PALESTINA. Notte di violenze: un 16enne ucciso, decine di arresti
L’esercito
israeliano ha compiuto numerosi raid in tutta la Cisgiordania e
Gerusalemme est. Numerosi i feriti e una vittima: Layth Abu Naim colpito
da un…
nena-news.it
Roma, 31 gennaio 2018, Nena News – È
stata una notte di violenze nei Territori Palestinesi Occupati. Un
ragazzo palestinese di 16 anni è stato ucciso dall’esercito israeliano
nel villaggio di al-Mughayyer, vicino Ramallah. Layth Abu Naim è stato colpito alla testa da proiettili sparati dai soldati durante un raid nel villaggio: giovani palestinesi hanno lanciato pietre all’esercito che ha risposto aprendo il fuoco.
Dall’inizio dell’anno l’esercito ha ucciso otto palestinesi, di cui quattro sotto i 16 anni, riporta l’agenzia stampa palestinese Ma’an; 19 le vittime dal 6 dicembre scorso, il giorno in cui il presidente statunitense Trump ha riconosciuto unilateralmente Gerusalemme capitale di Israele. Subito dopo l’uccisione di Abu Naim, centinaia di persone sono scese in strada al grido di “Vogliamo la libertà”.
Ma le violenze hanno interessato tutta la Cisgiordania e Gerusalemme est: all’alba di questa mattina coloni israeliani e soldati hanno compiuto un’incursione nella città di Nablus, verso la tomba di Giuseppe, sito considerato sacro dall’ebraismo. L’esercito è arrivato con le jeep militari, i coloni a bordo di 20 autobus, impedendo ai palestinesi di entrare. Sono scoppiati scontri e l’esercito ha di nuovo aperto il fuoco: un palestinese, Qussai Ahmad al-Masri, è stato colpito al volto da un proiettile ricoperto di gomma; poco dopo due 18enni, Rafat Sa’d Bani Odah e Mohammad Hasan Bisharat, sono stati colpiti alla gamba e al collo nel vicino villaggio di Tammoun. Nelle stesse ore altri gruppi di coloni attaccavano il villaggio di Orif, scontrandosi con i palestinesi residenti.
Più a nord, a Jenin, due giovani sono stati colpiti dal fuoco dei militari israeliani e altri due arrestati a Wad Burqin, nei pressi della città cisgiordana, dopo un’incursione nell’Università Arabo-americana. Arresti seguiti al raid dell’esercito nel campo profughi di Jenin, con il lancio di proiettili di gomma, bombe sonore e gas lacrimogeni. Anche qui due giovani, Mohammed Ismael Al-Rokh e Ahmad Mohammad al-Amer, sono stati feriti alle gambe. Altri quattro arresti tra Qalqiliya e Betlemme e un quinto fuori Jenin, l’ex prigioniero politico Samer Sawafta di Tubas.
Violenze anche a Gerusalemme dove in una sola notte, quella appena trascorsa, l’esercito israeliano ha arrestato 30 palestinesi nel quartiere di Issawiya. Il raid è iniziato alle 2 del mattino, con la partecipazione di elicotteri. Secondo quanto raccontato da Muhammad Abu Hummus, membro del comitato locale, decine di case sono state perquisite e 30 persone arrestate, molte delle quali adolescenti.
Le leadership palestinesi dei vari partiti rispondono e chiamano per venerdì ad una nuova giornata della rabbia, non solo in Palestina ma anche nelle capitali arabe e nei campi profughi della diaspora. L’appello è alla protesta contro le decisioni assunte dall’amministrazione Trump. Nena News
Dall’inizio dell’anno l’esercito ha ucciso otto palestinesi, di cui quattro sotto i 16 anni, riporta l’agenzia stampa palestinese Ma’an; 19 le vittime dal 6 dicembre scorso, il giorno in cui il presidente statunitense Trump ha riconosciuto unilateralmente Gerusalemme capitale di Israele. Subito dopo l’uccisione di Abu Naim, centinaia di persone sono scese in strada al grido di “Vogliamo la libertà”.
Ma le violenze hanno interessato tutta la Cisgiordania e Gerusalemme est: all’alba di questa mattina coloni israeliani e soldati hanno compiuto un’incursione nella città di Nablus, verso la tomba di Giuseppe, sito considerato sacro dall’ebraismo. L’esercito è arrivato con le jeep militari, i coloni a bordo di 20 autobus, impedendo ai palestinesi di entrare. Sono scoppiati scontri e l’esercito ha di nuovo aperto il fuoco: un palestinese, Qussai Ahmad al-Masri, è stato colpito al volto da un proiettile ricoperto di gomma; poco dopo due 18enni, Rafat Sa’d Bani Odah e Mohammad Hasan Bisharat, sono stati colpiti alla gamba e al collo nel vicino villaggio di Tammoun. Nelle stesse ore altri gruppi di coloni attaccavano il villaggio di Orif, scontrandosi con i palestinesi residenti.
Più a nord, a Jenin, due giovani sono stati colpiti dal fuoco dei militari israeliani e altri due arrestati a Wad Burqin, nei pressi della città cisgiordana, dopo un’incursione nell’Università Arabo-americana. Arresti seguiti al raid dell’esercito nel campo profughi di Jenin, con il lancio di proiettili di gomma, bombe sonore e gas lacrimogeni. Anche qui due giovani, Mohammed Ismael Al-Rokh e Ahmad Mohammad al-Amer, sono stati feriti alle gambe. Altri quattro arresti tra Qalqiliya e Betlemme e un quinto fuori Jenin, l’ex prigioniero politico Samer Sawafta di Tubas.
Violenze anche a Gerusalemme dove in una sola notte, quella appena trascorsa, l’esercito israeliano ha arrestato 30 palestinesi nel quartiere di Issawiya. Il raid è iniziato alle 2 del mattino, con la partecipazione di elicotteri. Secondo quanto raccontato da Muhammad Abu Hummus, membro del comitato locale, decine di case sono state perquisite e 30 persone arrestate, molte delle quali adolescenti.
Le leadership palestinesi dei vari partiti rispondono e chiamano per venerdì ad una nuova giornata della rabbia, non solo in Palestina ma anche nelle capitali arabe e nei campi profughi della diaspora. L’appello è alla protesta contro le decisioni assunte dall’amministrazione Trump. Nena News
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