Alberto Negri :La svolta storica di Kim, ma lo stop al nucleare non è un favore a Trump. E nasconde un piano preciso

 

 

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Moon ha fatto filtrare che nell'incontro con Kim discuterà come arrivare a un trattato di pace. Ma per superare l'armistizio non bastano le due Coree: occorre il coinvolgimento di Cina e Stati Uniti, perché la pace tra le due Coree, può significare la riunificazione, ovvero la nascita di una nuova superpotenza asiatica. Ecco perché la pace per molti è una speranza e per altri un incubo

 

L’annuncio di Kim Jong un dello stop ai test nucleari, con la chiusura del sito atomico nel nord del Paese, arriva alla vigilia dell’incontro con il presidente della Corea del Sud, Moon Jae in, e in vista dello storico vertice con Trump entro i primi di giugno. Al centro dell’agenda c’è la denuclearizzazione di Pyongyang e Kim non insisterà sul ritiro delle truppe Usa dalla Corea del Sud. Kim alza le braccia o punta ancora più in alto? La riunificazione delle due Coree è il vero incubo di tutta la regione. Viene in mente una famosa frase degli anni Ottanta di Andreotti: "Amo talmente la Germania che ne vorrei sempre due".

In vigore solo un armistizio

L'accelerazione di queste settimane è stata straordinaria e senza precedenti nella diplomazia asiatica, abituata a tessere trame pazienti e sottili come la seta. Tra le due Coree non c'è neppure un trattato di pace ma un cessate il fuoco in vigore da 65 anni.
In un susseguirsi di eventi tumultuosi si è passati da un’atmosfera di guerra a un contesto politico-diplomatico che non è mai stato tanto promettente per il raggiungimento della pace nella penisola coreana. Attualmente è ancora in vigore un armistizio, che nel 1953 pose fine alla guerra guerreggiata, sancendo la separazione tra una Repubblica del Nord di impronta comunista e una Repubblica del Sud facente parte del campo “occidentale”. La settimana prossima circa duemila giornalisti convergeranno verso il confine più militarizzato del mondo. Nel villaggio di Panmunjom, la Peace House ospiterà lo storico vertice tra il presidente sudcoreano Moon Jae-in e il leader nordcoreano Kim Jong-un.

Vertice senza precedenti

Il vertice intercoreano diventa nei fatti l'anticipazione di quello tra il presidente americano Donald Trump e Kim Jong-un. Trump ha accettato l'invito al summit recatogli a Washington dal capo dei servizi segreti sudcoreani, che aveva ricevuto a Pyongyang la manifestazione di disponibilità da parte di Kim. Trump ha poi inviato in missione segreta il capo della Cia (e segretario di Stato designato) Mike Pompeo a Pyongyang per discutere i piani per l'incontro. Moon ha avuto un ruolo importante nel raccogliere le prime aperture di Kim (nel suo discorso di Capodanno con l'invito a partecipare alle Olimpiadi invernali di PyeongChang).

La storica visita in Cina di Kim

Ma assai importante, forse decisiva, è stata la recente visita a Pechino di Kim, che non si era mai mosso dal suo Paese da quando prese il potere. La Cina è il vero convitato di pietra di questi vertici intercoreani e di quello con Trump: Pechino è stato il Paese che ha sostenuto per sessant'anni la Corea del Nord e forse molti non si ricordano neppure che il figlio di Mao morì combattendo in Corea contro gli americani.

La futura riunificazione

E veniamo al punto centrale. Moon ha fatto filtrare che nell'incontro con Kim discuterà come arrivare alla firma di un trattato di pace che sostituisca l'armistizio.  Ma per superare l'armistizio non bastano le due Coree: occorre il coinvolgimento di Cina e Stati Uniti, perché la pace tra le due Coree, vista l'accelerazione in corso, può significare in un futuro non così lontano anche la riunificazione, ovvero la nascita di una nuova superpotenza asiatica. Ecco perché la pace per molti è una speranza e per altri un incubo. Cina, Usa, Giappone e anche Russia amano talmente le Coree che ne vorrebbero sempre due.

 



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