Amos Harel Il "terrorismo ebraico" verso i palestinesi è triplicato nel 2018


I casi di “terrorismo ebraico” contro i Palestinesi sono triplicati nel 2018

L’ultimo anno sono stati segnalati 482 reati commessi da Ebrei per motivi politici, tra cui aggressioni e danni alle proprietà privateAmos Harel     Haaretz, 6 gennaio 2019  L’ultimo anno ha visto un’impennata nel numero di “reati nazionalisti,” violenze e danni al patrimonio, commessi da Ebrei nei confronti di Palestinesi in Cisgiordania. A metà dicembre, erano stati segnalati 482 incidenti di questo tipo, contro i 140 del 2017.Le violenze esercitate da coloni e attivisti di destra includevano pestaggi e lanci di sassi contro i Palestinesi. I reati più frequenti consistevano in scritte murali nazionaliste, anti-arabe o anti-musulmane che danneggiavano case e auto, oltre al taglio di alberi appartenenti ad agricoltori palestinesi. Questo tipo di incidenti erano fortemente diminuiti nel 2016 e 2017 rispetto agli anni precedenti. Questa diminuzione è stata attribuita alla forte risposta delle autorità a seguito del lancio di bombe incendiarie contro una casa del villaggio cisgiordano di Duma, gesto che aveva causato la morte di tre componenti della famiglia Dawabshe. In quel caso, il giovane colono Amiram Ben-Uliel era stato accusato di tre omicidi. Dopo l’attacco, il servizio di sicurezza Shin Bet aveva arrestato diversi attivisti di estrema destra che vivevano nel nord della Cisgiordania e che erano sospettati di essere coinvolti in atti di violenza o di incitamento alla violenza contro gli Arabi.Una serie di provvedimenti presi in quell’occasione –tra cui detenzioni senza accuse formali, ordini cautelari di allontanamento dei sospettati dalla Cisgiordania e, in qualche caso, autorizzazione all’uso di metodi duri durante l’interrogatorio di persone sospette– avevano permesso alle autorità di stroncare molti casi, ciò che aveva funzionato come deterrente e aveva fatto scendere il tasso di violenza contro i Palestinesi. Tuttavia, nel corso dell’ultimo anno, dopo il rilascio degli attivisti israeliani (e la nascita di nuovi e più giovani gruppi), gli atti di violenza sono nuovamente aumentati.

C’è stato anche un cambio nell’atteggiamento della leadership dei coloni rispetto alla violenza. L’attacco di Duma era stato uno shock per molti di loro. Alcuni leader dei coloni e lo stesso ministro dell’educazione Naftali Bennett si erano espressi con molta forza contro il terrorismo ebraico. Ma negli ultimi mesi si è avvertito un indebolimento di quelle figure di coloni che mostravano un atteggiamento più “diplomatico.” Elementi più estremisti che, nelle elezioni amministrative di novembre, hanno conquistato seggi in alcuni municipi, hanno talvolta risposto in modo ambiguo e indulgente di fronte agli atti di violenza contro i Palestinesi.Nelle ultime settimane c’è stato un certo aumento della tensione tra i coloni e i vertici dell’esercito a proposito di due incidenti. In un caso si è trattato della rimozione di prefabbricati che erano stati installati dai coloni dell’avamposto illegale di Amona, ciò che aveva provocato violenti scontri tra attivisti di destra e agenti della Polizia di Confine. Ma è stato soprattutto il secondo incidente –l’arresto di tre ragazzi sotto i vent’anni sospettati di coinvolgimento in atti di terrorismo ebraico– a scatenare un’ondata di proteste e di minacce per la presunta intenzione dello Shin Bet di usare la tortura durante gli interrogatori dei sospetti.
L’aumento di episodi di violenza sembra anche connesso col desiderio di vendicare gli attacchi fatti dai Palestinesi contro gli Israeliani. Tali episodi sono infatti aumentati dopo due attacchi palestinesi all’inizio dello scorso anno e poi di nuovo dopo l’uccisione di due Israeliani in un attacco avvenuto in ottobre nella zona industriale di Barkan. Pochi giorni dopo l’assassinio di Barkan, una donna palestinese è stata uccisa vicino a Nablus per un lancio di sassi, fatto apparentemente da Israeliani, contro l’auto in cui viaggiava. In un altro caso, si è tentato senza successo di incendiare una moschea.
L’esercito attribuisce l’aumento delle violenze di Ebrei contro gli Arabi anche a una più stretta sorveglianza da parte delle forze di sicurezza (alcuni casi di vandalismo non erano mai stati documentati in passato). Tuttavia, è evidente una certa debolezza nel modo in cui le forze di sicurezza trattano gli atti di terrorismo e di violenza ebraica; in qualche caso i sospettati vengono rapidamente rilasciati senza che siano prese altre misure legali.Le autorità dell’esercito hanno stimato a circa 300 persone il numero degli attivisti della destra più estrema, la cosiddetta gioventù delle colline, la maggior parte dei quali vive in avamposti della Cisgiordania. Qualche dozzina di questi sono sospettati di partecipazione ad atti di violenza. La maggior parte dei sospettati è molto giovane, sui 15 o 16 anni. La maggior parte degli atti di violenza sembra siano stati commessi nella zona degli avamposti della Shiloh Valley tra Ramallah e Nablus, vicino alle colonie di Yitzhar vicino a Nablus e intorno agli avamposti sgomberati di Amona vicino a Ramallah. In alcuni casi, specialmente nei pressi di Yitzhar, sembra che anche i Palestinesi cerchino deliberatamente lo scontro con i residenti delle colonie.

