Tarek R. Dika L’imminente assalto all’ Iran




26 giugno 2018
La nuova strategia Americana per l’Iran è di smantellare l’accordo nucleare e di porre le fondamenta per l’azione militare contro le strutture nucleari dell’Iran. Mike Pompeo, il più recente Segretario di Stato di Trump, di recente è stato in visita in Arabia Saudita e in Israele, e in entrambi i paesi si è concentrato esclusivamente sull’Iran. Gli Israeliani sono sempre più preoccupati che una presenza militare permanente in Siria, danneggerà la loro sicurezza. Netanyahu di recente ha espresso sgomento quando [il ministro degli  esteri della Russia] Lavrov, si è rifiutato di    una presenza iraniana a lungo termine nelle Alture del Golan. John Kerry, di recente ha rivelato che tutti gli alleati americani in Medio Oriente, hanno ripetutamente implorato gli Stati Uniti di intraprendere un’azione militare contro l’Iran.
La capacità dell’Iran di congelare l’uranio nei prossimi 25 anni. Nel 2014, Pompeo, all’epoca senatore Repubblicano del Kansas,  affermando che ci vogliono meno di   2000 missioni per distruggere la potenza nucleare iraniana. Non è un compito insormontabile per le forze di coalizione.” Queste non sono le parole di un uomo che ha molta pazienza per la diplomazia. La Corea del Nord non è l’Iran: i Nordcoreani hanno già armi nucleari e la capacità di attaccare obiettivi americani. Pompeo parla dolcemente con i Nordcoreani, ma con l’Iran che non ha  capacità nucleari (e, secondo lo stesso Pompeo, non le stava cercando prima dell’accordo nucleare), usa il bastone.
Senza dubbio, Trump e Pompeo non si aspettano che gli Iraniani accettino alcuna rinegoziazione dell’accordo nucleare. Questo è già chiaro dalle assurde richieste che si aspettano che gli Iraniani accettino in ogni accordo futuro. L’amministrazione Trump desidera che qualsiasi accordo futuro fermi impedisca all’Iran di perseguire i suoi obiettivi geopolitici nella regione, mentre l’Arabia Saudita, l’Egitto e Israele perseguono liberamente la loro politica di distruggere ulteriormente i Palestinesi, appoggiando gli estremisti radicali in Siria contro Assad e creando la peggiore crisi umanitaria del mondo, nello Yemen.
Gli Iraniani considerano già l’accordo nucleare come un enorme compromesso: l’Iran è un firmatario del Trattato di Non Proliferazione Nucleare che afferma chiaramente che i firmatari non sono sottoposti a nessun obbligo di astenersi dall’arricchire l’uranio, fintanto che viene usato per scopi civili e non militari. Il fatto che gli Iraniani addirittura accettino questo accordo, è, dalla loro prospettiva, già un’importante concessione alle potenze occidentali; l’unica ragione per cui hanno accettato l’accordo è stato di sfuggire ad anni di sanzioni economiche rovinose. L’idea che tornino ora al tavolo dopo anni di negoziati estenuanti per un altro giro di trattative è altamente improbabile.
La squadra dell’amministrazione Trump senza dubbio lo sa, e deve già aver discusso in che modo reagire alla possibilità della decisione dell’Iran di uscire  dall’accordo. L’amministrazione Trump si ritirerà dall’accordo nucleare sia che i loro partner europei lo facciano o no, e farà tutto quello che potrà per congelare l’economia dell’Iran, di fatto conservano le sanzioni che gli Iraniani speravano di evitare, firmando il patto nucleare: “Anche quando tutte le sanzioni collegate al nucleare imposte all’Iran siano state revocate, l’Iran rimarrà uno dei paesi più penalizzati della terra.”  Questo incoraggerà gli intransigenti in Iran i quali hanno visto nell’accordo nucleare poco più che la resa alle richieste capricciose e in continuo cambiamento dell’Occidente. Gli Iraniani stessi è probabile che abbandonino l’accordo se il costo di rimanervi diventa più alto del costo di uscirne. Questo significa che, con tutta probabilità ripristineranno il loro programma di arricchimento.
L’amministrazione Trump scommette che questo accadrà e che farà in modo che il potere americano ed Europeo si uniranno per lanciare un attacco militare americano contro l’Iran. Tutti i pezzi saranno a posto: Stati Uniti, Europa e i più importanti alleati americani in Medio Oriente, appoggeranno tutti un attacco militare americano all’Iran.
Pompeo aveva appena terminato la sua visita in Arabia Saudita e in Israele, che Netanyahu è andato in diretta sulla televisione israeliana, e, in piedi dietro uno schermo dove, a  grandi lettere nere, si leggeva “L’Iran ha mentito”, ha dichiarato che ha una prova speciale di un programma nucleare iraniano segreto. Teatro politico: il Washington Post riferisce che la maggior parte delle prove risalgono al 2015, prima che l’accordo nucleare venisse firmato, e che “esperti dell’intelligence e diplomatici dicessero che non sembrava avesse presentato una prova provata, dimostrando che l’Iran aveva violato l’accordo anche se forse ha contribuito     a nome dei falchi che ci soni nell’amministrazione del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump che vuole rottamarlo.”
L’azione militare americana contro l’Iran fa balenare  lo spettro di una più ampia guerra nella regione. I Russi senza dubbio considerano qualunque attacco americano all’Iran come un attacco a uno dei loro beni fondamentali nella regione. Coloro che sono contrari all’azione militare contro l’Iran, è necessario che inizino ad alzare la voce adesso, se sperano di informare il pubblico circa le conseguenze disastrose che è probabile abbia qualsiasi attacco contro l’Iran, non ultimo per gli stessi iraniani.
Tarek R. Dika insegna filosofia nel Program of Liberal Studies all’Università di Notre Dame, nello Stato dell’Indiana.
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/the-coming-assault-on-iran
www.znetitaly.org
Originale: non indicato
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2018ZNET Italy – Licenza Creative Commons  CC BY NC-SA 3.0

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