Gideon Levy: da ora in poi ogni palestinese è un antisemita -


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In Francia l’assemblea nazionale ha approvato una legge che di fatto equipara l’antisionismo all’antisemitismo. Senza curarsi dei diritti dei palestinesi né di tutelare la libertà di criticare alcune conseguenze del progetto sionista. Leggi


La peste si sta diffondendo. Con la scusa della guerra (giusta) contro l’antisemitismo, l’Europa e gli Stati Uniti stanno mettendo a tacere chiunque osi criticare Israele. Per l’occidente questa causa è diventata un pretesto per negare la libertà di espressione. Eppure, incredibilmente, nessuno si ribella. Le leggi che equiparano l’antisionismo all’antisemitismo e il movimento contro l’occupazione dei Territori palestinesi come un movimento antisemita sono approvate con maggioranze schiaccianti. Per il momento l’atteggiamento degli occidentali favorisce Israele e l’establishment ebraico, ma rischia di alimentare davvero l’antisemitismo non appena sorgeranno i primi interrogativi.
La settimana scorsa ne abbiamo avuto la dimostrazione in Francia, culla della rivoluzione. L’assemblea nazionale di Parigi, infatti, ha approvato con una larga maggioranza una risoluzione che adotta la definizione di antisemitismo proposta dall’Alleanza internazionale per il ricordo dell’Olocausto, che equipara l’antisionismo all’antisemitismo. Libertà? Uguaglianza? Fratellanza? Non se parliamo di Israele. In questo caso i valori fondamentali sono messi da parte.
Vaso di Pandora
Il testo è opera del parlamentare francese Sylvain Maillard, amico di Israele che qualche mese fa avrebbe partecipato a una riunione con il faccendiere dei coloni Yossi Dagan, capo del consiglio regionale della Samaria. “Criticare l’esistenza di Israele come collettività composta da cittadini ebrei equivale a odiare l’intera comunità ebraica. Allo stesso modo, ritenere collettivamente gli ebrei responsabili per le politiche delle autorità israeliane è un’espressione di antisemitismo”, si legge nell’introduzione alla risoluzione. Il vaso di Pandora è scoperchiato. Ora è proibito sollevare qualsiasi dubbio a proposito del sionismo, unica ideologia del pianeta che non può essere contestata nei paesi del mondo libero.
Il linguaggio, prima di tutto. Israele “come collettività composta da cittadini ebrei”. Anche la legge dello stato-nazione è stata accettata dall’assemblea nazionale di Parigi. Se Israele è un collettivo di cittadini ebrei, cosa sono i cittadini palestinesi? Chi sono le persone che vivono sotto il giogo dell’occupazione? I 154 parlamentari che hanno alzato la mano per sostenere la decisione dell’assemblea non possono ignorare queste domande. Liberté, égalité e fraternité valgono solo per gli ebrei? Cosa si offre ai sei milioni di palestinesi che vivono sotto il controllo del “collettivo di cittadini ebrei”? Libertà, uguaglianza e fratellanza di seconda classe? Da questo momento nessuno sarà autorizzato a porre queste domande. Chiunque lo faccia sarà ufficialmente antisemita.
I palestinesi, gli arabi, gli ebrei, gli israeliani che vorrebbero uno stato democratico ed egualitario da adesso sono antisemiti
“L’antisionismo è una posizione legittima nella storia ebraica, ed è ben presente anche all’interno di Israele”, si legge in una petizione firmata (invano) da 129 professori e intellettuali ebrei e israeliani per protestare contro l’approvazione della risoluzione. I firmatari hanno ricordato che molti sopravvissuti dell’olocausto sono antisionisti. Anche loro, adesso, sono ufficialmente antisemiti.
Da questo momento tutti i palestinesi e tutti gli arabi sono antisemiti. Tutti gli ebrei e tutti gli israeliani che vorrebbero uno stato democratico ed egualitario, precisamente nello spirito della rivoluzione francese, sono antisemiti. E lo stesso vale per chiunque consideri il sionismo un movimento colonialista, come se non fosse una posizione legittima. Tutti antisemiti.
Il permesso di essere antisionista
Per generazioni di palestinesi il sionismo ha rappresentato il centro della propria esistenza. Il sionismo li ha espulsi dal loro paese, li ha privati delle loro terre, li ha disonorati e ha rovinato le loro esistenze, uccidendoli e tormentandoli fino a oggi senza che ci fosse mai la speranza di una fine. Loro non hanno il permesso di essere antisionisti? Non hanno il permesso di odiare il sionismo? La Francia li processerà per antisemitismo? Queste persone non combattono il sionismo perché sono antisemite. Combattono il sionismo perché il sionismo ha distrutto la loro vita.
E quelli che protestano davanti alle recinzioni attorno alla gabbia di Gaza? Sono antisemiti? Non sono combattenti per la libertà? E tutte le persone di coscienza del mondo che si identificano con la lotta di Gaza?
Da questo momento, per la Francia, sono tutte antisemite e fuorilegge. Se negare il diritto degli ebrei all’autodeterminazione è antisemita, cosa ne pensa l’assemblea nazionale francese del fatto che Israele nega i diritti dei palestinesi? Perché non approva una legge in merito? Semplice, perché i palestinesi (e la giustizia) non possono contare su una lobby potente in Francia. Congratulazioni, monsieur Maillard. Ha vinto lei.
(Traduzione di Federico Ferrone)
Questo articolo è uscito sul quotidiano israeliano Haaretz.

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