I cristiani evangelici africani stanno convertendo la Cina





Pechino (AsiaNews) – I cristiani africani, soprattutto gli evangelici, stanno convertendo i migranti cinesi che lavorano nel cosiddetto “continente nero”. È quanto afferma Christopher Rhodes, professore al Boston University's College of General Studies, in un articolo pubblicato su “UnHerd” lo scorso 13 febbraio.
Secondo Rhodes, “Molte Chiese africane locali hanno raggiunto lavoratori cinesi, tanto da inserire la lingua mandarina nei loro servizi liturgici. Un certo numero di cinesi, a loro volta, ha accolto con piacere il senso di comunità e di appartenenza che queste chiese cristiane offrono”.
L’autore rivela pure che vi è un gruppo piccolo - ma in numero crescente - di missionari cinesi da Taiwan e da altre Chiese cristiane del mondo che si indirizzano in modo specifico verso i cinesi della Repubblica popolare, “predicando loro con una libertà sconosciuta nella Repubblica popolare cinese”.
“Molti di questi lavoratori cinesi – continua l’articolista – stanno ritornando a casa e stanno portando con sé la religione che hanno appena trovato. I visitatori della provincia costiera del Fujian, ad esempio, ora odono un inglese parlato con accento sudafricano e vedono case adornate di croci. Molti migranti africani stanno andando verso la Cina in numero elevato, molti di loro praticano un evangelismo spinto di cristianesimo pentecostale, e sono decisi ad aggirare le regole imposte alle attività religiose in Cina”.
Negli ultimi 9 anni – dati del 2018 - la Cina è divenuta il più grande partner commerciale dell’Africa, con un volume di affari che nel 2017 è cresciuto del 14%, arrivando a 170 miliardi di dollari Usa.

Secondo la McKinsey vi sono circa 10mila compagnie di proprietà cinese che operano in Africa. Per la Cari (China Africa Research Initiative, della Johns Hopkins University), nel 2016 vi erano 227mila lavoratori cinesi in Africa, ma altre agenzie affermano che il loro numero è vicino al milione.

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