Amira Hass : LO SHOCK EMOTIVO DEGLI ISRAELIANI PER LA VIOLENZA DELLA POLIZIA DURANTE LE PROTESTE ANTI-NETANYAHU È SCONVOLGENTE

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    Per un momento ho pensato di iniziare scrivendo che accolgo con favore ogni colpo sferrato da un ufficiale di polizia ebreo a un manifestante ebreo in Balfour Street a Gerusalemme. Ma ho cambiato idea. La polizia violenta, che sta suscitando un tale fermento tra i mezzi d’informazione in questi giorni, si trova sullo stesso continuum di stupratori individuali e di gruppo, molestatori sessuali, insegnanti di scuole materne che abusano di bambini piccoli e bulli dei social media. Ho cambiato idea perché nella mia ricerca di elementi per questo articolo, questa trama letteraria ("Accolgo con favore ogni colpo,"...) Non si applica a tutte le parti di quel continuum.

    Tutti questi individui sono persone con autorità e mezzi, che ricorrono alla violenza per percuotere e causare sofferenza agli altri, solo perché possono. Sentirsi forti e superiori, spaventare e reprimere. E per autocompiacersi. Non dimentichiamo questo aspetto. Il piacere e la soddisfazione sono una componente importante per dimostrare la superiorità, nell'atto di causare dolore a un'altra persona.

    Tutte le recenti straordinarie espressioni sono incoraggianti: dalle manifestazioni spontanee contro la cultura dello stupro e l'atteggiamento indulgente verso gli atti di violenza e molestie, alle condanne dei media che mettono la polizia sulla difensiva. Tale stravolgimento è la prova dell’integrità di una società.

    Questo da un lato. D'altra parte, tuttavia, il trauma per la violenza della polizia in Balfour Street è sorprendente. O per essere più precisi, è scioccante. Dimostra che la società israeliana non capisce quanto sia profondamente intrappolata in una cultura della superiorità, del diritto di nascita e del diritto divino di esercitare la forza per ottenere soddisfazione, proprietà immobiliari e una forza lavoro a buon mercato e sottomessa.

    O ancora, per essere precisi: la società israeliana vive in uno stato di negazione cosciente. Si rifiuta di interiorizzare la portata della violenza che sta alimentando. E non mi riferisco solo alla violenza della polizia contro i palestinesi a Gerusalemme Est o contro i palestinesi che sono cittadini israeliani.

    53 anni di occupazione militare, di polizia e dei servizi di sicurezza dello Shin Bet su circa 5 milioni di persone sono esattamente questo: Violenza. Supremazia. Compiacimento per la violenza e la superiorità. Ogni pietra di ogni casa in ogni insediamento ebraico è proprio questo: violenza e sopraffazione prolungata, che viene difesa giorno e notte da bande e generazioni di nostri figli in armi.

    Come parte della loro missione per appropriarsi delle proprietà immobiliari palestinesi in Cisgiordania, escono per fare arresti ogni notte, compresi i minori. Li gettano sul pavimento dei blindati, li ammanettano e li bendano. In circa il 50% dei casi colpiscono i minori. Uno schiaffo qui, un calcio o una spinta là. Perché possono.

    Aprite il sito internet dell'organizzazione per i diritti umani #BTselem nella sezione "Aggiornamenti". Troverete diversi esempi di percosse, scherno e abuso da parte dei soldati delle forze di difesa israeliane in uniforme. Si, lo so. La propaganda estremista ha avuto successo. Per essa la testimonianza di un arabo su un attacco, non documentata integralmente in un filmato, da ogni angolazione, e preferibilmente sullo smartphone dei soldati stessi, è inutile. A proposito: anche questa è violenza, credere principalmente alla versione degli eventi sostenuta dall’occupante, quello al potere. Quello forte, che siamo noi.

    Eppure, forse il colpo fisico sferrato da un agente di polizia ha smosso qualcosa nel meccanismo di negazione collettiva, e vi renderete conto del collegamento tra esso e la violenza sistemica esercitata dai soldati, di cui solo una minima parte raggiunge il sito web di B’Tselem. Nessuna uccisione. Ferite superficiali. Solo violenza accidentale, lungo la strada. Perché possono.

