Editoriale di Haaretz : l'occupazione sta andando fuori controllo
Il violento scontro tra soldati e palestinesi armati nel campo profughi di Jenin mercoledì, in cui quattro palestinesi, tra cui due ricercati, sono stati uccisi, potrebbe essere l'incidente più grave verificatosi di recente, ma non dovrebbe essere visto come un evento insolito . Nell'ultimo anno si è sviluppata una difficile situazione militare in Cisgiordania; decine di palestinesi sono stati uccisi, centinaia sono stati arrestati e il numero di avvertimenti di attacchi terroristici pianificati è aumentato vertiginosamente.
Alcuni di questi sviluppi possono essere attribuiti al fatto che l'esercito irrompe regolarmente nelle case palestinesi per svolgere missioni di importanza marginale, agli scontri sfrenati tra coloni e palestinesi e al fatto che i servizi di sicurezza palestinesi si sono astenuti dall'intraprendere azioni energiche contro i militanti armati .
Questa prospettiva ristretta ignora completamente i fondamenti che stanno guidando questa rivolta palestinese: l' espansione degli insediamenti , l'espropriazione delle terre, l'erezione di centinaia di posti di blocco, le gravi violazioni dei diritti umani e, soprattutto, la sistematica repressione di ogni iniziativa per le trattative diplomatiche. Israele pensava di poter costringere l'Autorità Palestinese ad agire contro terroristi e organizzazioni terroristiche ,anche se non stava mantenendo la propria parte negli accordi che aveva firmato con l'AP.
In risposta alla crescente violenza le soluzioni proposte sono principalmente tattiche, come la riduzione della portata delle operazioni dell'esercito in Cisgiordania o, in alternativa, operazioni puntuali e armi sofisticate come droni e pistole telecomandate che sparano munizioni contro i manifestanti e, infine, , anche un'operazione militare su larga scala. Queste idee mostrano che Israele ha concluso che non ha senso cooperare in materia di sicurezza con l'Autorità Palestinese, dal momento che si aspetta che l'autorità crolli in ogni caso, e ha abbandonato ogni tentativo di riprendere il dialogo con essa.
Questi presupposti di lavoro non sono disconnessi dalla realtà, ma non sono nemmeno resi necessari dalla realtà. Coloro che spingono per un'operazione militare a Jenin non possono garantire che un'operazione del genere non incendierà l'intera Cisgiordania e la Striscia di Gaza. Coloro che spingono l'AP al collasso non sono preparati a gestire le aree palestinesi della Cisgiordania senza l'AP. E coloro che si aggrappano all'impraticabilità politica come giustificazione per scappare dai negoziati, si troveranno di fronte a una realtà militare che detta le decisioni politiche invece che viceversa. L'occupazione mostra segni di perdita del controllo e, nonostante le imminenti elezioni, il primo ministro deve fermare questa corsa militare a capofitto e impedire a Israele di scivolare in una guerra i cui risultati non possono essere previsti.
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