La battaglia navale. L'ambasciata presa d'assalto. Il Consiglio di
Sicurezza che si riunisce in seduta straordinaria. Un Presidente che
decreta la legge marziale e mobilita l'esercito. I venti di guerra
tornano a spirare tra la Russia e l'Ucraina nello Stretto di Kerch, doveMosca
ha sequestrato tre navi della Marina di Kiev. Le tensioni sono esplose
in un punto strategico della regione non solo per i due Paesi vicini, ai
ferri corti dal 2014, ma anche per il mercato globale. È stata Mosca a
denunciare uno sconfinamento delle navi ucraine nel Mar Nero. Da Kiev la
contro accusa che parla di speronamenti e colpi d'arma da fuoco con due
marinai ucraini rimasti feriti. Torna quindi a fare scintille il
rapporto tra l'Ucraina e la Russia. Kiev, in particolare, ha denunciato
che le navi da guerra russe hanno fatto fuoco su due imbarcazioni della
propria Marina, al culmine di una escalation che si è consumata intorno
allo stretto di Kerch, che divide la penisola contesa dal territorio
continentale della Federazione russa.
Il presidente ucraino Petro
Poroshenko ha chiesto l'imposizione della legge marziale nel Paese
aggiungendo che non avrebbe influenzato la situazione nel Donbass e non
avrebbe significato per Kiev l'avvio di un'operazione offensiva.
Poroshenko ha firmato il decreto con cui si introduce la legge marziale
in Ucraina per 60 giorni, fino cioè al 25 gennaio 2019. Il controllo
sull'attuazione della legge marziale è affidato al segretario del
Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa dell'Ucraina, Oleksandr
Turchynov. Il presidente, inoltre, ha presentato alla Verkhovna Rada,
il Parlamento monocamerale ucraino, un corrispettivo disegno di legge
che dovrà essere esaminato entro i prossimi due giorni ed eventualmente
approvato. Il testo deve contenere la giustificazione per l'imposizione
della legge marziale, le zone precise del Paese in cui verrà introdotta
la misura, un elenco dei diritti e libertà costituzionali che verranno
temporaneamente limitate e una lista dei compiti assegnati al comando
militare e alle amministrazioni locali. Il governo di Kiev ha allertato
le sue forze armate. A renderlo noto è il ministero della Difesa.
Secondo le opposizioni ucraine, nonostante la gravità di quanto accaduto
nel Mar Nero, la risposta del Presidente appare poco circostanziata e
legata a logiche politiche. Infatti, con l'avvicinarsi delle elezioni
presidenziali, i critici di Poroshenko ritengono che il Presidente
uscente intenda utilizzare l'incidente per ravvivare il proprio supporto
popolare, oggi notevolmente ridimensionato rispetto al 2014.
Le
tre imbarcazioni militari ucraine che hanno violato il confine russo e
sono state fermate nel Mar Nero verranno consegnate al Porto di Kerch.
Ad annunciarlo, confermando lo scontro che si è consumato tra il Mar
Nero e il Mare di Azov, in corrispondenza dello Stretto di Kerch, è
stato Anton Lozovoy, ufficiale della Direzione per la Crimea del
servizio di intelligence di Mosca FSB, erede del Kgb. "Tutte e tre le
navi sono state messe in stato di arresto e vengono consegnate ora al
porto di Kerch". Stando a Lozovoy, i tre militari ucraini rimasti feriti
in modo non grave sono stati medicati. Confermando il fermo e il
sequestro delle navi ucraine nonché il ricorso alla forza delle armi,
l'agenzia russa ha ricostruito come segue - riporta la Tass -
quanto avvenuto: "Le imbarcazioni ucraine Berdyansk, Nikopol e Yany
Kapu, che hanno violato il confine russo questa mattina, hanno fatto un
altro tentativo di svolgere attività illegali in acque territoriali
russe alle 19 ora di Mosca del 25 novembre. "Vorremmo avvisare la parte
ucraina che la linea seguita da Kiev in coordinamento con gli Usa e l'Ue
per provocare un conflitto con la Russia nel Mare di Azov e nel Mar
Nero è pregna di gravi conseguenze. La Russia porrà duramente fine a
qualunque attacco alla sua sovranità e sicurezza". E' quanto si legge in
un comunicato del ministero degli Esteri russo sull'incidente di ieri
tra le forze navali russe e ucraine a largo della Crimea, la penisola
che la Russia si è annessa nel 2014 con l'intervento di uomini armati e
senza insegne di riconoscimento La Russia ha poi riaperto lo stretto di
Kerch che collega il Mar Nero e il Mar d'Azov, per abbassare la tensione
dopo l'escalation innescata dal sequestro delle tre navi ucraine. Lo
stretto è stato riaperto stamane", ha annunciato Alexei Volkov,
amministratore delegato della società Porti Marittimi Crimei.
