Patrick Cockburn Più interesse per lo scandalo Oxfam che per l’epidemia di colera




Il terremoto che ha devastato Haiti il 12 gennaio 2010 uccidendo 220.000 persone ha prodotto un terribile e disgustante fallimento da parte di quelli arrivati dall’estero per aiutare i sopravvissuti. Tra loro c’erano soldati dell’ONU provenienti dal Nepal che all’epoca si trovava nel mezzo di un’epidemia di colera e che hanno portato con sé la malattia consentendole di entrare nei fiumi che forniscono agli haitiani la loro acqua potabile.
Il colera, in precedenza sconosciuto sull’isola, ha ucciso 7.568 haitiani nei due anni successivi anche se l’ONU ha negato responsabilità per lo scoppio dell’epidemia. Ciò nonostante un rapporto dei suoi stessi esperti del 2012 che ha mostrato che la diffusione del colera a valle dell’accampamento dei soldati nepalesi era prevedibile ed evitabile. E’ stato solo nel 2016 che l’ONU ha alla fine accettato la responsabilità di aver avviato l’epidemia, anche se ha rivendicato l’immunità legale e si è rifiutato di versare risarcimenti.
Si paragoni l’assenza di interesse mostrata dai media internazionali, dai politici e da celebrità assortite a questa calamità prodotta dall’uomo, che ha condotto alla morte di migliaia di haitiani, con l’isterica indignazione manifestata riguardo a dirigenti dell’Oxfam accompagnatisi con prostitute ad Haiti nel 2011. Anche se nello scandalo dell’Oxfam non è morto nessuno esso viene descritto come “terribile” e “straziante”, parole normalmente riservate a tragedie quali la schiavizzazione e lo stupro di migliaia di donne yazidi da parte dell’ISIS in Iraq.
Sarebbe certamente meglio che gli operatori di assistenza dell’Oxfam non avessero frequentato prostitute, ma quanto in alto si classifica davvero ciò sulla scala Richter della turpitudine morale? L’Oxfam è stata discreta riguardo alla punizione dei coinvolti, come lo sono tutte le organizzazioni a proposito di scandali interni, ma improvvisamente è usato il termine “insabbiamento”, come se stessimo trattando di Richard Nixon negante responsabilità per l’intrusione del Watergate. Questa copertura mediatica di uno scandalo minore esagera sistematicamente le malefatte e abbandona ogni senso della misura per screditare l’Oxfam nel suo complesso.
Pochi commentatori, pur strillando il loro shock e il loro senso di indignazione morale, si curano di chiedere che cosa stesse facendo l’Oxfam ad Haiti tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011. E’ stato quando The Times e altri organi critici della dirigenza dell’Oxfam avrebbero dovuto dedicare maggiore attenzione a controllare la morale e il comportamento dei rappresentanti locali dell’Oxfam nella capitale Port-au-Prince.
Di fatto l’Oxfam stava tentando con una certa disperazione di evitare che l’epidemia di colare, il cui primo focolaio era stato individuato nel centro di Haiti a ottobre, si diffondesse ulteriormente. Entro il mese successivo aveva raggiunto Port-au-Prince e l’Oxfam stava tentando di distribuire acqua non contaminata a 315.000 persone già rese senzatetto dal terremoto. Una dichiarazione dell’Oxfam del 10 novembre descrive come “l’Oxfam continua a rafforzare le infrastrutture e le attività idriche, fognarie e igieniche negli accampamenti/comunità in cui operiamo. E’ sviluppata una strategia contro il colera per guidare le nostre attività per almeno i prossimi tre mesi. Al momento stiamo rafforzando i nostri programmi idrici, fognari e igienici nei campi che già gestiamo a Port-au-Prince e in Artibonite. Stiamo attualmente raggiungendo più di 400.000 persone con programmi idrici, fognari e di igiene e altri 100.000 individui prevalentemente attraverso i nostri programmi di emergenza alimentare e di mezzi di sostentamento deperibili (EFSVL)”.
Nulla di tutto questo è tanto pruriginoso quanto il genere di roba che abbiamo letto e visto la scorsa settimana riguardo alla cattiva condotta sessuale di dipendenti dell’Oxfam ad Haiti, ma essi paiono in effetti aver mantenuto in vita un mucchio di persone che altrimenti sarebbero morte. Curiosamente, anche se giornalisti e politici stranieri dichiarano la loro preoccupazione per l’asserito sfruttamento di operatrici del sesso haitiane, pochi di loro sembrano aver notato che ad Haiti infuriava un’epidemia di colera nello stesso periodo dello scandalo sessuale.
