Yotam Berger :Partito israeliano approva un piano di annessione per obbligare i palestinesi ad andarsene
Partito israeliano approva un piano di annessione per obbligare i palestinesi ad andarsene…
zeitun.info
Con
l’approvazione di Netanyahu, il congresso di un partito di destra
discute il proprio piano per annettere i territori palestinesi e
proporre un ultimatum di resa o espulsione.
Martedì il
congresso della fazione “Unione Nazionale”, che ha eletto dei
parlamentari nel partito Habayit Hayehudi [“Casa Ebraica”, partito di
estrema destra dei coloni, ndt.], presente nella Knesset [il parlamento
israeliano, ndt.] ha approvato un piano per annettere in pratica i
territori, favorendo nel contempo la partenza degli abitanti palestinesi
o consentendo loro di rimanere, ma senza diritto di voto.
L’approvazione
del piano, denominato dai suoi sostenitori il “Piano per la decisione”,
è stata attivamente promossa dal deputato di Habayit Hayehudi Bezalel Smotrich.
Esso intende “modificare il discorso e presentare una vera alternativa
ad ogni piano basato sulla divisione della terra,” secondo una
dichiarazione di “Unione Nazionale”.
“Dopo
un centinaio di anni di gestione del conflitto, è giunto il momento di
prendere una decisione,” ha detto Smotrich all’assemblea. “I principi
(della Sinistra) nell’arco di pochi anni sono stati accettati da una
parte crescente della dirigenza israeliana. Prima a sinistra, e poi,
sfortunatamente, anche a destra, che nella sua grande maggioranza ha
perso la propria fede nella giustezza del nostro percorso ed è stata
trascinata verso la soluzione dei due Stati.
“La
prospettiva del ‘Piano per la decisione’ non è nuova,” ha detto
Smotrich. “Queste sono le fondamenta su cui è stato costruito il
sionismo. Non accettiamo che qui ci siano due narrazioni che sono
uguali. C’è una parte che è giusta e un’altra che sta minando il diritto
di Israele ad esistere come Stato ebraico.”
Smotrich
ha aggiunto: “Dobbiamo inculcare nella consapevolezza degli arabi e del
mondo intero che non ci sono possibilità di costituire uno Stato arabo
sulla Terra di Israele.”
Il
piano è stato approvato all’unanimità dai delegati presenti, che
includevano i parlamentari di Habayit Hayehudi Smotrich e Moti Yogev e
il ministro dell’Agricoltura Uri Ariel. Il segretario del partito
Naftali Bennett, tuttavia, non è stato presente al congresso, né ha
inviato un messaggio registrato, mentre lo ha fatto il primo ministro
Benjamin Netanyahu.
Il
piano di Smotrich presenta una specie di ultimatum di resa o espulsione
ai palestinesi in cui “verranno offerte due alternative agli arabi
della Terra di Israele:
“1.
Chiunque sia pronto e disposto a rinunciare alla realizzazione delle
proprie aspirazioni nazionali potrà rimanere qui e vivere come singolo
individuo nello Stato ebraico.
“2.
Chiunque non sia pronto e disposto a rinunciare alla realizzazione
delle proprie aspirazioni nazionali riceverà da noi assistenza per
emigrare in uno degli Stati arabi.”
“Chiunque
insista a scegliere la terza ‘opzione’ – continuare a far ricorso alla
violenza contro l’esercito israeliano, lo Stato di Israele e la
popolazione ebraica, sarà risolutamente preso in consegna dalle forze di
sicurezza con maggiore decisione di ora e in condizioni più sicure per
noi.”
Smotrich
propone di offrire “autogoverno” agli arabi nei territori occupati, che
“verrebbero divisi in tre governi municipali regionali che saranno
nominati con elezioni democratiche,” su base distrettuale.
Secondo
il piano, “questi governi si adattano alla struttura culturale e della
famiglia estesa della società araba.” L’obiettivo è “di smantellare la
collettività nazionale palestinese.” Viene sottolineato che “gli arabi
di Giudea e Samaria [denominazione israeliana della Cisgiordania
occupata, ndt.] saranno in grado di condurre la loro vita quotidiana, ma
in un primo tempo non potranno votare per il parlamento israeliano.”
Come
lo stesso Smotrich ha scritto nel passato in merito al piano, “la
grande sfida in questo contesto sarà la sfida democratica: la necessità
di persuadere il mondo che tra tutte le diverse alternative, quella dei
diritti democratici senza il diritto di voto al parlamento è la meno
peggio. Certamente è una sfida, ma possiamo affrontarla.”
I
membri di “Unione Nazionale” sembrano offendersi quando gli viene
chiesto di spiegare perché il loro piano non è razzista. “Dio ce ne
guardi,” dice il segretario del partito Ofir Sofer. “E’ chiaro che ci
sono delle difficoltà nel discuterlo utilizzando i concetti che abbiamo
oggi. Ma non è razzismo,” afferma.
Sofer
aggiunge che, benché il piano utilizzi il termine “gli arabi della
Terra di Israele,” non significa che gli arabo-israeliani perderebbero
la loro cittadinanza.
