Esther Solomon Ben Shapiro glorifica i valori giudaico-cristiani, assolve il suo antisemitismo e predica la sua islamofobia
Sintesi personale
Ben Shapiro ha negato con fervore di aver " politicizzato " l'incendio di Notre Dame di Parigi quando ha invitato i suoi due milioni di seguaci su Twitter a " ri-familiarizzarcsi con la filosofia e i principi religiosi" che hanno fondato la " Civiltà occidentale, costruita sull'eredità giudaico-cristiana".
A dispetto del suo suono arcaico, i "valori giudeo-cristiani" sono un'invenzione molto più recente e profondamente politicizzata Eisenhower la usò negli anni '30 come chiara risposta al fascismo. In seguito fu usato come frase d'inizio per sfidare il comunismo, quindi come termine collettivo da parte dei conservatori evangelici repubblicani per definire le loro posizioni politiche, dall'aborto all'intervento militare.
Più recentemente tale termine è stata adottata dall'estrema destra per rivendicare la supremazia della cultura occidentale bianca che esclude chiaramente i musulmani, imbianca l'antisemitismo cristiano e usa gli ebrei come una comoda foglia di fico per legittimità e "inclusione".
Nel suo famigerato discorso nel Vaticano del 2014 Steve Bannon si riferì 15 volte all'Occidente giudaico-cristiano, alla "civiltà giudeo-cristiana" o ai "valori giudeo-cristiani" e dichiarò che erano in " guerra vera " con " il fascismo islamico jihadista ".
Donald Trump ha usato gli stessi termini dichiarando : "Stiamo frenando gli attacchi ai valori giudeo-cristiani, "in una conferenza sui valori conservatori nel 2017. Certamente sembra esserci un grado di cecità ostinata, se non una manipolazione grossolana, in Shapiro che ricorda che la costruzione di Notre Dame , nel XII-XIV secolo ,incarnava i "principi religiosi giudaico-cristiani", proprio quando in quel periodo gli ebrei francesi erano espulso (due volte), i loro testi sacri soggetti bruciati e le loro proprietà confiscate dalla corona (più volte).
Guardate le reali prove tangibili della cattedrale stessa : il fronte ovest è adornato con statue gemelle: orgogliosa Ecclesia (la Chiesa) e Synaegoga (con la testa piegata, bendata con un serpente, la corona ai suoi piedi e le tavolette della legge che cadano dalle sue mani). Ciò rappresenta il trionfo del cristianesimo sul giudaismo.
Il lutto per il danno arrecato al patrimonio francese è del tutto possibile senza avere gli occhi velati sul brutto passato antisemita della chiesa e senza insinuare che la civiltà oggi richiede un ritorno a una mitica fratellanza ebraico-cristiana di valori che non offre sponde ai musulmani. Nonostante l'indignazione, non c'è possibilità che un ebreo ortodosso istruito come Shapiro non sia a conoscenza della storia dell'antisemitismo cristiano. Allora, perché Shapiro è così ansioso di unirsi al club "giudeo-cristiano" che non lo accetterebbe come membro a tutti gli effetti? Perché Shapiro non sta solo twittando e scrivendo libri sostenendo la superiorità della civiltà occidentale sopra tutti gli altri, ma insiste sul concetto ebraico-cristiano in comune e senza tempo?
Il vero dibattito che Shapiro vuole suscitare non riguarda la Francia medievale.Riguarda l'America e l'Europa del XXI secolo. Chi 'è dentro e chi è fuori.I "veri" nazionalisti bianchi, come Richard Spencer, hanno portato il fuoco di Notre Dame a un punto molto più minaccioso e crudele, affermando che se " spinge l'uomo bianco all' azione - per mettere in crisi il potere nei suoi paesi, in Europa, nel mondo ... [poi] un giorno noi benediremo questa catastrofe. " Questa non è la lingua di Shapiro.
