Paola Caridi 181 pagine glamour
Visione per la pace. 181 pagine studiate ben bene. Colori azzeccati e decisamente contemporanei, font molto elegante, la bella brochure di un ufficio di comunicazione. Quella macchia azzurro petrolio dalla singolare forma di un rene è la Palestina. Attenzione! Non c’è alcuna indicazione. Non c’è scritto “Palestina”. Lo si evince perché quella macchia azzurro petrolio è proprio dov’è un pezzo di Cisgiordania. A cui, peraltro, manca tutta la Valle del Giordano. Una vera e propria enclave. Una macchia dentro Israele. Che, al contrario, viene indicata in questa mappa. C’è scritto Israele per ben due volte, sulla mappa.
E c’è scritto Gerusalemme, un nome stampato sul color crema che indica Israele. L’azzurro petrolio scompare. Scompare la città, che diventa semplicemente una scritta in un mare color crema. Il corpus separatum, la città di tutti, degli uni e degli altri, non c’è più. E’ annessa, è solo parte di Israele.
Una proposta-capestro, prendere o lasciare. La rende pubblica Trump, l’alleato perfetto di Bibi Netanyahu, che tra un mese si ripresenta candidato alle urne israeliane. Non è un piano di pace, perché non è un piano negoziato tra due contendenti. E’ la visione di una parte sola. Non certo una visione di pace. E’ quello che una parte degli israeliani, forse la maggioranza, vuole: l’annessione della Palestina (la Cisgiordania) senza la concessione ai palestinesi dei diritti civili, elettorali, sociali. Senza diritti di cittadinanza. L’obiettivo della Visione Trump-Netanyahu è “la soluzione di Uno Stato”, ma senza i cittadini palestinesi. CONTINUA QUI
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