“Il piano
propone la cittadinanza,” aggiunge. “La propone a lungo termine. (Anche
oggi) gli arabo-israeliani non fanno il servizio militare e gli arabi di
Gerusalemme est non votano per la Knesset. Per questo penso che non si
tratti di razzismo. Non puoi creare due situazioni contraddittorie – la
colonizzazione e l’Autorità Nazionale Palestinese. Ma non voterei mai per un piano razzista.”
Sofer
contesta anche l’uso del termine “espulsione”. “Quando abbiamo parlato
di espulsione?” chiede. “Stiamo parlando di incoraggiare l’emigrazione.
E’ successo per gli eritrei, ecc. Qui ci stiamo riferendo esattamente ai
militanti del terrorismo, a quelli che appoggiano il terrorismo. Lei è a
favore di incoraggiare l’emigrazione degli eritrei e non dei
terroristi?”
Per
quanto riguarda una spiegazione su cosa significherà “preso in consegna
dalle forze di sicurezza“ con cui il piano mette in guardia quelli che
rifiutano di andarsene e conservano aspirazioni nazionali, sia il piano
che Sofer sono vaghi.
Il
programma di Smotrich può suonare effimero, ma ha ricevuto il
riconoscimento da parte di Netanyahu, che ha inviato un messaggio
videoregistrato al congresso.
“Sono
contento di sentire che avete dedicato le discussioni del congresso al
tema del futuro della Terra di Israele. Fino a non molti anni fa, questo
Paese era spopolato ed abbandonato, ma da quando siamo tornati a Sion,
dopo generazioni in esilio, la Terra di Israele sta fiorendo,” ha detto
Netanyahu nel saluto registrato.
Il
primo ministro ha aggiunto: “In meno di 70 anni siamo riusciti a
costruire un Paese prospero, leader mondiale in economia, tecnologia,
sicurezza, agricoltura, sicurezza informatica, salute e in molti altri
campi. Stiamo costruendo il Paese e ci stiamo insediando sulle montagne,
nelle valli, in Galilea, nel Negev e anche in Giudea e Samaria, perché
questo è il nostro Paese. Ci è stato concesso il privilegio di vivere
sulla terra, ed abbiamo l’obbligo di conservarla con cura.”
Il
saluto del premier ha ricevuto applausi piuttosto scarsi. La
spiegazione più comune di questo tra gli attivisti di “Unione Nazionale”
è la loro convinzione che Netanyahu non creda realmente al piano, ma
stia semplicemente tentando di superare a destra Bennett, di Habayit
Hayehudi. “Sta facendo l’occhiolino alla Destra,” dice un delegato.
“Capisce che i voti sono a destra,” dice un altro.
“Il
‘Piano per la decisione’ è importante, soprattutto dal punto di vista
della consapevolezza,” dice Ariel. “Non basta che ci sia mezzo milione
di ebrei in Giudea e Samaria, e con l’aiuto di dio ce ne sarà un
milione. Dobbiamo raggiungere la consapevolezza, riconoscere la
giustezza (del potere e della colonizzazione israeliani in
Cisgiordania). Dire: ‘Onorevole primo ministro, signor Netanyahu, non ci
sono e non ci saranno mai due Stati tra il Giordano e il mare.’
Gliel’ho detto varie volte: ‘Tu sai che non ci saranno mai due Stati.’
Ma le discussioni giorno e notte sui due Stati indeboliscono ed erodono
la consapevolezza della giustizia del nostro cammino, che la Terra di
Israele è nostra.”
L’assenza
di Bennett dal congresso non è stata casuale; quelli che lo conoscono
dicono che il ministro dell’Educazione non è molto entusiasta delle
proposte di Smotrich. Pochi anni fa Bennett ha presentato il suo “Piano
di pacificazione”, che includeva l’annessione di alcune parti dei
territori, ma nessun meccanismo di trasferimento della popolazione.
Benché
Habayit Hayehudi e “Unione Nazionale” siano strettamente legati e
abbiano corso insieme per la Knesset, i seguaci di Bennett dicono che
egli sa che non riuscirà mai a raggiungere i vertici politici a cui
aspira – in altre parole, la carica di primo ministro – in una lista
unitaria con “Unione Nazionale”. Pensa che una lista che include
convinzioni politiche come quelle di Smotrich non potrà mai essere un
partito di governo. La loro alleanza è stata strategica, ma se egli avrà
l’opportunità di candidarsi con un partito che possa attrarre più voti
centristi, sarà felice di separarsi [da “Unione Nazionale”].
Ariel ne è
ben consapevole. Per questo, nel suo discorso, ha chiesto a Bennett di
mantenere l’alleanza. “Faccio un appello al mio collega ed amico, il
ministro Bennett – l’unità è un valore. E quando si tratta di questioni
politiche, può portare a risultati molto maggiori di altre cose. Per
questo noi dell’’Unione Nazionale’ stiamo lottando per l’unità del
nostro campo.”
(traduzione di Amedeo Rossi)
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