    Passando da B’Tselem a un altro sito internet che documenta i crimini dell’occupazione, quello dell'organizzazione per i diritti umani #YeshDin. Leggendo le statistiche: le possibilità che una denuncia palestinese sulla violenza di un soldato contro di lui porti a un procedimento penale sono dello 0,7%. E c'è bisogno di ricordare fino a che punto i cittadini ebrei israeliani che aggrediscono i palestinesi e devastano i loro frutteti, nella maggior parte dei casi, vengono assolti da un'indagine e da un procedimento giudiziario della polizia?

    Da gennaio al 10 agosto 2020, le Nazioni Unite hanno contato 163 episodi di aggressione da parte di ebrei israeliani, dagli insediamenti, contro palestinesi. Di questi 49 erano attacchi fisici che hanno causato feriti e contusi. Ci sono stati 114 attacchi contro frutteti, raccolti, coltivazioni e altre proprietà. Come si può definire questa sistematica indulgenza su dette aggressioni, se non un ripetuto attacco sferrato da tutta la società Israeliana?

    Amira Hass è corrispondente di Haaretz per i territori occupati. Nata a Gerusalemme nel 1956, Amira Hass è entrata a far parte di Haaretz nel 1989, e ricopre la sua posizione attuale dal 1993. In qualità di corrispondente per i territori, ha vissuto tre anni a Gaza, esperienza che ha ispirato il suo acclamato libro "Bere il mare di Gaza". Dal 1997 vive nella città di Ramallah in Cisgiordania. Amira Hass è anche autrice di altri due libri, entrambi i quali sono raccolte dei suoi articoli.

    Trad: Beniamino Rocchetto

    Versione accessibile: https://www.haaretz.com/…/.premium-israelis-shock-at-police…

    Israelis' shock at police violence at anti-Netanyahu protests is quite shocking Amira Hass | Aug. 25, 2020 | 11:29 PM | 11 For a moment I thought I would begin by writing that I welcome every blow delivered by a Jewish police officer to a Jewish demonstrator on Jerusalem’s Balfour Street. But I changed my mind. Violent police – who are arousing such shock among the mainstream media these days – are situated on the same continuum as individual and gang rapists, sexual harassers, nursery school teachers who abuse toddlers and social media bullies. I changed my mind because in my search for a lead for this article, this literary stratagem (“I welcome every blow,” etc.) does not apply to all parts of that continuum. All those individuals are people with power and physical strength, who resort to violence in order to harm and cause pain to others – just because they can. To feel strong and superior, to scare and silence. And in order to enjoy themselves. Let’s not forget that dimension. Enjoyment and satisfaction are an important component in demonstrating superiority, in the act of causing pain to another person. All the recent expressions of shock are encouraging: from the spontaneous demonstrations against rape culture and the forgiving attitude toward acts of rape and harassment, to the condemnations in the media that are putting the police on the defensive. Such shock is evidence of the health of a society. That’s on the one hand. On the other hand, however, the shock at police violence on Balfour Street is surprising. Or to be more precise – it’s shocking. It demonstrates that Israeli society does not understand how deeply mired it is in a culture of superiority, of birthright entitlement and of the divine right to exercise our muscles to attain satisfaction, real estate and a cheap and submissive work force. Or again, to be precise: Israeli society is living in a state of conscious denial. It refuses to internalize the scope of violence that it is nurturing. And I refer not only to police violence against Palestinian in East Jerusalem or against Palestinians who are Israeli citizens. Fifty-three years of military, police and Shin Bet security service domination over about 5 million people are exactly that: violence. Supremacy. Satisfaction with the violence and the supremacy. Every floor tile in every house in every Jewish settlement is just that: arrogant, prolonged violence, which is defended day and night by brigades and generations of our delicate and armed children.


    L'immagine può contenere: ‎1 persona, ‎in piedi, ‎il seguente testo "‎הה סתה שלוםעכשין הורגת ההסתה‎"‎‎‎


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