Mosca
è stata pesantemente criticata dall'Ue che aveva esortato la Russia a
ripristinare la libertà del traffico marittimo nella zona. Proteste e
scontri sono scoppiati durante la scorsa notte a Kiev: circa 150 persone
si sono radunate dinanzi all'ambasciata russa ed hanno espresso la loro
rabbia per il sequestro. I manifestanti hanno anche dato alle fiamme
un'auto della sede diplomatica. Gruppi di estremisti hanno poi attaccato
la sede consolare di Kharkov, contro la quale sono stati lanciati razzi
di segnalazione e uova. Secondo Sputnik, uno dei siti legati
alla rete mediatica putiniana, dopo l'episodio di Kerch l'artiglieria
ucraina ha cominciato a sparare contro "zone residenziali" del Donbass,
l'enclave ucraina dominata dalle milizie russe che si è autoproclamata
repubblica indipendente. lo Stretto di Kerch è anche un crocevia
importante per il commercio globale di commodity, come il grano. Si
tratta del canale principale di export per il grano del Mar Nero, ma
anche per petrolio, minerali e legname (secondo un rapporto del 2017 del
centro studi britannico Chatham House). La Russia ha esportato quasi 7
milioni di tonnellate metriche di grano e legumi dai porti del Mare di
Azov, nei primi sette mesi dell'anno, secondo i dati del dipartimento
dell'Agricoltura Usa. Le sue acque poco profonde, sono usate
principalmente da piccole imbarcazioni per rifornire la Turchia di grano
russo e ucraino dai porti rispettivamente di Rostov-sul-Don e Azov e da
quelli di Berdyansk e Mariupol. Questi ultimi due, coprono circa il 9%
del totale delle esportazioni dell'Ucraina.
La crisi
s'internazionalizza. Il presidente americano Donald Trump monitora gli
sviluppi fra Ucraina e Russia. Ha fatto sapere la portavoce della Casa
Bianca, Sarah Huckabee Sanders, commentando l'alta tensione fra i due
Paesi nel mar Nero. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha
convocato una riunione di urgenza sull'escalation militare avvenuta tra
Ucraina e Russia. Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha
condannato il blocco da parte della Russia di tre navi ucraine nello
Stretto di Kerch. "Condanno l'uso della forza russo nel Mare di Azov. Le
autorità russe devono restituire i marinai e le navi ucraine e
astenersi da ulteriori provocazioni", ha dichiarato Tusk dopo un
colloquio telefonico con il presidente ucraino. "L'Europa resta unita a
sostegno dell'Ucraina", ha aggiunto. Il segretario generale della Nato,
Jens Stoltenberg, ha espresso al presidente ucraino "pieno sostegno"
alla difesa dell'integrità e della sovranità territoriale del Paese,
anche per quanto riguarda "il diritto di navigazione nelle sue acque
territoriali". Lo si legge in una nota della Nato. Nel pomeriggio si è
svolta una riunione della commissione Nato-Ucraina a livello di
ambasciatori per fare il punto sulla situazione dopo quanto accaduto nel
Mar d'Azov. Domenica sera l'Alto rappresentante della politica estera
Ue, Federica Mogherini, ha chiesto alla Russia di allentare la tensione e
di ripristinare la libertà di circolazione. La situazione ad Azov, ha
sottolineato Mogherini, dimostra come le tensioni e l'instabilità
possano alimentarsi "quando non si rispettano le norme basilari di
cooperazione internazionale".
