L’alleanza tra i sionisti ed i suprematisti bianchi nella Casa Bianca di Trump
15 agosto 2017, Electronic Intifada
Un
articolo molto discusso del New York Times sulle pressioni sul
presidente Donald Trump perché licenzi il suo consigliere Steve Bannon
contiene questa affermazione intrigante:
La
capacità del signor Bannon di inserirsi come populista all’interno
dell’amministrazione Trump è in parte dovuta ai suoi collegamenti con un
pugno di ricchissimi padrini politici, compreso Sheldon G. Adelson, il
magnate filo-israeliano dei casinò di Las Vegas.
Come presidente esecutivo di Breitbart News prima
di unirsi alla campagna elettorale di Trump, Bannon ha trasformato il
sito informativo di estrema destra in quello che ha definito come la
“piattaforma per l’alt-right” – l’insieme di neonazisti, suprematisti
bianchi e razzisti che sabato sono stati la nuova causa di indignazione
dopo la loro violenta aggressione a Charlottesville, in Virginia.
Il silenzio di Israele
Bannon
è universalmente visto come il campione dei suprematisti bianchi –
alcuni dei quali hanno sfilato apertamente con bandiere naziste – e la
ragione per cui Trump non li ha esplicitamente condannati immediatamente
dopo che uno di loro, a quanto pare James Alex Field, di 20 anni, ha
lanciato la sua macchina contro i manifestanti contrari, uccidendo la
32enne Heather Hever e ne ha ferito più di una dozzina di altri.
Da
qui le rinnovate pressioni su Trump perché licenzi Bannon. Ma se Bannon
appoggia i suprematisti bianchi e la far-right chiaramente antisemita,
perché gode del sostegno di Adelson? Il miliardario di Las Vegas, com’è
ben noto, è un importante finanziatore del partito Repubblicano USA e
uno dei maggior donatori delle organizzazioni filo-israeliane negli
Stati Uniti. Adelson ha affermato di essere dispiaciuto per aver fatto
il servizio militare nell’esercito USA invece che in quello israeliano.
E’ anche uno stretto alleato del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu – ed è qui che si può trovare la risposta.
I
leader israeliani, compreso Netanyahu, sono rimasti in silenzio in
maniera molto evidente riguardo ai nazisti che si sono scatenati a
Charlottesville – cosa particolarmente strana dato che Israele è in
genere molto lesto nello sfruttare avvenimenti internazionali a proprio
vantaggio. (Dopo tre giorni di silenzio alla fine Netanyahu, martedì, ha
twittato una condanna generica dell’ “antisemitismo, neonazismo e
razzismo” senza citare specificamente Charlottesville).
Perché lo “Stato ebraico” è apparentemente così riluttante ad esprimersi contro i nazisti?
Le alleanze antisemite di Israele
Mentre
Israele pretende di essere il protettore degli ebrei di tutto il mondo,
storicamente i sionisti hanno stretto alleanza con i più letali
antisemiti del mondo. Sionisti e antisemiti, dopo tutto, condividono
l’analisi che gli ebrei non appartengono all’Europa, quindi perché non
collaborare per trasportarli da qualche altra parte – in Palestina?
Questa
odiosa alleanza continua in forme attuali, come ha osservato [in alcuni
tweet] il giornalista Max Blumenthal il 14 agosto:
“Un
‘liberal’ israeliano incita gli ebrei a lasciare l’America. E’ quello
che vogliono che facciamo anche i nazisti che hanno marciato a
Charlottesville. Che vadano entrambi al diavolo.”
“Ma
questa è l’essenza del Sionismo ed è la ragione per cui è stato accolto
in modo così accondiscendente dai fascisti gentili [cioè non ebrei,
ndt.] che vogliono anche loro che gli ebrei se ne vadano.”
Una
pietra miliare della politica israeliana di oggi è rafforzare i legami
con altre forze ultranazionaliste, razziste ed islamofobe in tutto il
mondo – persino se sono anche anti-semite.
