Mimmo Chirico : Una vita decente, in un Paese decente ,in una Roma decente

L'ironia della sorte vuole che mi sia trovato sotto casa un campo profughi. Da ieri mattina alle 6 ho sentito le urla delle donne che venivano sgomberate, fino a ieri notte quando molte persone erano ancora sotto casa mia a cercare un giaciglio per la notte. Qualcuno è salito da me per fare un pò di telefonate. Chi conosce Roma sa che questa è la zona storicamente d'insediamento e ritrovo di eritrei ed etiopi. Ci sono i ristoranti, i club, i bar, negozi e parrucchieri e le agenzie di viaggio delle comunità. Da più di 50 anni conviviamo serenamente. L'occupazione di Piazza Indipendenza non dava alcun fastidio al quartiere. Non si percepiva alcun problema all'esterno. 
Gente tranquilla che incontravo al supermercato o vedevo quando portavano i figli a scuola la mattina, a scuola nel quartiere. Persone che lavorano ed integrate. Dentro al palazzo so che regnavano sovrani ordine e disciplina, forse anche troppa, ma utili a governare uno stabile che accoglieva 1000 persone.
Lo sgombero violento ha, a mia memoria, due precedenti famosi. E pre-elettorali. Quello di Tor de'Cenci fatto durante la giunta Rutelli e per il quale ci fu una condanna della corte di Strasburgo avendo espulso in quell'occasione persone non espellibili. E quello di Ponte Mammolo due anni fa, giunta Marino. Sempre a danno della povera gente. Sempre senza alcuna soluzione. Nel 2017 brilla l'assenza del Comune di Roma, giunta Raggi. Che non ha saputo svolgere alcuna mediazione sociale con una comunità che sarebbe stata invece più che disposta al dialogo. E con cui si sarebbero potute costruire delle alternative, stabilendo tempi e modi insieme. Invece il Comune di Roma se ne fotte, anche loro a scopo elettorale. La Prefettura sistema i casi più vulnerabili (128 mi dicono) e gli altri sono in mezzo alla strada. Senza tener conto delle scuole dei minori, di chi lavora, delle persone anziane. A questo si aggiungono 4 arrestati.
 Ora a Rebibbia.
Ieri sera tornando a casa ho detto a degli amici che erano in piazza di venire da me se c'era bisogno. L'ho detto come vicino di casa dell'occupazione di piazza Indipendenza, come persona che conosce chi lì viveva e per esprimere la normale e naturale solidarietà che ci dovrebbe essere tra prossimi. Qualcuno è venuto a sedersi ed a fare un pò di telefonate a casa. Sarei anche sceso a portare del cibo ma erano perfettamente organizzati da sè con la comunità intorno solidale. 
Non hanno bisogno di aiuti umanitari ma di una vita decente, come tutti noi, in un paese decente.

Commenti

Post popolari in questo blog

Alberi,piante e fiori della Palestina: i gelsi

Hilo Glazer : Nelle Prealpi italiane, gli israeliani stanno creando una comunità di espatriati. Iniziative simili non sono così rare

Né Ashkenaziti né Sefarditi: gli Ebrei italiani sono un mistero - JoiMag

Lesbo : tre nonne e un nipotino venuto dal mare