Juan Cole Cinque modi principali in cui il piano di Trump per i palestinesi è un crimine contro l’umanità



Martedì un presidente statunitense in messa in stato d’accusa per abuso di potere ha annunciato uno storico piano per Israele-Palestina al fianco di un primo ministro israeliano appena incriminato per abuso d’ufficio e corruzione. (Il parlamento israeliano ha rifiutato di concedere l’immunità a Netanyahu e lui ha ritirato la richiesta, consentendo l’avvio formale della procedura).
Il piano è stato redatto da una squadra apparentemente diretta da Jared Kushner, genero di Trump, che non ha alcuna posizione governativa reale ed è un nazionalista dell’estrema destra israeliana, in consultazione con il governo israeliano dell’ala di estrema destra del Likud, guidato dal primo ministro Benjamin Netanyahu. Il palestinesi si sono rifiutati di essere coinvolti in quello che è stato evidentemente un processo corrotto e truccato che regala a Netanyahu la loro Gerusalemme Est ancor prima di entrare in vigore.
Proprio come i palestinesi non furono consultati nel 1917 quando il governo britannico adottò la Dichiarazione Balfour, che designava la Palestina geografica quale luogo di una “patria” del popolo ebreo, così anche il piano destinato a fallire di Trump non li ha consultati circa il loro destino. Non è più l’era degli imperi occidentali quando dei tracagnotti in abiti gessati tracciavano nei salotti di Londra i confini dei paesi di altri popoli e dettavano le forme delle loro vite politiche.
Se si vuol sapere che cosa è realmente l’Iran, è prevalentemente una protesta contro queste ingiustizie imperiali. Per tale motivo il piano di Trump è una grande pacchia per l’Iran, poiché rende trasparente precisamente l’”arroganza globale” di Washington su cui l’Iran si dilunga sempre.
A loro volta, le pratiche imperiali furono e sono sostenute da un latente nazionalismo bianco, tale da tentare di mantenere subordinati i neri e quelli dalla pelle scura e riservare la ricchezza e i privilegi del potere globale alle nazioni “bianche” europee e di ascendenza europea. Anche se gli ebrei nell’Europa e negli Stati Uniti del ventesimo secolo erano spesso considerati “non ariani” e “non bianchi”, oggigiorno l’utilità di Israele per i disegni imperiali sulla regione ha fatto sì che gli israeliani siano considerati “bianchi” e i palestinesi “gente dalla pelle scura”. Se si vuole comprendere come milioni di persone possano essere quotidianamente defraudate, come lo sono i palestinesi, la cosa non è molto più complicata di così.
Circa 5 milioni di palestinesi senza patria vivono sotto occupazione militare israeliana (la West Bank palestinese) o sotto assedio militare israeliano (la Striscia di Gaza). Circa 400.000 palestinesi senza patria profughi in Libano provengono da famiglie espulse dal Mandato Britannico in Palestina da milizie sioniste militanti. Altri 400.000 palestinesi privi di patria in Siria, provengono da famiglie espulse dal Mandato Britannico in Palestina da milizie sioniste. Circa 40.000 palestinesi senza patri in Giordania provengono da famiglie… beh, avete capito. Cioè circa sei milioni di palestinesi senza patria sono mantenuti privi di diritti umani elementari dal rifiuto di Israele di consentire loro di tornare nelle loro case e dal rifiuto di Israele di consentire ai palestinesi di creare uno stato vero cui i profughi possano tornare.
Anche se il piano di Trump usa la formula di consentire uno “stato” palestinese, l’entità proposta non ha il controllo dei suoi confini o del suo spazio aereo o delle sue acque costiere e non può concludere trattati con altri stati o rivolgersi alle Nazioni Unite per le continue violazioni israeliane della legge internazionale. In altri termini, non è per nulla uno stato. E’ un Bantustan del genere del governo sudafricano dell’apartheid, creato come modo per scaricare la sua popolazione africana in modo che potesse essere spogliata della sua cittadinanza sudafricana.
Si dice che il presidente palestinese Mahmoud Abbas abbia reagito al piano definendo Trump un “cane, figlio di un cane”.
Il piano di Trump è pieno di misure che costituiscono crimini di guerra in base alla legge internazionale, e una sequenza sistematica di crimini di guerra è qualificata crimine contro l’umanità. Quest’ultima espressione è quella appropriata per il piano di Trump. Ecco i crimini di guerra che il piano propone.
  1. Israele ha riversato 400.000 dei suoi cittadini nei Territori Occupati della West Bank, dove hanno rubato terre palestinesi e vi hanno costruito insediamenti per i soli abusivi, dove ai palestinesi non è consentito di risiedere. Questi abusivi israeliani sono spesso armati e alcuni di loro inscenano regolarmente attacchi con paesi palestinesi e commettono sabotaggi contro orti e campi palestinesi.
Questa occupazione abusiva di terre palestinesi viola la Quarta Convenzione di Ginevra del 1949 sui Territori Occupati, che vieta di trasferire popolazioni dalla Potenza Occupante nelle terre occupate.
“La Potenza Occupante non deporterà o trasferirà parte della sua popolazione civile nel territorio che occupa”.
Tale norma era mirata a impedire la ripetizione dei crimini di guerra commessi dalla Germania nazista, che occupò altre terre e inviò tedesco a insediarvisi.
Il piano di Trump prema attività illegali di Israele affermando: “Circa il 97 per cento degli israeliani della West Bank saranno incorporati nel territorio israeliano contiguo”.

