Gideon Levy Dovremmo onorare la Striscia di Gaza
Dovremmo onorare la Striscia di Gaza
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Gideon Levy Jul 15, 2018 2:28 AM
Se non fosse per la striscia di Gaza, l’occupazione sarebbe stata da
tempo dimenticata. Se non fosse stato per la Striscia di Gaza, Israele
avrebbe cancellato il problema palestinese dalla sua agenda e avrebbe
continuato a organizzare i suoi crimini e le sue annessioni, con la sua
routine, come se 4 milioni di persone non vivessero sotto il suo
tallone.
Se non fosse per la Striscia di Gaza, il mondo avrebbe anche
dimenticato. La maggior parte lo ha già fatto. Ecco perché ora dobbiamo
salutare la striscia di Gaza, principalmente lo spirito della Striscia
di Gaza, l’unico sopravvissuto nella causa disperata e persa della
lotta palestinese per la libertà.
La lotta risoluta della striscia di Gaza dovrebbe suscitare
ammirazione anche in Israele. Le poche persone informate dovrebbero
ringraziare lo spirito ininterrotto della Striscia di Gaza, quello della
West Bank si è accartocciato dopo il fallimento della seconda intifada,
così come quello dei mediatori di pace israeliani, la maggior parte dei
quali sono andati in frantumi molto tempo fa. Solo lo spirito della
Striscia di Gaza è risoluto nella sua lotta.
Un drone dell’esercito israeliano vola vicino a un aquilone palestinese
E così, chiunque non voglia vivere per sempre in un paese malvagio
deve rispettare i giovani della Striscia di Gaza che stanno ancora
cercando di lottare. Se non fosse per gli aquiloni, gli incendi, i razzi
Qassam, i palestinesi sarebbero stati completamente estinti con
consapevolezza di tutti in Israele. L’interesse sarebbe stato solo per
la Coppa del Mondo e l’Eurovision Song Contest.
Se non fosse per i campi incendiati nel sud, ci sarebbe solo
un’enorme bandiera bianca alzata non solo sulla Striscia di Gaza ma su
tutto il popolo palestinese. Chi vuole la giustizia, anche in Israele,
non può aspettare questo tipo di resa.
È difficile, persino insolente, scrivere queste parole nella città
tranquilla e sicura di Tel Aviv, dopo un’altra notte insonne e da incubo
nel sud, a causa della politica disumana di Israele, è molto più
difficile da tollerare per i suoi cittadini, compresi quelli che vivono
nel sud.
Loro non dovrebbero sostenerne il prezzo, ma ogni lotta richiede vittime innocenti, contro la loro volontà.
Sabato, la 139ª vittima del fuoco israeliano lungo il confine è
morta. Aveva 20 anni. Venerdì era stato ucciso un ragazzo di 15 anni. La
striscia di Gaza sta pagando interamente il prezzo col sangue. Questo
non la fa desistere. Questo è il suo spirito. Non si può non ammirare.
Lo spirito della striscia di Gaza non è interrotto da nessun assedio.
I demoni di Gerusalemme hanno chiuso il passaggio al confine di Kerem
Shalom e Gaza ha sparato. La malvagità nel complesso governativo Kirya a
Tel Aviv impedisce ai giovani di ricevere cure mediche in Cisgiordania
per salvare le loro gambe dall’amputazione.
Per anni hanno impedito ai pazienti oncologici, tra cui donne e
bambini, di ricevere trattamenti salvavita. Lo scorso anno sono state
approvate solo il 54% delle richieste di lasciare la Striscia di Gaza
per ragioni mediche, rispetto al 93% del 2012. Questo è malvagio.
Bisognerebbe leggere la lettera scritta a giugno da 31 oncologi
israeliani che chiedono la cessazione degli abusi sulle donne di Gaza
malate di cancro i cui permessi per uscire da Gaza richiedono mesi per
essere esaminati, decidendo così il loro destino.
I 31 razzi lanciati dalla Striscia di Gaza venerdì sera verso
Israele sono una risposta moderata a questa malvagità. Non sono altro
che un tenue promemoria del destino della Striscia di Gaza,
indirizzato alle persone che pensano che 2 milioni di persone possano
essere trattate in questo modo da oltre 10 anni mentre tutto continua
come se nulla stesse accadendo..
La striscia di Gaza non ha scelta. Neanche Hamas. Ogni tentativo di
incolpare l’organizzazione – che desidero solo fosse più laica, più
femminista e più democratica – è un’evasione di responsabilità. Non è
stato Hamas ad assediare la Striscia di Gaza. Né gli abitanti della
Striscia di Gaza si sono rinchiusi.
Israele (e l’Egitto) l’hanno fatto. Ogni esitante tentativo di Hamas
di fare qualche progresso con Israele riceve automaticamente il rifiuto
israeliano.
Né il mondo è disposto a parlare, chissà perché .
Tutto ciò è affidato agli aquiloni, e potrebbe portare a
nuovi bombardamenti senza pietà da parte di Israele, che ovviamente
Israele non vuole. Ma quale scelta ha la striscia di Gaza? Una bandiera
bianca di resa sui suoi confini, come i palestinesi della West Bank? Un
sogno di un’isola verde al largo delle coste del Mediterraneo, dove il
ministro israeliano Yisrael Katz costruirà per loro?
La lotta è l’unica strada che rimane, un percorso che dovrebbe essere
rispettato, anche se sei un israeliano e potresti essere la sua
vittima.
Trad. Invictapalestina.org
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