Israele politica nazionale-estera-militare S ono le sette di sera del 2 marzo 2017 in un autolavaggio di Ciudad Altamirano, una cittadina di nemmeno 40 mila anime nello stato di Guerrero, in Messico. Su un’amaca, al riparo dalla strada, il giornalista freelance Cecilio Pineda Birto sta aspettando che la sua macchina venga pulita. Difficile dire il suo stato d’animo, se fosse tranquillo o meno. La città si trova in una regione, la Terra Caliente, da tempo teatro di scontri tra bande di criminalità organizzata rivali, e Pineda Birto per lavoro fa proprio quello: racconta — prima da collaboratore di testate come El Universal e La Jornada Guerrero , poi sui suoi canali social, al motto “le notizie all’istante” — casi di corruzione, crimini locali e le loro dinamiche. I loro protagonisti, soprattutto. Il giornalista diventa presto scomodo. E Pineda Birto ne è ben conscio. Già nel 2015, la sua attività di denuncia sistematica aveva portato a un agguato fuori dalla sua abitazione:
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