  1. Il piano di Trump consente a Israele di annettere circa un terzo della West Bank occupata, su cui si sono insediati gli occupanti abusivi israeliani. L’annessione è un atto di aggressione, vietato dalla legge internazionale. In base alla Quarta Convenzione di Ginevra, Israele non può di fatto privare i palestinesi occupati dei loro diritti alla terra semplicemente dichiarando quelle terre “annesse”.

  1. Il piano prevede di privare molti cittadini israeliani di ascendenza palestinese della loro cittadinanza israeliana, il che corrisponde a una snaturalizzazione. Poiché a loro sarebbe invece concessa una “cittadinanza” in uno “stato” che nessuno riconoscerà e che è un Bantustan piuttosto che uno stato, in cui non godranno di diritti reali sulla loro proprietà perché Israele non permetterà che il Bantustan le conceda loro, ciò corrisponderebbe di fatto a costringere quei cittadini israeliani in una condizione di senza patria, il che contravviene alla Convenzione dell’ONU sulla Riduzione in uno Stato di Apolidi, firmata da 75 stati membri.
  2. Il piano prevede che il Bantustan palestinese sarà disarmato, il che significa che i palestinesi saranno privati del diritto all’autodifesa. Il diritto all’autodifesa è riconosciuto nella Sezione 7 della Carta delle Nazioni Unite:
Articolo 51. “Nulla nella presente Carta comprometterà il diritto intrinseco all’autodifesa individuale o collettiva ove si verifichi un attacco armato contro un Membro delle Nazioni Unite, fino a quando il Consiglio di Sicurezza non avrà assunto misure necessarie per mantenere la pace e la sicurezza internazionale”.
Nel 2012 alla Palestina è stato riconosciuto dall’Assemblea Generale dell’ONU lo status di membro osservatore, come al Vaticano, il che la pone sotto l’autorità della Carta.

  1. Le enclave cui i palestinesi sarebbero consegnati non dà loro alcun controllo sulle loro vite, come ha indicato B’Tselem. L’organizzazione israeliana per i diritti umani ha indicato:
“Senza alcuna contiguità territoriale, i palestinesi non saranno in grado di esercitare il loro diritto all’autodeterminazione e continueranno a essere completamente dipendenti dalla buona volontà di Israele per la loro vita quotidiana, senza diritti politici e senza alcun modo per influenzare il loro futuro. Continueranno a essere alla mercé del regime draconiano dei permessi di Israele e avranno bisogno del suo consenso per qualsiasi costruzione o sviluppo. In questo senso, non solo il piano non migliora in nessun modo il loro calvario ma, in realtà, li lascia in condizioni peggiori perpetuando la situazione e dandole riconoscimento”.  
L’articolo 12 della Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici inserisce il diritto alla libertà di movimento nella legge del trattato: “(1) Chiunque si trovi legalmente in seno al territorio di uno stato avrà, in seno a tale territorio, il diritto alla libertà di movimento e alla libertà di scegliere la propria residenza”.
In realtà si potrebbe scrivere un libro intero riguardo ai modi in cui il piano Trump per gli sfortunati palestinesi contravviene alla legge internazionale. Poiché la categoria generale è l’apartheid, e l’apartheid è un crimine di guerra secondo la Statuto di Roma  che è alla base della Corte Penale Internazionale, l’intero piano è una serie di crimini di guerra che nel complesso costituisce un crimine contro l’umanità.  
                                                              

da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo
www.znetitaly.org
Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/top-5-ways-trump-plan-for-palestinians-is-a-crime-against-humanity/
Originale: Informed Comment
Traduzione di Giuseppe Volpe
Traduzione © 2020 ZNET Italy – Licenza Creative Commons

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