Yotam Berger :Graffiti improntati all’odio sono comparsi nel villaggio in Cisgiordania della ragazzina palestinese: ‘Pena di morte per Ahed Tamimi’
Tamimi
è stata incarcerata fin dal momento in cui è stata ripresa mentre
schiaffeggiava due soldati israeliani nel suo villaggio lo scorso
dicembre.
Fonti locali hanno riferito che giovedì notte sono
stati scritti dei graffiti in ebraico all’entrata del villaggio di Nabi
Saleh in Cisgiordania. Tra gli altri slogan, uno di essi diceva: “Nella
Terra di Israele non c’è posto per la famiglia Tamimi.” Altri dicevano:
“Saluti dall’unità di rappresaglia delle Forze di Difesa israeliane” e
“Pena di morte per Ahed Tamimi.”
Tamimi, che è in carcere fino al termine dei
procedimenti legali contro di lei, iniziati dopo che è stata ripresa
mentre schiaffeggiava due soldati dell’esercito israeliano nel suo
villaggio a dicembre, vive a Nabi Saleh con la sua famiglia. Il
dipartimento di polizia di Giudea e Samaria (nomi storici della Cisgiordania, ndtr.) ha aperto un’inchiesta dopo aver ricevuto notizia dell’incidente.
Il padre di Tamimi, Bassem, venerdì mattina ha detto a
Haaretz che “questa è un’ulteriore testimonianza che la società
israeliana ha perso la ragione. Non ne siamo sorpresi. Per gente che
ammazza i bambini, scrivere simili slogan non è eccessivo. Questa è la
stessa gente che ha bruciato viva la famiglia Dawabsheh. Ovviamente si
tratta di una nuova minaccia contro di noi. Chiaramente, chi invoca la
pena di morte per Ahed Tamimi si considera giudice e giustiziere.”
“Noi non abbiamo sporto denuncia alla polizia, dal
momento che non la riconosciamo”, ha aggiunto Bassem. “Hanno anche
scritto che cacceranno la famiglia da Nabi Saleh, e noi diciamo – nessun
problema, mandateci via. Noi possiamo tornare a Haifa e Jaffa e in
tutti i luoghi da cui ci avete cacciati.”
Il villaggio di Nabi Saleh, con una popolazione di
alcune centinaia di persone, si trova accanto alla colonia di Halamish.
All’entrata c’è un checkpoint non presidiato e telecamere di
sorveglianza. Gli abitanti hanno detto che gli slogan sono stati scritti
a partire dall’ingresso verso il centro del villaggio, fino a poca
distanza dalla casa della famiglia, che è in un vicolo.
L’arresto di Tamimi il mese scorso è stato prorogato
fino al termine dei procedimenti legali contro di lei, come anche la
detenzione di sua madre Nariman. Il giudice militare, Maggiore Haim
Baliti, ha respinto le obiezioni della difesa contro la proroga,
scrivendo che “l’entità delle sue azioni e della sua iniziativa, il
livello di violenza contro militari che svolgevano il loro lavoro per
fermare i disordini pubblici nel villaggio, tutto questo indica un
livello di rischio che non lascia alternative al prolungamento della
detenzione.”
Tamimi è accusata di aver aggredito un soldato in
circostanze aggravate, di aver minacciato un soldato, di aver impedito
le attività di un soldato, di istigazione e di lancio di oggetti contro
una persona o una proprietà. Oltre all’incidente documentato in cui ha
preso a pugni un soldato, è stata anche accusata di diversi episodi di
lanci di pietre. Secondo l’accusa, Tamimi ha aggredito un maggiore ed un
sergente maggiore vicino alla sua casa. Sua madre ha filmato
l’aggressione e l’ha postata su Facebook. L’accusa sostiene che Tamimi
ha spinto i soldati e li ha minacciati dicendo che li avrebbe presi a
pugni se non se ne fossero andati, prendendoli a calci e colpendoli in
faccia.
(Traduzione di Cristiana Cavagna)
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