Un
esempio lampante è l’abbraccio dello stesso di Netanyahu con il primo
ministro ungherese Viktor Orban, nonostante il recente elogio di
quest’ultimo a Viktor Horthy, l’alleato di Hitler durante la guerra che
diresse l’uccisione di 500.000 vittime dell’Olocausto.
Gli
interessi di Israele hanno assunto priorità rispetto alla
preoccupazione per la sicurezza degli ebrei ungheresi, dato che
Netanyahu ha ordinato al suo ministro degli Esteri di soffocare le
critiche contro i richiami antisemiti di Orban.
In
modo significativo Richard Spencer, l’ideologo neonazista che vuole
creare una patria ariana in Nord America, ha definito la sua missione
“una specie di sionismo bianco”. Spencer ha rapporti con un altro
consulente importante della Casa Bianca, Stephen Miller.
Una
simile alleanza ideologica prevale all’interno della Casa Bianca. E
Israele l’ha protetta: Ron Dermer, l’ambasciatore israeliano a
Washington, ha difeso pubblicamente Bannon nei giorni che hanno seguito
le elezioni di novembre, dopo che gruppi di ebrei americani hanno
duramente criticato la nomina di Bannon a posizioni di vertice.
Ideologia e convenienza
Ma
l’alleanza Adelson-Bannon è anche di convenienza. L’ “Organizzazione
Sionista d’America”, sostenuta da Adelson, sta conducendo una campagna
contro il consigliere per la Sicurezza Nazionale di Trump H. R.
McMaster, che intende presentare il generale dell’esercito come “ostile
ad Israele”.
McMaster
sembra anche essere uno dei principali oppositori di Bannon all’interno
della Casa Bianca. Figure dell’establishment della lobby israeliana,
come l’ambasciatore dell’amministrazione Obama in Israele Daniel
Shapiro, sono insorte a difesa di Mc Master:
“Due
figure importanti della sicurezza israeliana smentiscono la frottola
assurda ed offensiva che McMaster sia ostile ad Israele.”
Scegli la tua guerra
Ci
sono diverse questioni in gioco. Parte dell’agenda
dell’ultranazionalista “Prima l’America” di Bannon è l’opposizione ad
alcuni interventi militari USA, in particolare a un rinnovato “slancio”
in Afghanistan ,che è appoggiato da McMaster e dal ministro della Difesa
USA James Mattis.
Tuttavia
ciò non è interesse né di Adelson né di Netanyahu. Bannon ed altre
figure dell’estrema destra, compreso il consigliere della Casa Bianca
Sebastian Gorka, sono stati gli oppositori principali dell’accordo
internazionale con l’Iran sul suo programma per l’energia nucleare. Per
anni bloccare o indebolire l’accordo con l’Iran è stata una delle
preoccupazioni di Netanyahu.
Bannon
e Gorka si sono opposti furiosamente alla recente certificazione da
parte del dipartimento di Stato che l’Iran sta rispettando i termini
dell’accordo.
L’accusa fondamentale dell’ “Organizzazione Sionista d’America” contro McMaster è che è troppo comprensivo con l’Iran.
Informazioni
riportate da “The Forward” [storica rivista ebreo-statunitense, ndt.]
hanno rivelato che Gorka è membro del gruppo ungherese di estrema destra
che era controllato dai nazisti durante la guerra ed ha fornito
appoggio ad una milizia antisemita.
Per
chi sostiene la giustizia e si oppone alla guerra e al razzismo non c’è
una “parte” da scegliere in questa battaglia. Da una parte c’è la
fazione di Bannon-Adelson che sostiene il sionismo estremista,
l’antisemitismo, la supremazia bianca e la possibile guerra contro
l’Iran. Dall’altra, c’è quella di McMaster, appoggiata dall’apparato di
Washington, che vuole perpetuare le attuali guerre imperialiste
dell’America, a cominciare da un’escalation in Afghanistan.
(traduzione di Amedeo Rossi)
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