Ius soli, nemici e mistificazioni ecco l'antidoto alla paura

 
 
repubblica.it
 
 
Sulla cittadinanza il dibattito è stato portato fuori strada. Poi si è creato il cortocircuito della paura cavalcando le conseguenze emotive degli attentati
Non sappiamo se la legge che riconosce la cittadinanza ai bambini nati e cresciuti in Italia da genitori stranieri vedrà mai la luce, ce lo diranno gli iter parlamentari e ce lo dirà soprattutto il coraggio della politica.

Sappiamo invece che in questa estate di propaganda e di scontro continuo sui temi dell’immigrazione il dibattito è stato avvelenato e portato fuori strada.
I nemici della legge sono tanti, uno schieramento che comprende tutte le opposizioni, da Salvini a Grillo passando per Berlusconi, e una fetta importante di giornali e di società. Essere contro una legge è lecito e fa parte delle dinamiche democratiche, attribuirle conseguenze false e inesistenti invece non è accettabile.

La campagna di mistificazione in corso ha prima cominciato a intorbidire le acque sostenendo che questa legge serve a trasformare in italiani tutti coloro che sbarcano sulle nostre coste, nascondendo che può accedere alla cittadinanza chi è nato in Italia da genitori con regolare residenza da almeno 5 anni, o chi è arrivato entro il dodicesimo anno di età ma ha completato un intero ciclo di studi. Non ci sarà quindi nessuna corsa a partorire in Italia.

Poi si è creato il cortocircuito della paura cavalcando le conseguenze emotive degli attentati, infine si sventola il vessillo della cristianità — anche contro il Papa — sostenendo che lo ius soli finirebbe per islamizzare l’Italia. Niente di più falso.

Per cercare di dare un po’ di razionalità al dibattito siamo andati a vedere quanti sono gli studenti stranieri nella scuola italiana e i numeri parlano chiaro: i musulmani sono un terzo dei bambini e dei ragazzi, la maggioranza invece appartiene a famiglie cattoliche e cristiane, protestanti o ortodosse. Si parla solo di chi arriva dall’Africa, dalla Siria e dall’Afghanistan e abbiamo completamente dimenticato che la legge si applicherà ai figli dei rumeni, moldavi e ucraini che lavorano nell’edilizia, delle loro madri che tengono pulite le case degli italiani o badano ai nostri anziani, ai figli dei filippini, dei peruviani, degli indiani o degli ecuadoregni.

Nessuno di questi è di religione islamica e insieme ai cinesi compongono i due terzi degli studenti italiani. E se chiedi a loro l’appartenenza ti risponderanno che sono juventini, romanisti, interisti, o, più semplicemente, italiani.

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