Hana Salah : da Gerusalemme a Gaza sale la tensione

 Sintesi traduzione 

GAZA CITY, Striscia di Gaza –36 razzi e colpi di mortaio sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza contro il sud di Israele, il 24 aprile. Il 25 aprile sono stati lanciati altri cinque razzi. Israele ha risposto colpendo un certo numero di postazioni militari di  Hamas all'interno della Striscia di Gaza. 

Gli attaccji   sono ampiamente visti come collegati agli scontri avvenuti  a Gerusalemme  scoppiati dopo che la polizia ha installato barriere  vicino a Bab al-Amoud (Porta di Damasco) nella città.

Gli scontri scoppiati a Gerusalemme a metà aprile tra palestinesi e polizia israeliana e gruppi ebraici di estrema destra ,hanno portato a uno dei più violenti round di escalation tra Gaza e Israele  dopo la  cessazione degli attacchi transfrontalieri.

In un comunicato stampa del 24 aprile, il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente ,Tor Wennesland, ha dichiarato: "Sono allarmato dalle recenti escalation a Gerusalemme e a Gaza". Ha chiesto la cessazione degli " atti provocatori in tutta Gerusalemme " e ha sollecitato la cessazione immediata del "lancio indiscriminato di razzi verso i centri abitati israeliani".


Hazem Qassem, portavoce di Hamas nella Striscia di Gaza, ha detto ad Al-Monitor: “Gerusalemme è una priorità assoluta per tutto il popolo palestinese. È una dei luoghi   più sacri . L'escalation è arrivata come risposta  alle provocazioni ".

Il 26 aprile, la polizia israeliana ha rimosso le barricate a Gerusalemme in una mossa descritta da Hamas come una vittoria dei  gerosolimitani e dei  palestinesi contro le autorità israeliane. Qassem ha dichiarato : "La rimozione delle barriere da parte della polizia israeliana dopo la protesta dei giovani di Gerusalemme è un esempio delle capacità dei palestinesi di affrontare e imporre la loro volontà all'occupante".

Ma nonostante la relativa calma dopo la rimozione delle barricate, Qassem ha aggiunto  che la reazione di Gaza dipende dagli eventi di Gerusalemme. “Stiamo conducendo una battaglia delicata, con grande saggezza. Non possiamo permettere che Israele ci imponga il suo programma di escalation, sia a Gerusalemme che a Gaza. Le minacce israeliane alla Striscia di Gaza non sono nuove e non ci spaventano. Se l'escalation ci viene imposta, le fazioni della resistenza in tutta la regione risponderanno ".

Qassem ha spiegato che i razzi erano una dimostrazione di sostegno da Gaza ai gerosolimitani e il frutto  di un consenso nazionale da parte di tutte le fazioni armate di Gaza  :Israele ha iniziato questo round di escalation provocando i palestinesi nella città di Gerusalemme. Ha impedito loro di raggiungere la moschea di Al-Aqsa e ha installato barriere di ferro ".

Secondo Qassem, le fazioni della resistenza a Gaza hanno ricevuto molte chiamate da paesi arabi e da altri paesi che cercavano di calmare la situazione. Tuttavia, "la nostra posizione era chiara :  l'occupazione ha avviato l'escalation con il suo comportamento a Gerusalemme e chiunque  voglia  raggiungere la calma deve avviare la de-escalation".


Mustafa al-Sawwaf, analista politico palestinese vicino ad Hamas, ha detto ad Al-Monitor: “La risposta agli eventi di Gerusalemme è arrivata da Gaza  come  dimostrazione  di unità del popolo palestinese.  Ciò  ha rafforzato la posizione della resistenza palestinese :  qualsiasi escalation a Gerusalemme ne incontrerà un'altra a Gaza ".

Ha notato che le parti in conflitto vogliono evitare un confronto militare totale. "Le fazioni della resistenza  sono consapevoli della gravità della situazione economica a Gaza e vogliono evitare qualsiasi ulteriore deterioramento che potrebbe derivare da un nuovo confronto militare".

Tuttavia, un'ulteriore escalation rimane possibile ha spiegato Sawwaf,: "Se la situazione a Gerusalemme dovesse continuare a deteriorarsi, la resistenza risponderà con maggiore forza". 

Le proteste  nella Striscia di Gaza sono in corso dal 24 aprile nonostante il divieto di raduni imposto dal governo di Hamas per limitare la diffusione del coronavirus. Gli abitanti di Gaza sono scesi in piazza in solidarietà con i palestinesi a Gerusalemme e hanno bruciato pneumatici. Alcuni hanno lanciato granate al confine.


In risposta all'attacco missilistico da Gaza, il 24 aprile le autorità israeliane hanno vietato la pesca ai  pescatori palestinesi . Il divieto ha innescato una diffusa rabbia popolare . I gruppi  della Rete delle ONG palestinesi hanno condannato fermamente la decisione di Israele di chiudere la zona di pesca di Gaza definendola  un "attacco ai pescatori e una flagrante violazione dei loro diritti fondamentali. "

Nizar Ayyash, capo del sindacato dei pescatori di Gaza, ha detto ad Al-Monitor: "La chiusura della zona di pesca ha esacerbato le sofferenze di oltre 4.000 pescatori palestinesi a Gaza".

Il pescatore palestinese Khaled al-Habil ha sottolineato  ad Al-Monitor di essere molto deluso per la  chiusura israeliana della zona di pesca durante la stagione delle sardina e della sogliole. I pescatori hanno atteso la stagione, che va da fine aprile a giugno, per cercare di recuperare le perdite dell'anno scorso.

