avanti con Trump perché avevano paura di schierarsi contro di lui; prima hanno fatto piccole concessioni, poi hanno dovuto fare concessioni morali sempre più grandi, perché quella è la natura di Donald Trump, quindi hanno automaticamente dovuto diventare suoi sostenitori, fino a dover accettare l’insurrezione contro il congresso e rifiutare il risultato delle elezioni nel 2020. C’è un’analogia con quello che sta capitando con le organizzazioni ebraiche americane. In fondo, non esiste un principio che queste sosterrebbero fino a portarle ad un’opposizione al governo israeliano. Quello che succede è che in qualsivoglia modo si muova il governo israeliano queste organizzazioni si muoveranno per giustificarle, non importa dove si arrivi. Se il governo di Israele sostiene la soluzione dei due Stati le organizzazioni ebraiche americane magnificano il fatto che Israele la sostiene, ma se il governo israeliano vi si oppone esplicitamente, come ha fatto il governo Netanyahu, le organizzazioni ebraiche invece di dire che il governo israeliano si sbaglia, si rifugeranno nel dire che beh alla fine è una decisione di Israele, oppure diranno: “chi li può rimproverare, perché alla fine è colpa dei palestinesi se gli israeliani non vogliono più la soluzione dei due Stati”. Adesso vediamo che questo arriva fino a Itamar Ben-Gvir, discepolo dal punto di vista ideologico di un partito che vuole espellere i palestinesi, una persona che è stato alla testa di numerose marce violente che chiedevano l’espulsione di palestinesi dalle loro case. Ricordiamo che avvengono continuamente espulsioni in piccola scala, compresa una che espellerebbe più di mille palestinesi in Masafer Yatta, espulsione che è stata appena approvata dalla Corte Suprema. E io credo che se Israele si muovesse verso espulsioni di massa in larga scala possiamo già chiaramente prevedere che queste importanti organizzazioni ebraiche, AIPAC, AJC, altre, staranno zitte o troveranno un modo di giustificarlo dicendo, beh chi può rimproverare Israele perché sono i palestinesi ad averli forzati a questo, con la lotta armata, con la mancanza di volontà ad accettare i principi del sionismo, lo Stato ebraico, eccetera; la stessa logica che fa sì che le persone che sono vittima del razzismo del Partito Repubblicano, proprio loro, siano incolpate di essere la causa del fatto che adesso il Partito Repubblicano stia cercando di tornare indietro nel diritto di voto ai neri, nel diritto delle donne ad abortire, eccetera, eccetera. Questo è quello che vediamo in Israele negli Stati Uniti e penso nel mondo, con la sempre maggior crescita del fascismo. Il punto è che se non volete rimanere fermi sui principi contro le minacce alla democrazia fin dall’inizio vi troverete automaticamente nelle sabbie mobili, vi troverete a dover accettare anche le più terribili violazioni dei diritti e della dignità umana. E Itamar Ben-Gvir è l’ultimo esempio del fatto che il gruppo dirigente ebraico americano è disponibile a fare proprio questo.


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