Amira Hass :Nemmeno gli Europei si preoccupano davvero dei Palestinesi

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L’indolenza dell’Unione Europea si è rivelata ancora una volta in tutta la sua vergogna. L’UE è brava a fare beneficenza ai Palestinesi e a fare prediche sullo stato di diritto. Non riesce ad agire politicamente quando si tratta di fermare i piani di Israele di concentrare i Palestinesi della Cisgiordania in riserve e liberare così la maggior parte della terra per gli Ebrei.

Dove sarà l’UE quando i sostenitori del kahanista Itamar Ben-Gvir e l’erudito sostenitore di trasferimenti Bezalel Smotrich diventeranno ancora più forti, come sembra probabile visti gli atteggiamenti anti-arabi degli Haredi e dei cosiddetti adolescenti sionisti religiosi in Israele? Cosa farà quando metteranno in atto le loro minacce di espellere i Palestinesi “sleali verso Israele” oltre i confini della “Grande Terra di Israele”? Manderà le sue organizzazioni umanitarie a distribuire tende e insegnare ai Palestinesi l’igiene nelle condizioni del deserto?

Lunedì, per la quinta volta quest’anno e la sesta da novembre, le forze armate e dell’Amministrazione Civile israeliana hanno raso al suolo e sequestrato strutture a Khirbet Humsa, nella Valle del Giordano settentrionale. Il loro bottino questa volta: 17 tende, cinque delle quali servivano da recinti per animali, sette recinti aperti, quattro serbatoi d’acqua e alcune tende che non erano state ancora piantate. Israele vuole che l’intera comunità si trasferisca a ovest, in una riserva ad essa assegnata, formalmente affinché l’esercito possa addestrarsi nell’area, ma –come insegna l’esperienza di oltre 73 anni– in realtà per fare più spazio per gli Ebrei, in questo caso gli insediamenti di Ro’i e Bekaot sui due lati di Humsa. Molte delle strutture distrutte o confiscate sono state donate da stati europei, i cui rappresentanti hanno addirittura visitato il sito tre volte.

L’Ufficio del Rappresentante dell’UE a Gerusalemme ha già affermato che si tratta di un trasferimento forzato che viola il diritto internazionale, come quelli già effettuati o pianificati per il futuro nella Cisgiordania meridionale. Come quelli eseguiti quotidianamente dalle armi privatizzate dell’esercito e dell’Amministrazione Civile, quei proliferanti avamposti che assomigliano a ranch di cowboy armati e violenti, dietro i quali si trova il movimento di espropriazione Amana. L’eterno direttore di Amana, Ze’ev Hever, ha confermato domenica ciò che è chiaro da tempo a tutti gli attivisti di Ta’ayush e Machsom Watch: in termini di furto di terra ai Palestinesi e promozione delle espulsioni, questi ranch sono più efficaci delle costruzioni negli insediamenti  Il piano di Israele di allestire riserve per Palestinesi è noto ed è contrario alla politica ufficiale dell’Europa, ma negli ultimi dieci anni è stato accelerato apertamente e senza vergogna. L’incapacità europea di fermarlo non ha nulla a che fare con la crisi del coronavirus, con qualche debolezza interna o coi disaccordi tra Ungheria e Francia. Testimonia l’apatia fondamentale dell’Europa, il cui colonialismo del XIX secolo è ora vivo e vegeto nella terra tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Dopo tutto, la posizione internazionale dei Palestinesi, a differenza di quella di Israele, è molto debole; non hanno dietro di loro superpoteri o grandi forze economiche capaci di mordere.

Gli Ebrei israeliani del nord di Tel Aviv, ad esempio, o di Dimona o Mishmar Ha’emek, non si preoccupano del fatto che ogni giorno il loro esercito, i loro amici e parenti e loro stessi effettuino qualche piccolo trasferimento, garantendo con i loro cannoni che la riserva di Gaza rimanga isolata e tagliata fuori. Come lo sappiamo? Guarda i notiziari, vedi quali post sono popolari sui social media e nota come siano pochi gli Israeliani che sostengono i Palestinesi contro i loro predatori. Ma è proprio per questo che abbiamo il diritto internazionale, le convenzioni sui diritti umani, la ricerca storica e le scuse europee per i crimini del passato, al fine di prevenire nuove catastrofi che sono il prodotto dell’azione umana, della politica e degli interessi economici.

Solo dolorose sanzioni politiche ed economiche imposte dall’Europa insegneranno al pubblico ebraico israeliano che non può avere il meglio di entrambi i mondi: ricevere sostegno incondizionato come “l’eterna vittima collettiva e sopravvissuta” del progetto di espulsione e genocidio portato avanti in Europa nel Anni ’30 e ’40, e allo stesso tempo predisporre anche loro un progetto di espulsione e spoliazione che sembra non avere fine.

https://www.haaretz.com/opinion/.premium-the-europeans-don-t-really-care-about-the-palestinians-either-1.9565079

raduzione di Donato Cioli – AssopacePalestina


Nemmeno gli Europei si preoccupano davvero dei Palestinesi

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