amira Hass :I carcerieri incatenati di Gaza
I
carcerieri incatenati di Gaza
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Funzionari dell'ANP prendono il controllo della parte palestinese del
varco di…
zeitun.info
7 novembre 2017, Haaretz
Gli israeliani si rifiutano di capire che Gaza è una gigantesca prigione e che noi siamo i carcerieri.
Ho visto gazawi felici. Un giornalista
di Kan, l’emittente pubblica israeliana, alcuni giorni fa è andato al
checkpoint di Erez, ha sbattuto un microfono e una telecamera in faccia
agli abitanti della Striscia di Gaza e li ha stimolati a sospirare di
sollievo. Fantastico! Il posto di controllo di Hamas dal lato di Gaza è
stato tolto e il barbuto personale di sicurezza non ci ha interrogati.
L’impressione che si ricava dal servizio
televisivo e da un precedente reportage su Haaretz è che l’unico
ostacolo che affrontano quelli che vogliono lasciare Gaza sia Hamas, ma
ci sono alcune domande che non sono state fatte ai gazawi sul confine,
insieme alle risposte che ne sarebbero seguite:
D. Adesso, dopo la rimozione dei posti
di blocco di Hamas, chiunque voglia lasciare Gaza può farlo? R. Stai
scherzando? Dal 1991 noi possiamo andarcene solo con l’autorizzazione di
Israele.
D. Quanto dura il periodo di attesa per
un permesso di uscita israeliano? R. Circa 50 giorni. A volte solo un
intervento legale da parte di un’organizzazione israeliana come il
‘Centro legale Gisha per la libertà di movimento’ o ‘Medici per i
diritti umani’ può far ottenere un permesso.
D. Quali sono gli strumenti di controllo
al checkpoint israeliano? R. Uno scanner girevole, istruzioni gridate
con i megafoni, a volte una perquisizione personale.
D. Che cosa vi è consentito portare? R. Non si possono portare computer portatili, panini, valigie con le ruote o deodoranti.
D. Oltre a quelli della Jihad islamica e
di Hamas, a chi è vietato uscire? R. La maggior parte della gente non
può uscire. La figlia di un mio vicino è stata in cura a Gerusalemme
negli scorsi nove mesi e lui sta ancora aspettando un permesso per
andare a visitarla. Lo stesso vale per tre amici che hanno avuto bisogno
di un esame medico di controllo l’anno scorso. Giovani che vorrebbero
studiare in Cisgiordania non possono farlo perché Israele non glielo
consente. Circa 300 studenti che hanno avuto la possibilità di studiare
all’estero stanno aspettando un permesso ed il loro visto è a rischio.
D. Sei stato interrogato dal servizio di
sicurezza (interno) israeliano Shin Bet? R. Non oggi. Ma a volte
arriviamo al checkpoint e ci prendono da parte, ci fanno sedere su una
sedia per un giorno intero ed alla fine ci fanno alcune domande sui
vicini di casa, per 10 minuti, o ci mandano a casa senza farci domande.
E’ così che perdiamo un appuntamento all’ospedale o un incontro di
lavoro.
Gli israeliani rifiutano di capire che
Gaza è una gigantesca prigione e che noi ne siamo i carcerieri. Ecco
perché essi [gli israeliani] sono incatenati dalla loro volontaria
ignoranza. Riferire sulla situazione viene facilmente trasformato in
propaganda ad uso dei politici. D’altro lato, le omissioni e le
distorsioni negli articoli scritti dai dirigenti che fanno politica sono
un fatto naturale. Come ad esempio l’articolo scritto dal Coordinatore
delle attività governative nei territori [il governo militare israeliano
sui territori palestinesi occupati, ndt], general maggiore Yoav
Mordechai e da due suoi colleghi, pubblicato la scorsa settimana sul
sito web dell’Istituto di Studi per la sicurezza nazionale.
Le omissioni e le distorsioni sono
rivolte al pubblico in generale. Per esempio, l’articolo afferma: “Hamas
ha preso il controllo della Striscia di Gaza con la forza.” Invece, il
quartetto per il Medio Oriente (Stati Uniti, Russia, Nazioni Unite e
Unione Europea) e Fatah hanno agito in vari modi aggressivi per
ribaltare i risultati delle elezioni democratiche per il Consiglio
Legislativo Palestinese nel 2006, che Hamas aveva vinto.
“Hamas è diventato il potere sovrano”,
hanno scritto Mordechai ed i suoi colleghi. Il potere sovrano? Anche se è
Israele a controllare le frontiere, gli spazi aerei e marittimi ed il
registro della popolazione palestinese? “Il governo di Hamas si sta
indebolendo a causa della sua responsabilità relativamente
all’impoverimento e alla disoccupazione.” I lettori che leggono questa
frase nell’articolo hanno già dimenticato una precedente affermazione:
“La situazione dei cittadini di Gaza è enormemente peggiorata dal 2007,
soprattutto a causa delle restrizioni imposte alla Striscia da Israele
(in termini di possibilità di muoversi da e per l’area ed in termini di
attività economica).”
Gli autori del rapporto dell’Ufficio del
Coordinatore delle Attività Governative nei Territori sono prigionieri
della loro stessa posizione. Il COGAT impone rigorosamente queste
restrizioni e le ha rese ancor più rigide. Gli autori mettono in guardia
nell’articolo sulla prospettiva di un peggioramento della situazione,
sia economicamente che psicologicamente, ma da ciò non consegue un
coraggioso richiamo ai politici perché rimuovano i divieti al movimento
della popolazione, delle materie prime e della produzione locale.
Gli autori suggeriscono al governo che
sarebbe preferibile permettere che il processo di riconciliazione
interna palestinese vada avanti. Ed invitano coraggiosamente i gentili
[cioè i non ebrei, ndt] a finanziare la ricostruzione di ciò che Israele
ha distrutto e sta distruggendo. Dopotutto, è ciò che essi hanno fatto
dal 1993 – inviando un fiume di denaro per evitare un deterioramento
ancor peggiore e per mantenere uno status quo conveniente ad Israele. E’
giunto il momento che i gentili utilizzino quei soldi come pressione
politica che costringa Israele a ripristinare la libertà di movimento
per i palestinesi a Gaza.
(Traduzione di Cristiana Cavagna)
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