“Israele ci sta privando della nostra unica fonte di sostentamento. Io e 15 membri della mia famiglia ... dipendiamo dalla pesca. La chiusura ci obbligherà  a chiedere l'elemosina per le strade . Se  tale decisione di chiusura non verrà revocata, la violeremo e torneremo a pescare, consapevoli di quanto possa essere pericoloso. Le autorità israeliane minacciano di spararci se il divieto di pesca viene violato ".

Jamal al-Khudari, capo del Comitato popolare contro l'assedio nella Striscia di Gaza, ha detto ad Al-Monitor che il divieto è una punizione collettiva da parte di Israele contro i civili protetti dal diritto internazionale.


 GAZA CITY, Gaza Strip — One day after Palestinian factions threatened to launch a new round of violence against Israel, 36 rockets and mortar shells were fired from the Gaza Strip at settlements in southern Israel April 24. On April 25, five more rockets were fired from Gaza toward southern Israel. Israel responded by striking a number of Hamas military positions inside the Gaza Strip. 

The rocket attacks are widely seen as connected to the clashes in Jerusalem that erupted after police set up iron barricades near Bab al-Amoud (Damascus Gate) in the city.

The clashes that broke out in Jerusalem in mid-April between Palestinians and Israeli police and extremist right-wing Jewish groups have led to one of the most violent rounds of escalation between Gaza and Israel in months after cross-border attacks had subsided.

In an April 24 press release, UN special coordinator for the Middle East peace process Tor Wennesland said, “I am alarmed by the recent escalations in Jerusalem and around Gaza.” He called for ceasing the “provocative acts across Jerusalem” and urged an immediate cessation of “the indiscriminate launching of rockets towards Israeli population centers.”

Hazem Qassem, spokesperson for Hamas in the Gaza Strip, told Al-Monitor, “Jerusalem is a top priority for all Palestinian people. It is one of their holiest sanctities with its great Islamic religious and Palestinian symbolism. The escalation came as a response by the resistance to provocations.”

On April 26, Israeli police removed the barricades in Jerusalem in a move described by Hamas as a victory for Jerusalemites and Palestinians against the Israeli authorities. Qassem said, “The Israeli police’s removal of the barriers after the revolution of the Jerusalem youth is an example of the Palestinians’ capabilities to confront and impose their will in the face of the occupier.”

But despite the relative calm since the barricades’ removal, Qassem said Gaza's reaction depends on the events in Jerusalem. “We are waging a delicate battle, with great wisdom. We cannot allow Israel to impose its escalation agenda on us, whether in Jerusalem or in Gaza. The Israeli threats to the Gaza Strip are not new and do not frighten us. If escalation is imposed on us, the resistance factions across the entire region will respond.”

Qassem explained that the rockets were a show of support from Gaza to Jerusalemites and the product of a national consensus by all the armed factions in Gaza.

The Joint Chamber of Military Operations for Palestinian Factions issued a statement on April 24 warning, “Harming Jerusalem is a red line.”

Qassem added, “Israel started this round of escalation by provoking Palestinians in the city of Jerusalem. It prevented them from reaching Al-Aqsa Mosque and installed iron barriers.”

According to Qassem, the resistance factions in Gaza received many calls from Arab and other countries trying to calm the situation. However, “Our position was clear that the occupation is the one that started the escalation with its behavior in Jerusalem and any party that wants to achieve calm must initiate de-escalation.”

Mustafa al-Sawwaf, a Palestinian political analyst close to Hamas, told Al-Monitor, “The response to the events in Jerusalem came from Gaza in a show of unity of the Palestinian people. The response solidified the position of the Palestinian resistance that any escalation in Jerusalem will be met with another in Gaza.”

He noted that the parties to the conflict want to avoid an all-out military conflict. “The resistance factions in Gaza are aware of the seriousness of the economic situation in Gaza and they want to avoid any further deterioration that could result from a new military confrontation,” he added.

However, further escalation remains possible, Sawwaf explained, warning, “Should the situation continue to deteriorate in Jerusalem, the resistance will respond with greater force." 

Protests in the Gaza Strip have been ongoing since April 24 despite the ban on gatherings imposed by the Hamas government to limit the spread of the coronavirus. Gazans took to the streets in solidarity with the Palestinians in Jerusalem and burned tires. Some threw grenades at the border.

In response to the rocket attack from Gaza, the Israeli authorities banned Palestinian fishermen from the Gaza coast on April 24.

The ban triggered widespread public anger. In a statement, a copy of which was sent to Al-Monitor, agricultural groups in the Palestinian NGOs Network strongly condemned Israel's decision to close the Gaza fishing zone as an “assault on fishermen and a flagrant violation of their basic rights by denying them access to their livelihoods.”

Nizar Ayyash, head of the Gaza fishermen's union, told Al-Monitor, “Closing the fishing zone exacerbated the suffering of more than 4,000 Palestinian fishermen in Gaza.”

Palestinian fisherman Khaled al-Habil told Al-Monitor he is very disappointed by the Israeli closure of the fishing zone during the sardine and sole fishing season. Fishermen have been waiting for the season, which runs from the end of April to June, to try to make up for last year's losses.

Habil, who has been fisherman for more than 40 years and, told Al-Monitor, “Israel is depriving us of our only source of livelihood. I and 15 members of my family … depend on fishing to to feed everyone. The closure will send us begging in the streets.”

Fishermen in Gaza are bracing for an escalation if the closure continues, according to Habil. “If the closure decision is not lifted, we will violate it and go fishing again, aware of how dangerous this could be. Israeli authorities threaten to shoot us if the fishing ban is violated.”

Jamal al-Khudari, head of the Popular Committee Against the Siege in the Gaza Strip, told Al-Monitor that the ban is a collective punishment by Israel against civilians protected by international law.


Sparks from Jerusalem rain on Gaza's tinderbox



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