Valigia blu : Alcune considerazioni sul coronavirus in Italia >
Valigia Blu
Ieri alle 19:23 ·
"Il livello della discussione che segue al primo, atteso, focolaio italiano di covid-19 mi fa venire voglia di tacere.
Ma siccome tutti chiedete il mio parere mi limito ad alcune considerazioni sparse:
- la comparsa di casi e di trasmissione, per ora limitata, in Italia era assolutamente prevedibile, prevista e probabilmente inevitabile;
- nessuno ha mai detto che non sarebbe accaduto, tranne chi, dopo aver inondato la rete e i social di benzina, è andato in tv a dire che in Italia il rischio era zero. Affermazione che, terremoto dell'Aquila docet, gli scienziati italiani dovrebbero aver imparato a evitare;
- la comparsa del virus fuori dalla Cina era prevista e inevitabile. Prima che fosse dato l'allarme arrivavano solo a Fiumicino tre voli al giorno solo da Wuhan, e comunque, indipendentemente da quelli, milioni di persone sono usciti dalla città prima del lockdown;
- la comparsa di un focolaio in Italia, dopo Germania, Francia e UK, era prevedibile anche in relazione al volume di traffico con la Cina, e, dopo il blocco dei voli diretti, comunque grazie a quelli indiretti, più difficili da controllare, ma anche, nell'ultimo periodo, col Giappone, la Corea, Singapore, di fatto tutto l'Estremo Oriente;
- in Canada abbiamo anche un caso importato dall'Iran, perciò ormai anche il criterio di provenienza potrebbe avere poco significato;
- pensare di chiudere ciascuno dei Paesi in cui ci sono casi, e all'interno di ogni Paese le regioni dove c'è trasmissione del virus, sarebbe stato probabilmente inutile, e sicuramente avrebbe fatto più danni che benefici. Non solo danni economici, intendiamoci, ma anche in termini di salute e vite umane. Per questo l'OMS si è espressa chiaramente fin dall'inizio contro questi provvedimenti, e solo pochi Paesi "occidentali", forse solo USA e Australia, oltre all'Italia, li hanno presi, trasgredendo ai trattati internazionali (IHR 2005). Ora, secondo questa logica, andrebbe chiusa l'Italia, o almeno la Lombardia;
- prevedibile era anche il fatto che, come in Germania, e poi in Francia/Inghilterra, l'importazione del virus avvenisse in contesti di business e non di immigrati cinesi: sia per il numero di persone che muove, sia per la inconscia sottovalutazione del rischio correlato ai "cinesi", per non parlare della probabile bufala sugli asiatici più suscettibili;
- non è arrivata da cinesi, non è esplosa in una scuola, non è stata captata dai controlli negli aeroporti, non è arrivata in Toscana. Tutta la tempesta mediatica scatenata in Italia su questi obiettivi "facili" ha distolto l'attenzione dagli unici messaggi che era importante passare:
* tutti devono mettere in pratica le stesse misure igieniche raccomandate per l'influenza.
* chi torna dall'Oriente, per un paio di settimane eviti baci, abbracci e cene con gli amici.
* chi sta male chiami il 112 o 118 (o 1500) e NON vada in pronto soccorso.
* dite subito al personale sanitario se potete avere avuto contatti diretti o indiretti con qualcuno tornato dalla Cina (quando il virus era ancora solo là).
*A chi mi ha chiesto in privato avevo anche raccomandato, se possibile, di dormire da soli e cercare di stare ad almeno un paio di metri dai familiari;
- ora comunque è importante guardare all'esempio degli altri Paesi europei che davanti al loro focolaio non hanno dichiarato la fine del mondo, né hanno chiesto a tutti i cittadini di Baviera, Parigi, Brighton o Londra di chiudersi in casa. Senza scatenare il panico nella popolazione, che ha proseguito con la sua vita normale, hanno invece implementato serie e severe ricerche di contact tracing isolando solo chi aveva sintomi e i loro contatti stretti. Cosa che certamente si sta facendo anche in Italia. Hanno anche potenziato i servizi di pronto soccorso creando percorsi privilegiati e aree di isolamento. Mi auguro che anche le regioni italiane del nord, che si sono tanto preoccupate dei bambini cinesi, abbiano provveduto a fare lo stesso;
- dai focolai rilevati in questi Paesi il contagio non si è diffuso, tanto che l'ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control)
ha continuato a giudicare basso il rischio di una diffusione sostenuta in Europa. Non so se il caso italiano, dopo Germania, Francia e Inghilterra cambierà la situazione. Vedremo come si esprimeranno;
- per il momento bisogna solo continuare a seguire la situazione con attenzione e serietà, senza sottovalutare il rischio, ma senza gridare alla catastrofe. Abbiamo ancora davanti diversi possibili scenari, ma direi che meritano un altro post".
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