«Solidali con Theophilos III e le Chiese di Terra Santa»



 Anche il Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) – organismo, con sede a Ginevra, al quale aderiscono 348 Chiese ortodosse, evangeliche e luterane di tutto il mondo – esprime vicinanza alle Chiese di Terra Santa in una fase delicata della loro vita.
Riunito ad Amman (Giordania) dal 17 al 23 novembre, il Comitato esecutivo del Cec ha espresso preoccupazione «per i modi in cui le istituzioni e proprietà ecclesiastiche a Gerusalemme sono minacciate da un concorrere di cause: contratti controversi sotto il profilo legale, azioni di gruppi di coloni estremisti e politiche del Governo di Israele».
Tra i principali motivi di apprensione il Cec menziona le iniziative legislative attualmente in corso alla Knesset (il Parlamento israeliano) che potrebbero compromettere la possibilità di disporre liberamente del patrimonio fondiario e immobiliare di cui le Chiese sono proprietarie. L’organismo ecumenico mondiale si schiera a difesa dello Status quo (gli accordi che regolano l’equilibrio di diritti e doveri tra – e verso – le comunità religiose a Gerusalemme), come ha già fatto settimane fa anche Papa Francesco.
Nella conclusione della Dichiarazione pubblicata il 22 novembre scorso il Comitato esecutivo del Cec chiede alle autorità israeliane di astenersi da simili iniziative; elogia il re di Giordania Abdallah II per il suo impegno di custode dei luoghi santi cristiani e musulmani di Gerusalemme; esprime gratitudine per il patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme, Theophilos III per gli sforzi che sta compiendo in questi frangenti. Il patriarca è intervenuto ai lavori di Amman per illustrare il punto di vista dei capi delle Chiese di Terra Santa e incassare la solidarietà del Cec, in un momento per lui difficile anche sul piano personale. È infatti apertamente contestato da vari settori della locale comunità greco-ortodossa.

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