L’Autorità Palestinese impone uno “stato di polizia” in Cisgiordania

 
 
 
 
Scritto il 27 agosto 2017 by Redazione di Ali Abunimah 25 agosto 2017 L’Autorità Palestinese guidata da Mahmoud Abbas, nella Cisgiordania…
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L’Autorità Palestinese guidata da Mahmoud Abbas, nella Cisgiordania occupata, sta intensificando il giro di vite nei riguardi  dei palestinesi che esercitano i loro diritti di libertà di espressione.

Nel frattempo, in Francia, i politici e gli attivisti stanno chiedendo al loro governo di agire a nome di un difensore franco-palestinese dei diritti umani, arrestato da Israele.

“Fin dall’inizio del 2017, le autorità palestinesi in Cisgiordania hanno compiuto un sacco di attacchi contro giornalisti e attivisti, sottoponendoli ad arresti arbitrari, interrogatori violenti, confisca di attrezzature, attacchi fisici e divieti di fare reportage,” ha detto Amnesty International questa settimana.

Amnesty critica anche le violazioni da parte delle autorità di Hamas a Gaza.

Secondo Muhannad Karajah, un avvocato che opera con il gruppo Addameer per i diritti dei prigionieri, il quale rappresenta molti dei giornalisti detenuti in Cisgiordania, la situazione è la peggiore che abbia mai visto da dieci anni.

“Non c’è più spazio per le libertà individuali; le autorità palestinesi in Cisgiordania stanno diventando uno stato di polizia, e stanno facendo tacere le persone,” ha detto ad Amnesty.

In giugno, per esempio, il giornalista Thaher al-Shamali è stato arrestato e accusato di “avere insultato delle autorità superiori” con un articolo critico nei confronti di Abbas. E’ stato trattenuto per 15 giorni durante i quali è stato sottoposto a un trattamento umiliante. E’ in attesa del processo.

Lo studente di giornalismo Nasser Jaradat è stato arrestato per aver postato l’articolo di al-Shamali, ed è accusato degli stessi reati.

L’Autorità Palestinese riceve annualmente centinaia di milioni di dollari dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti, oltre che da altri donatori internazionali che sostengono di promuovere i diritti umani e la libertà di espressione.

“Reati informatici”

Amnesty sta criticando  duramente  un decreto di Abbas attuato in luglio che impone restrizioni  indiscriminate circa  l’uso di internet fatto dai palestinesi.

La cosiddetta Legge per i Reati Informatici prescrive lunghe pene detentive, lavori forzati e multe per vaghe infrazioni, come azioni on line che danneggiano la “unità nazionale” o la “armonia sociale.” Inoltre garantisce  alle  organizzazioni dell’AP ampi poteri per impegnarsi nella sorveglianza e per bloccare i siti web.

Amnesty ha detto di essere preoccupata che la nuova legge  si stia usando come strumento per far tacere le voci dissenzienti e di opposizione nel conflitto politico in corso tra le amministrazioni della Cisgiordania e di Gaza.”

“Questa viola la legge internazionale e gli obblighi dello Stato della Palestina di proteggere il diritto alla libertà di espressione e il diritto alla privacy,” ha aggiunto Amnesty.

Malgrado le assicurazioni che le legge non sarebbe stata usata contro i dissidenti, Amnesty ha detto che i funzionari dell’intelligence dell’AP hanno arrestato almeno sei individui e li hanno accusati, in base al nuovo decreto, di “avere pubblicato notizie che potrebbero danneggiare l’integrità dello stato palestinese e dello “ordine pubblico.”

Tutte le persone detenute erano giornalisti arrestati nelle loro case con un’irruzione.

Blocco dei siti web

L’AP ha anche ordinato ai provider del servizio internet di bloccare molti siti web da giugno, compreso il sito di notizie,  Quds, largamente letto, indipendente e gestito su base  volontaria.

Un importante redattore del sito, la cui identità Amnesty ha protetto, ha detto all’organizzazione per i diritti umani che a lui non è stato consegnato nessun ordine scritto o avviso da parte dell’AP che spiegasse il motivo per cui il sito era stato bloccato, e che quella mossa era motivata politicamente.

