Umberto De Giovannangeli L'Italia il "paesino" preferito di Trump



L'Italia il "paesino" preferito di Trump (di U. De Giovannangeli)


Da stasera è ufficiale: l'Italia è diventato per Donald Trump il Paese di riferimento in Europa. L'interlocutore più affidabile, quello che sai che non alzerà mai la voce, che non porrà problemi, mica come la Merkel o Macron, e pure Theresa May. Alla Casa Bianca, The Donald non ha salutato un alleato fedele. Di più: ha "adottato" un primo ministro, Giuseppe Conte, con il quale, come sottolineava il Washington Post alla vigilia del summit ( il primo di Conte alla Casa Bianca), si è manifestato un "allineamento spirituale"; allineamento tra due - Trump dixit- "outsider della politica".
Dall'immigrazione alla Libia: per il presidente Usa l'Italia è un esempio da seguire. Un modus operandi, in particolare quello sui confini, che l'Europa dovrebbe prendere ad esempio. Così Trump ha accolto il premier italiano alla Casa Bianca lodando il "lavoro fantastico" che secondo il presidente Usa sta portando avanti. In particolare, il tycoon si è detto "molto d'accordo con quello che state facendo sull'immigrazione legale e illegale" e con la "vostra gestione dei confini". Una posizione "dura", ha spiegato Trump facendo riferimento alla chiusura dei porti decisa dal governo M5S-Lega, che "molti altri Paesi in Europa dovrebbero seguire". E poi, tra sorrisi e calorose strette di mano, l'inquilino della Casa Bianca ha ringraziato Conte e spiegato che "siamo diventati amici durante gli incontri al G7 e nel corso di alcuni colloqui telefonici". Poi è iniziato il faccia a faccia nello Studio Ovale, al quale erano presenti anche il Consigliere per la Sicurezza nazionale John Bolton, John Kelly, capo di gabinetto della Casa Bianca, e la portavoce Sarah Sanders.
Trump è prodigo di encomi ma non lo fa gratis. All'"amico italiano" chiede contropartite concrete, impegni precisi. Due in particolare: il mantenimento della presenza militare italiana in Afghanistan, e su questo nessun problema, e l'assicurazione, questa meno scontata, sul completamento della Tap (Trans Adriatic Pipeline), il gasdotto che dovrebbe passare per la Puglia e che Washington ritiene di grande importanza per spezzare la dipendenza europea da Mosca. E poi, c'è un altro problema non da poco. Un problema da 31 miliardi di dollari: a tanto ammonta il deficit commerciale che l'Italia ha accumulato nei confronti degli Stati Uniti. The Donald non è uso fare sconti, ma, benevolmente, concede: "Lo risolveremo insieme". Con una aggiunta, però, molto significativa: "Abbiamo molto di cui parlare, che riguarda il commercio e il settore militare. Voi state ordinando aerei, molti aerei", ha insistito Trump- Tradotto: dovete onorare fino in fondo la commessa degli F-35. Ma queste sono quisquilie, oggi, di fronte al reclutamento che Trump fa dell'Italia gialloverde nel campo "sovranista".
Un ingresso dalla porta principale. "Conte è un buon amico sin dall'inizio, siamo entrambi outsider della politica: dobbiamo difendere i sogni dei nostri cittadini", afferma Trump nella conferenza stampa congiunta, annunciando da oggi "un nuovo dialogo strategico tra Italia e Usa". E ancora: "Molti altri Paesi in Europa dovrebbero seguire l'esempio dell'Italia sull'immigrazione: riconosciamo il ruolo di leadership dell'Italia nell'Africa del Nord", aggiunge The Donald, che ha dato a Conte il via libera su tre questioni cruciali: la Libia ("riconosciamo il ruolo di leadership dell'Italia nella stabilizzazione"); una cabina di regia permanente per il Mediterraneo ("è necessario proteggerci dall'immigrazione illegale»";e la questione degli scambi commerciali e dei dazi ("dobbiamo colmare presto il deficit commerciale").""Con questo proficuo incontro – afferma Conte - abbiamo compiuto un ulteriore passo in avanti per aggiornare la nostra cooperazione: siamo due governi del cambiamento, tante cose ci uniscon". Un'intesa totale che ha riguardato anche molte altre questioni. "L'Italia è un grande Paese per investire – sostiene Trump -. Siamo quasi paesi gemelli, l'Italia è diventata interlocutore privilegiato e punto di riferimento in Ue degli Stati Uniti per le sfide che abbiamo davanti", a cominciare dalle "varie crisi migratorie". Di più: :"Siamo d'accordo che un regime brutale come quello in Iran non dovrà mai entrare in possesso di armi nucleari". Conte ha ricambiato i complimenti del padrone di casa: "Da avvocato, posso dire che Trump è un ottimo negoziatore, un grandissimo difensore degli interessi americani".