Shapiro vuole piuttosto assicurare che i conservatori ebrei abbiano uno spazio legittimo e sicuro nella dura destra, dove la loro "alterità" è in realtà più simile alla "somiglianza" e costituisce una caratteristica qualificante, riportando alla grandezza dei padri fondatori dell'America. " La nazione giudeo-cristiana definisce tutto ciò che abbiamo costruito negli ultimi 239 anni", come ha detto una volta Mike Pompeo . È un biglietto per riformularsi come ebrei di Mayflower. Diventare parte di quel club ha dei costi. Shapiro e altri conservatori ebrei non possono fare a meno di essere trascinati nell'orbita degli evangelici. È affascinante come il suo linguaggio aesempi sull'aborto ora assomigli così chiaramente agli evangelici e quanto lontano possa sembrare dai dibattiti sfumati della tradizione ebraica. È a suo agio con Dio che si insinua nel linguaggio politico degli Stati Uniti e si trova a proprio agio con l'amore evangelico per Israele e per ogni suo insediamento.
Ed è proprio agio con il suo linguaggio di opposizione estrema: coloro che sfidano le politiche del governo israeliano, allora sono o gli ebrei auto-odio o ebrei odiatori perchè si sono tolti dal consenso civile "giudeo-cristiano".
Non sorprende che abbia ripetutamente fatto riferimento all '" amministrazione Obama che odia gli ebrei " e ai suoi "disgustosi" sostenitori ebrei irreligiosi. L'unico destino peggiore è quello di essere un palestinese: dopo tutto, una volta ha scritto un articolo ntitolato "Il male radicale della popolazione araba palestinese" descrivendola come "marcia fino al midollo".
E nonostante la sua pronunciata opposizione a Trump, la sua predicazione sui "valori giudeo-cristiani" lo rende in sintonia con l'amministrazione. Ha anatema zato la stragrande maggioranza degli ebrei americani decisamente liberali.
Shapiro è orgoglioso di identificarsi con il termine "valori giudeo-cristiani". Riassume un'identificazione senza precedenti nella storia e fonda un' alleanza tra destra ebrei e cristiani in America per imbiancare secoli imbarazzanti di pregiudizio antiebraico e creare il targeting dei musulmani.
In un momento in cui la destra sta risorgendo negli Stati Uniti e in Europa, questi conservatori ebrei credono di aver trovato una formula che permetta loro di cavalcare quell'onda, con orgoglio e partner uguali.
Potrebbe anche essere una storia di aspirazioni,ma ciò richiede coprirsi gli occhi con un serpente per non vedere il revisionismo storico, le posizioni reazionarie e il pregiudizio ipocrita che Shapiro impiega così coerentemente per tracciare quel territorio.
Esther Solomon è l'editore di opinione di Haaretz English. Twitter: @EstherSolomon
Ben Shapiro fervently denied he had been "politicizing" the blaze at Paris’ Notre Dame cathedral when he called on his two million Twitter followers to "re-familiariz[e] ourselves with the philosophy and religious principles" grounding such a "central monument to Western civilization, which was built on the Judeo-Christian heritage."
Despite its platitudinous, quaintly archaic sound, "Judeo-Christian values" is a far newer, and deeply politicized, invention than it sounds, gaining currency since Eisenhower used it in 1930s as a clear riposte to fascism. It was later used as a go-to phrase to challenge communism, then as an umbrella term Republican evangelical conservatives used for their political stances, from abortion to military intervention.
More recently, it’s been adopted by the hard and far right to claim supremacy for white Western culture that clearly excludes Muslims, whitewashes Christian anti-Semitism and uses Jews as a convenient fig leaf for legitimacy and "inclusion."
In his infamous 2014 Vatican speech, noted race-baiter Steve Bannon referred 15 times to the "Judeo-Christian West," "Judeo-Christian civilization" or "Judeo-Christian values" – and declared they were in "outright war" with "jihadist Islamic fascism."
Never one to miss a dog-whistling trick, Donald Trump has gone to town with the term, not least when he rhapsodized about how he was about to end the war on Christmas: "We are stopping cold the attacks on Judeo-Christian values," he told a friendly conservative values conference in 2017.
There certainly seems to be a degree of willful blindness, if not crass manipulation, in Shapiro setting up 12th-14th century France, when Notre Dame was being built, as embodying "Judeo-Christian religious principles," when during that period France’s Jews were expelled (twice), their holy texts subject to public book burnings and their property confiscated by the crown (several times).
Look at the actual tangible built evidence of the cathedral itself, whose west front is adorned with twin statues: proud Ecclesia (the Church) and Synagoga (with head bowed, blindfolded with a snake, her crown at her feet and the tablets of the law falling from her hands), representing Christianity’s triumph over Judaism.