Amos Harel

https://www.haaretz.com/israel-news/.premium-israeli-jewish-terror-incidents-targeting-palestinians-tripled-in-2018-1.6809367?utm_campaign=newsletter-daily&utm_medium=email&utm_source=smartfocus&utm_content=https%3A%2F%2Fwww.haaretz.com%2Fisrael-news%2F.premium-israeli-jewish-terror-incidents-targeting-palestinians-tripled-in-2018-1.6809367

Traduzione di Donato Cioli

Israeli ‘Jewish Terror’ Incidents Targeting Palestinians Tripled in 2018

482 politically motivated crimes by Jews reported in the West Bank last year, including assault and property damage   

'Stay strong': Israeli justice minister calls mother of Jewish terror suspect

Everyone knows settlers cut down Palestinian olive trees. But Israel doesn't care

The right way to refer to Jewish terrorists isn't 'Jewish terrorists'

Last year saw a steep rise in “nationalist crimes,” violence and property damage by Jews against Palestinians in the West Bank. As of mid-December, 482 such incidents had been reported, compared to 140 for 2017.



Violence by settlers and right-wing activists included beating up and throwing stones at Palestinians. More frequently, the offenses consisted of painting nationalist and anti-Arab or anti-Muslim slogans, damaging homes and cars and cutting down trees belonging to Palestinian farmers.
Such incidents decreased sharply in 2016 and 2017 from previous years. The decline has been attributed to the response of the authorities following the firebombing of a home in the West Bank village of Duma, which took the lives of three members of the Dawabshe family. Amiram Ben-Uliel, a young settler, was indicted on three counts of murder in that case. After the attack the Shin Bet security service arrested several extremist right-wing activists living in the northern West Bank who were suspected of involvement in violence and incitement to violence against Arabs.
A series of actions taken during that time — including detention without charges, restraining orders keeping suspects out of the West Bank and in a few cases the granting of permission to interrogate suspects using harsh methods — enabled the authorities to crack a number of cases, which acted as a deterrent and brought down the rate of violence against Palestinians. However, over the past year, after the activists were released (as well as the rise of new, younger groups), violent acts increased once again.
There has also been a change in the attitude of the settlement leadership to the violence. The attack in Duma came as a shock to many. Some settler leaders, as well as Education Minister Naftali Bennett, spoke out strongly against Jewish terror. But in recent months a decline in the strength of settlement figures described as “statesmanlike” can be seen. More extreme individuals who won seats on some of the local councils in the municipal elections in November have sometimes responded to violence against Palestinians ambiguously and leniently.Tension has ratcheted up somewhat over the past few weeks between the defense establishment and the settlers against the backdrop of two incidents. One was the removal of prefabs brought in by settlers to the illegal outpost of Amona, which saw a violent clash between right-wing activists and Border Police personnel. And, particularly, the second — the arrest of three teenage boys over suspected involvement in Jewish terror, which sparked a wave of protest and warnings of the supposed intention of the Shin Bet to torture the suspects during questioning.



The rise in the number of violent incidents also seems connected to a desire to avenge Palestinian attacks on Israelis. Such incidents increased after two attacked early last year and again after the murder of two Israelis in an attack in the Barkan industrial zone in October. A few days after the murder at Barkan, a Palestinian woman was killed near Nablus by stones thrown, apparently by Israelis, at the car in which she was traveling. In another case, a failed attempt was made to set fire to a mosque.
The army also attributes the rise in violence by Jews against Arabs to closer surveillance by security forces (some incidence of vandalism had never been documented in the past). However, weakness can be seen in the way law enforcement treats acts of Jewish terror and violence; in some cases suspects are quickly released from custody without further legal action taken.
Defense officials said that the most extreme group of right-wing activists, the so-called hilltop youth, most of whom live in West Bank outposts, are estimated to number about 300. Out of these, a few dozen are suspected of involvement in violence. Most of the suspects are quite young, 15 or 16. Most of the violent acts were allegedly committed in the area of outposts in the Shiloh Valley area between Ramallah and Nablus, near the settlements of Yitzhar near Nablus and around the evacuated outpost of Amona near Ramallah. In some cases, especially around Yitzhar, it seems that Palestinians are also intentionally seeking to clash with residents of the settlements.

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