Sintonia anche sulla "necessità di diversificare le fonti energetiche": "In Italia e negli Stati Uniti stiamo dimostrando che il cambiamento è possibile - ha dichiarato dal canto suo Conte -, sono entrambi governi del cambiamento scelti dai cittadini per apportare un miglioramento alle proprie condizioni di vita". Anche "sulla Nato c'è stata una posizione chiara di Trump che io condivido - dice il premier italiano -: l'esigenza di riequilibrare la spesa che in questo momento è squilibrata. Sono posizioni ragionevoli che io tengo in gran conto. Dobbiamo negoziare per trovare il punto di equilibrio". Riguardo il gasdotto Tap il premier italiano spera che sia "completato" e sottolinea: "Incontrerò i sindaci per trovare una soluzione che contemperi le esigenze delle comunità locali". Conte risponde poi alla rigidità Usa sulle sanzioni alla Russia con alcune considerazioni che riguardano anche il ruolo di Mosca e il suo peso specifico nel quadro dei negoziati sulle crisi internazionali. "Sappiamo che le sanzioni non possono scomparire da un momento all'altro, ma ci auguriamo che non colpiscano la società civile". Le dichiarazioni si rincorrono, si reiterano, ma ciò che più conta, quello che segna davvero un passaggio di status, da alleato ad arruolato, è l'atteggiamento che Trump manifesta verso l'amico italiano: protettivo, quello che un maestro concede all'allievo non i più dotato della classe ma di certo quello che non contesta, che non ha alzate di ingegno. Ecco allora le "congratulazioni per la grande vittoria elettorale": che Trump rivolge a colui, Conte, che l'inquilino della Casa Bianca chiama "il mio nuovo amico ". Di cui si fa garante: "Conte farà un ottimo lavoro, sa come promuovere e vendere i prodotti italiani. Si arriverà a delle cifre record", profetizza Trump.
L'allievo incassa e ricambia. "Stiamo organizzando con il presidente Trump la conferenza sulla Libia. Affronteremo e discuteremo con tutti gli stakeholders il problema della stabilizzazione del Paese in modo da consentire alla Libia di pervenire alle elezioni democratiche in un quadro di stabilità". "Ho illustrato a Trump l'approccio innovativo sul tema dei migranti, un approccio che non lascia senza lasciare tutto il peso sui paesi di primo approdi. Il presidente Trump sta apprezzando questo approccio italiano che sta dando i suoi frutti", ha proseguito Conte. "Ho espresso al presidente Trump mia soddisfazione per intesa Usa-Ue: è fondamentale per avere un rapporto commerciale più equo". "Siamo d'accordo io e Trump sulla necessità di diversificare le fonti energetiche", ha detto il premier italiano. "Sia al G7 sia alla Nato abbiamo avuto proficuo scambio di posizioni: tutte le posizioni di riforma sono le benvenute". "Gli Usa esprimono l'esigenza di riequilibrare la spesa, posizioni tutte ragionevoli, negozieremo", ha spiegato il premier italiano. "Da avvocato, posso dire che Trump è un ottimo negoziatore, un grandissimo difensore degli interessi americani". "Sono invidioso dei numeri della crescita americana, ma sono anche ambizioso di fare tanto, più di quello che si è fatto in passato. Stiamo preparando alcune riforme strutturali, non vorrei che venisse messa da parte la riforma fiscale, che costituisce una leva per la crescita economica". "Sulla Nato c'è stata una posizione chiara di Trump che io condivido: l' esigenza di riequilibrare la spesa che in questo momento è squilibrata. Sono posizioni ragionevoli che io tengo in gran conto. Dobbiamo negoziare per trovare il punto di equilibrio", ha spiegato Conte. "L'immigrazione è anche un problema di sicurezza. Attraverso le rotte dell'immigrazione possono arrivare foreign fighters, terroristi che minacciano l'Europa", ha sottolineato il premier. 'Sappiamo che le sanzioni non possono scomparire da un momento all'altro ma ci auguriamo che non colpiscano la società civile". Il premier risponde alla rigidità Usa sulle sanzioni alla Russia con alcune considerazioni che riguardano anche il ruolo di Mosca e il suo peso specifico nel quadro dei negoziati sulle crisi internazionali.
E qui il cerchio si chiude. Perché l'arruolamento dell'Italia nel "sovranismo internazionale" da parte di Trump fa piacere, e molto, anche all'altro sovranista capo che risiede a Mosca: Vladimir Putin. Nel suo recente viaggio in Europa, The Donald ha umiliato l'Europa, bacchettato la Nato e poi, trasferendosi da Bruxelles a Helsinki, ha cementato il patto a due con il suo omologo russo. Un patto che non esclude contrasti geopolitici o di affari, ma che si fonda su un nemico comune, esplicitato da Trump, "praticato" da Putin: l'Europa. Da cancellare come entità politica. Per far posto all'"internazionale sovranista", della quale da oggi l'Italia fa parte. C'è da vedere come la prenderanno a Berlino, Parigi, Madrid...Ma questa è un'altra storia.

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