Point to Moses and the prophets as much as you like: supersessionism is the reason that the Church renamed the Jewish scriptures the "Old" Testament, completed and overtaken by the New.
Mourning the damage to France’s patrimony is quite possible without getting misty-eyed about the ugly anti-Semitic past of the church, and without insinuating that civilization today requires a return to a mythic Jewish-Christian brotherhood of values that doesn’t offer membership cards to Muslims.
As Josh Marshall wrote to Shapiro - with some passion: "…for a wannabe King of the Jews like yourself it’s a little comical for you to try to bandwagon the cathedral as some gotcha against your enemies."
Despite the outrage, there’s no chance an educated Orthodox Jew like Shapiro isn’t aware of the history of Christian anti-Semitism. So why is Shapiro so keen to join a "Judeo-Christian" club that, from all appearances, wouldn’t accept him as a fully-fledged member? Why is Shapiro not just tweeting and writing books openly advocating the superiority of Western civilization above all others, but insisting on its joint, timeless Jewish-Christian presiding spirit?
The real debate that Shapiro wants to stir up isn’t about medieval France. It’s about 21st century America and Europe. Who’s in, and who’s out.
You don't have to analogize Shapiro to white supremacists to be repelled by his vision of Western civilization, politics and morality under siege by those too ignorant or different to join the "Judeo-Christian" club.
The "real" white nationalists, like Richard Spencer, took the Notre Dame fire to a far more threatening and crusading point, asserting that if it "stirs the White man into action – to sieze [sic] power in his countries, in Europe, in the world…[then] we will one day bless this catastrophe." That’s not Shapiro’s language.
Shapiro rather wants to ensure Jewish conservatives have a legitimate and safe space in the hard right, in which their "otherness" is actually more like "similarity" and a qualifying feature, where rather than harking back to narratives of difference, they are the ultimate insiders, and are therefore legitimate guardians, conservers, of the key aspect of America’s founding fathers’ greatness: "the Judeo-Christian nation, upon which they framed all that we have built on in the last 239 years," as Mike Pompeo once put it. It is a ticket to reframing themselves as Mayflower Jews.
That clubbiness and proud embrace of privilege is a clear counter-point to the embarrassment and guilt about privilege that he sees on the left - not least for white Jews.
But becoming part of that club has costs. Shapiro and other Jewish conservatives can’t help but be drawn into the orbit of the dominant users of the "Judeo-Christian" term - evangelicals. It’s fascinating how his language for instance on abortion now so clearly resembles evangelicals, and how far away it sounds from the nuanced debates in Jewish tradition. He’s comfortable with the God creep into U.S. political language, and he’s very comfortable with the evangelical love for Israel and each of its settlements.
And he’s comfortable with its extreme oppositional language: that those who challenge the Israeli government’s policies, or aren’t keen on Shapiro’s traditionalist mores – then they’re either self-hating Jews, or Jew-haters. They have taken themselves out of the civilized "Judeo-Christian" consensus.
No surprise he repeatedly referred to the "Jew-hating ObamaAdministration," and its "disgusting" irreligious Jewish supporters. The only worse fate is to be a Palestinian: after all, he once wrote an article entitled "The Radical Evil Of The Palestinian Arab Population" which described them as "rotten to the core."
And despite his pronounced opposition to Trump, his preaching of "Judeo-Christian values" makes common ground with the administration. In fact, the term's eager adoption by Trump and his circle has anathematized it as an expression for the vast majority of decidedly liberal U.S. Jews.
Shapiro is proud to identify with the term "Judeo-Christian values." It neatly summarizes a historically unprecedented identification and alliance between right-wing Jews and Christians in America, reframed to whitewash embarrassing centuries of anti-Jewish prejudice but embracing the othering and targeting of Muslims.
At a time when the right is resurgent in the U.S. and Europe, these Jewish conservatives believe they’ve found a formula that allows them to ride that wave, with pride and as equal partners. It’s a notable moment when Jews feel sufficiently confident and enfranchised that their political participation is so broad and deep on the right as well as the left.
It could even have been an aspirational story. But that would require (re)covering one’s eyes with a snake not to see the historical revisionism, reactionary positions and hypocritical prejudice that Shapiro so consistently employs to stake out that territory.
Esther Solomon is the Opinion Editor of Haaretz English. Twitter: @EstherSolomon
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