Il probabile sabotaggio di Nord Stream e altre notizie interessanti Vedi Cartina

 

Carta di Laura Canali - 2020

Carta di Laura Canali – 2020

La rassegna geopolitica del 27 settembre. 

analisi di 

NESSUNO TOCCHI NORD STREAM

Poche ore prima dell’inaugurazione di Baltic Pipe, che da ottobre trasporterà il gas norvegese a Danimarca e Polonia, sono state registrate nelle acque attorno all’isola danese di Bornholm delle perdite di gas da Nord Stream 1 e Nord Stream 2, i due gasdotti che dovrebbero collegare a livello energetico la Russia e la Germania attraverso il Mar Baltico (Nord Stream 1 è stato chiuso a tempo indefinito dall’impresa energetica russa Gazprom a inizio settembre, Nord Stream 2 non è mai entrato in funzione per scelta politica tedesca; in entrambi i gasdotti c’è gas per motivi tecnici). Il Cremlino si dice molto preoccupato; tedeschi e danesi non escludono il sabotaggio, del quale è certo il premier della Polonia. È molto poco plausibile che si sia trattato di una serie sfortunata di incidenti.

Perché conta: Queste fughe di gas arrecano un danno che oggi è nullo ma domani può essere molto grave. Non tanto sotto il profilo materiale: Berlino e le altre capitali d’Europa danno da tempo per scontata la prossima interruzione dei flussi di gas russo e stanno cercando alternative; anche i mercati operano in questo scenario. Il danno maggiore è il rischio di un’escalation derivante dall’atto in sé o dalle narrazioni confliggenti che se ne possono fare.
La Russia ha già dimostrato di voler usare il gas come arma per fare pressione sui paesi europei e in particolare sulla Germania: il calcolo sinora errato del presidente Vladimir Putin è che la preoccupazione per l’impennata dei costi dell’energia dovuta all’interruzione dei flussi gasieri e per le sue ricadute industriali e sociali induca Berlino e il resto dell’Ue a un ripensamento sulle sanzioni contro Mosca. Sabotare i gasdotti sarebbe inutile per i russi dal punto di vista pratico – basterebbe continuare a non inviare gas – ma potrebbe rientrare nella strategia di spaventare gli europei, innalzando il livello della tensione.
Se avesse la certezza che si è trattato di un sabotaggio russo, il campo occidentale dovrebbe interpretarlo come il segnale della disponibilità a colpire infrastrutture strategiche per i paesi dell’Unione e a spezzare anche fisicamente i legami tra Mosca ed Europa (nel consorzio proprietario di Nord Stream Gazprom è in maggioranza, ma il 49% è in mano a imprese tedesche, olandesi e francesi). La concomitanza tra i guasti a Nord Stream e l’inaugurazione di Baltic Pipe non sarebbe una coincidenza, ma un avvertimento, tra l’altro precedente di poche ore il riconoscimento dell’esito dei referendum-farsa in Donbas, a Kherson e Zaporižžja.
Da qui una serie di domande inaggirabili – Putin è pronto anche a colpire i convogli che trasportano armi occidentali all’Ucraina? O addirittura i gasdotti che trasportano gas non russo? – che potrebbero portare alla conclusione che sia attualmente impossibile pensare di negoziare e bisogni piuttosto aumentare il sostegno all’Ucraina e la pressione sulla Russia.
Il Cremlino potrebbe cercare di rovesciare il ragionamento. Visto che il danneggiamento di Nord Stream non porta alcun beneficio pratico a Mosca, i sabotatori vanno cercati altrove. Per esempio in quella stessa Polonia che avversa non solo la Russia ma anche qualsiasi intesa russo-tedesca che non preveda il transito del gas sul suo territorio. O in quella Danimarca che arma l’Ucraina (l’incidente al Nord Stream 2 è avvenuto appena fuori dalle acque territoriali danesi). Oppure direttamente negli Stati Uniti, protettori di Varsavia e Copenaghen, esplicitamente contrari a Nord Stream 2 in quanto nemici giurati di Mosca (e sommessamente di Berlino, dunque dell’asse Mosca-Berlino) e in prima linea nel sostegno a Kiev.
Il sabotaggio e la successiva attribuzione della responsabilità alla Russia sarebbero dunque l’ennesimo complotto a stelle e strisce. Questa ricostruzione aiuterebbe a giustificare presso l’opinione pubblica il proseguimento dell’invasione e la rottura totale dei rapporti con l’Occidente; potrebbe essere inoltre diffusa tra i filorussi d’Occidente per incrinare il fronte anti-putiniano.
Un’alternativa a questo conflitto di narrazioni sarebbe ridimensionare il sabotaggio per evitare l’escalation; questa alternativa implicherebbe la rinuncia a capitalizzare geopoliticamente l’ondata emotiva generata da episodi così allarmanti.

Per approfondire: La cortina di acciaio


ALTRE NOTIZIE INTERESSANTI

  • Vladimir Putin ha dato la cittadinanza russa a Edward Snowden.
  • Prosegue la svolta anti-russa del Kazakistan.
  • Facebook ha individuato e smantellato una rete cinese che diffondeva disinformazione sul social network. Per la prima volta, l’operazione cinese aveva come bersaglio principalmente l’opinione pubblica statunitense ed era incentrata sulla politica interna degli Usa; un tentativo non riuscito di sfruttare la tempesta americana.
    Smantellata anche una rete russa di propaganda anti-ucraina avente come bersaglio principale la Germania e come obiettivi secondari la Francia, l’Italia, la stessa Ucraina e il Regno Unito.

LIMES NERD Gli anniversari geopolitici del 27 settembre



🔍🌎 Due narrazioni possibili sul sabotaggio di Nord Stream

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