L'Unione europea, ha ricordato, "non
riconosce l'annessione illegale della penisola di Crimea alla Russia":
lo snodo di tutti i contrasti recenti tra Mosca e la comunità
internazionale. Ma di questo avviso non è Matteo Salvini. Il titolare
del Viminale e vice premier, intervistato dal Washington Post (22 luglio 2018), non ha dubbi in proposito:"Ci
sono alcune zone storicamente russe, in cui c'è una cultura e delle
trazioni russe, e che quindi appartengono legittimamente alla
Federazione Russa". Per poi definire "una falsa rivoluzione" le
manifestazioni che nel 2014 portarono al cambiamento ai vertici del
potere in Ucraina. Alla domanda dell'intervistatrice: "Lei ha detto che
la Russia aveva il diritto di annettersi la Crimea?", Salvini aveva
risposto: "C'è stato un referendum", difendendo poi la legittimità di
quella consultazione e accusando "potenze straniere" di aver finanziato
la "pseudo-rivoluzione" ucraina. Salvini aveva poi aggiunto che "ci sono
zone storicamente russe, con culture e tradizioni russe, che
legittimamente appartengono alla Federazione Russa". Una linea condivisa
dall'attuale sottosegretario agli Esteri, il pentastellato Manlio Di
Stefano. Le autorità ucraine reagirono duramente all'uscita filorussa di
Salvini: l'ambasciatore italiano a Kiev, Davide la Cecilia, venne
convocato al Ministero degli Esteri ucraino che gli notificò una
protesta per le considerazioni fatte dal vice premier al Washington Post.
E
il problema si ripropone oggi. "Faccio un appello al Governo italiano
affinché condanni con fermezza l'aggressione russa contro l'Ucraina e
unisca gli sforzi a quelli della comunità internazionale per fermare
l'aggressore russo, rafforzare le misure sanzionatorie contro il regime
del Cremlino allo scopo di proteggere l'integrità territoriale e la
sovranità dell'Ucraina entro i confini internazionalmente riconosciuti".
Lo chiede l'ambasciatore ucraino a Roma, Yevhen Perelygin. "In seguito
all'attacco russo contro navi ucraine, che effettuavano una traversata
marittima dal porto di Odessa al porto di Mariupol, in conformità con le
disposizioni di tutti i trattati internazionali multilaterali e
bilaterali efficaci e le norme di navigazione, le forze russe - si legge
- hanno catturato 3 navi ucraine, ferito 6 membri dell'equipaggio di
cui due in gravi condizioni, altri 23 marinai ucraini sono stati
catturati". "Un tale attacco non è altro che un atto di aggressione
armata della Federazione Russa contro l'Ucraina, come definito, in
particolare, dall'articolo 2 della Carta delle Nazioni Unite e dalle
disposizioni della risoluzione 29/3314 dell'Assemblea generale delle
Nazioni Unite del 14 dicembre 1974 sulla definizione di aggressione. La
Russia ha, di fatto, allargato la sua aggressione militare contro
l'Ucraina al territorio marittimo. "Il regime criminale del Cremlino -
denuncia l'ambasciatore - ha ancora una volta dimostrato che non fermerà
la sua politica aggressiva ed è pronto ad ulteriori atti di aggressione
nei confronti dello Stato Ucraino". In questo scenario "muscolare",
Kiev chiede all'Europa ulteriori sanzioni contro la Russia. Cosa dirà il
governo gialloverde?
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