“L’Autorità Palestinese è sempre più autoritaria,” ha detto il redattore. “Vuole controllare tutti gli organi di stampa per bloccare qualsiasi voce che riveli i suoi crimini e le sue violazioni.”

Il Quds ha continuato a essere esplicito nella sfida alla censura dell’AP.

Addameer fa parte dei molti gruppi della società civile palestinese che criticano fortemente il decreto di Abbas come violazione della legge palestinese e di quella internazionale.

L’Autorità Palestinese opera a stretto contatto con le autorità israeliane dell’occupazione, controllando i palestinesi a nome di Israele in base al cosiddetto “coordinamento per la sicurezza.”

Presumibilmente Abbas ha sospeso questa collaborazione il mese scorso per le proteste palestinesi conto le nuove restrizioni israeliane all’entrata nell’area della Moschea al-Aqsa a Gerusalemme.

Però di recente ha detto ai legislatori israeliani ospiti, che voleva riprenderla del tutto e  si è vantato che “l’establishment della sicurezza israeliana mi dice sempre che sono un partner.”

Violazioni da parte di Hamas

Secondo Amnesty International, le autorità di Hamas nella Striscia di Gaza “in giugno hanno arrestato almeno due giornalisti, hanno impedito loro di fare dei servizi in alcune zone e hanno limitato l’opera di un giornalista straniero.”

Il gruppo dice che in luglio 12 palestinesi sono stati interrogati e detenuti dalle autorità di Hamas per i commenti pubblicati su Facebook.

La sua più grave affermazione è che “almeno tre individui hanno riferito di essere stati sottoposti a maltrattamenti, mentre uno di loro ha parlato di tortura durante la sua detenzione.”

Cita il caso di Mohammad Nafez al-Talowli, un residente del campo di rifugiati di Jabaliya, il quale ha organizzato proteste contro Hamas e la sua gestione dell’attuale crisi dell’elettricità.

Gaza subisce ora una grave mancanza di energia elettrica dovuta ai tagli imposti da Israele su richiesta di Mahmoud Abbas, che cerca di rovesciare l’amministrazione di Hamas nel territorio.

Al-Talowli è stato arrestato tre volte, l’ultima volta in giugno, quando, secondo Amnesty, era stato accusato di “uso improprio di tecnologia e di diffusione di informazioni fuorvianti al pubblico, a causa dei commenti fatti su Facebook che criticavano un preminente leader di Hamas.”

Ha trascorso 5 giorni di detenzione ed è stato rilasciato su cauzione, a patto che smetta il suo attivismo.

Arrestato un attivista franco-palestinese

I palestinesi affrontano il giro dell’AP che si è intensificato e le violazioni da parte delle autorità di Hamas già riferite, insieme a un aumento delle violazioni nella routine di Israele, contro i giornalisti e i difensori dei diritti umani.

Mercoledì, le forze di occupazione israeliane hanno arrestato Salah Amouri durante un raid compiuto prima dell’alba nella sua casa a Gerusalemme Est occupata.

Hamouri di 32 anni, studente di legge ed ex prigioniero rilasciato da Israele in uno scambio fatto nel 2011, è ricercatore sul campo e difensore nel gruppo Addameer.

E’ un cittadino franco-palestinese. Addameer sta esortando le persone a contattare le autorità francesi e quelle dell’Unione Europea per chiedere che facciano pressione su Israele perché lo rilasci.

Addameer ha definito l’arresto di Hamouri “parte del “continuo attacco contro i difensori dei diritti umani dei palestinesi e contro le organizzazioni della società civile.”

In Francia, i funzionari eletti e gli attivisti stanno facendo un appello al Presidente Emmanuel Macron perché agisca a favore di Hamouri.

Nella foto: Salah Hamouri

Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte:  Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte:  https://zcomm.org/znetarticle/pa-imposing-police-state-in-west-bank

Originale: Electronic Intifada

Traduzione di Maria Chiara Starace

Traduzione © 2017 ZNET Italy – Licenza Creative Commons  CC BY NC-SA 3.0


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