Perché l’articolo del The Times ha prodotto un simile frenetico interesse mediatico? La vicenda ha per la stampa e per la televisione l’attrattiva di riguardare quelli che assumono un atteggiamento morale superiore, quali le agenzie di aiuti o le chiese, e che sono colti a commettere peccati per i quali altre organizzazioni la farebbero franca. Il pubblico gode per rivelazioni che mostrano che giganti morali hanno gli stessi piedi d’argilla di tutti gli altri.
Le agenzie di assistenza sono facili da attaccare perché c’è solitamente un divario tra il modo in cui vivono tali dirigenti rispetto alla miseria di quelli che devono assistere. A volte il divario è grottesco come nel caso dei consulenti di assistenza a Kabul nel 2010 che guadagnavano tra i 250.000 e i 500.000 dollari in un paese dove il 43 per cento della popolazione viveva con un dollaro al giorno. Tuttavia tali salari eccessivi sono rari e un’accusa più concreta è che le agenzie di aiuti spendono troppo in amministrazione.
Tuttavia questi motivi non spiegano del tutto l’isterismo da linciaggio con il quale la Oxfam è attualmente attaccata per quelle che, nel mezzo di un’epidemia di colera, sono state delle mancanze piuttosto minori. La spiegazione di questo probabilmente ha più a che vedere con l’umore del pubblico e dei media dopo le accuse che il magnate del cinema di Hollywood Harvey Weinstein ha molestato e aggredito donne per decenni, usando il suo potere per costruire o distruggere le loro carriere. La vicenda è stata riferita dalla stampa a ottobre dell’anno scorso e ha provocato un’ondata di accuse contro uomini in posizioni elevate che hanno usato il loro potere per sfruttare donne. La storia dell’Oxfam ad Haiti può essere inserita nello stesso quadro generale di persone al potere che usano la loro autorità per favori sessuali, anche se le circostanze sono molto diverse.
Nell’era post Harvey Weinstein è difficile difendere l’Oxfam perché tutte le scuse suonano opportuniste e tutti gli episodi di sfruttamento sessuale tendono a essere considerati ugualmente gravi. Questo oscuro il grado della colpa e la gravità del reato, anche non è nemmeno chiaro se nella villa dell’Oxfam a Port-au-Prince sia stato davvero commesso un reato.
Il grande storico britannico del diciannovesimo secolo Macaulay disse famosamente che “non conosciamo alcuno spettacolo tanto ridicolo quanto il pubblico britannico in uno dei suoi periodici accessi di moralismo”. Lo stesso si potrebbe dire oggi dello scandalo sessuale dell’Oxfam ad Haiti, ma il termine “spaventoso” andrebbe sostituito a “ridicolo” poiché le molteplici fonti d’informazione – internet, televisione e stampa – hanno pompato la velocità con la quale c’è una corsa collettiva a giudicare. Ciò è fatto senza riguardo alle prove ed è quasi impossibile fermarlo una volta che abbia preso slancio.
E’ dubbio che l’Oxfam sopravviva allo scandalo nella sua forma attuale mentre è sepolta da così tante imputazioni di colpevolezza che si potrebbe ben immaginare che l’organizzazione sia gestita da una combinazione di Harvey Weinstein e Jimmy Saville. Considerata la necessità dell’Oxfam di sostegno finanziario pubblico e governativo probabilmente ha subito – secondo me ingiustamente – un colpo mortale. Se davvero affonderà sarà un trionfo dell’ipocrisia, nel quale guru e politici stanno distruggendo l’Oxfam per aver maltrattato haitiani, sul cui destino improvvisamente manifestano grande preoccupazione, anche se pochi di loro hanno addirittura mai sentito dell’epidemia haitiana di colera che l’Oxfam ha cercato di fermare.
Da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo
www.znetitaly.org
Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/people-care-more-about-oxfam-scandal-than-cholera-epidemic/
Originale: The Independent
traduzione di Giuseppe Volpe
Traduzione © 2018 ZNET Italy – Licenza Creativ

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