Gideon Levy :Israele vuole costruire un nuovo e folle muro
Ma anche questo non risolverà nulla. Per affrontare la minaccia proveniente da Gaza bisogna dare a Gaza la sua libertà. Leggi
La prossima volta che dalla Striscia di Gaza sarà sparato un colpo
di pistola giocattolo o sarà lanciato un palloncino verso Israele,
l’esercito israeliano comincerà a costruirci sopra una cupola d’acciaio
per evitare che la cosa si ripeta. Il soffitto permetterà anche di
separare questo spazio dal cielo. Quando si formerà la prima crepa, e
sarà sparato un altro colpo di pistola giocattolo e sarà lanciato un
altro palloncino, gli ufficiali procederanno alla fase successiva:
inondare la Striscia di Gaza finché non sarà completamente sommersa.
Dopo tutto, è della sicurezza d’Israele che stiamo parlando.
Prima che questo avvenga, anche se i piani sono già pronti, il
modesto e povero esercito israeliano deve arrangiarsi con strumenti più
semplici: sta infatti costruendo una nuova “barriera” intorno alla Striscia,
la madre di tutte le recinzioni e di tutti i muri dei quali Israele si
sta circondando, alta sei metri e profonda decine. Israele sta
diventando uno stato con un muro nel cuore: non c’è niente che gli
piaccia di più che circondarsene.
La storia è piena di sovrani megalomani che hanno costruito palazzi.
Per adesso, la megalomania israeliana si limita ai muri. Barriere di
separazione, recinzioni di filo spinato, recinzioni buone (quella al
confine con il Libano) e cattive: il paese è tutto una recinzione. Basta
dare ai responsabili della difesa una scusa e ci circonderanno di
recinzioni costate miliardi. Per una cosa del genere i soldi si trovano
sempre.
Esiste la recinzione degli orrori al confine con l’Egitto, per
tenere lontani i profughi africani, e la recinzione di separazione di
fronte agli scalzi abitanti del campo profughi di Dheisheh in Cisgiordania.
Ora tocca alla recinzione in filo spinato di Gaza per sostituire quella
sotto la quale sono stati scavati i tunnel e impedire che ne vengano
scavati altri. La prossima sarà una recinzione elettronica intorno alla
città arabo-israeliana di Umm al Fahm, in risposta al terrorismo che
prolifera da quelle parti.
Il capo del commando sud ha fatto l’annuncio, i corrispondenti militari lo hanno servilmente citato e Israele ha risposto con uno sbadiglio o con un sì d’indifferenza. Si tratta di un metodo collaudato: prima si demonizza un obiettivo (i tunnel), poi si trova una soluzione megalomane. Ecco così materializzarsi un altro progetto sionista da 800 milioni di dollari che sarà costruito da lavoratori moldavi e da richiedenti asilo africani. Eccolo qui: un altro muro.
Il capo del commando sud ha fatto l’annuncio, i corrispondenti militari lo hanno servilmente citato e Israele ha risposto con uno sbadiglio o con un sì d’indifferenza. Si tratta di un metodo collaudato: prima si demonizza un obiettivo (i tunnel), poi si trova una soluzione megalomane. Ecco così materializzarsi un altro progetto sionista da 800 milioni di dollari che sarà costruito da lavoratori moldavi e da richiedenti asilo africani. Eccolo qui: un altro muro.
Al sistema manca solo un tipo di avvertimento: quello che segnala che tutto il sistema sta impazzendo
I dettagli vanno dal fantastico al grottesco, come l’uso di
bentonite, un’argilla che diventa viscosa a contatto con l’acqua. Oppure
una rete di sicurezza “vedi e spara” che può uccidere con un semplice
joystick, manovrato da coraggiose soldate che saranno elogiate dai mezzi
d’informazione per ogni uccisione. O ancora enormi gabbie di ferro
dotate di tubature impermeabili e sensori di segnalazione.
Al sistema manca solo un tipo di avvertimento: quello che segnala che tutto il sistema sta impazzendo. Donald Trump al confine con il Messico, Israele a quello con Gaza: due follie decisamente simili.
In Israele avvengono incidenti automobilistici. Provocano più morti di tutte le azioni terroristiche provenienti dalla Striscia di Gaza, ma nessuno ha pensato di spendere per le strade la stessa quantità di denaro spesa per il nuovo giocattolo dell’apparato militare.
Ci sono pazienti che muoiono in ospedale, parcheggiati nei corridoi perché non ci sono abbastanza letti. Il denaro usato per la barriera di Gaza potrebbe aiutare. Anche questo salverebbe delle vite, ma gli ospedali non rientrano nel culto della sicurezza, e quindi nessuno penserebbe mai di spendere i soldi usati per il confine con Gaza nel centro medico Hadassah di Gerusalemme.
Al sistema manca solo un tipo di avvertimento: quello che segnala che tutto il sistema sta impazzendo. Donald Trump al confine con il Messico, Israele a quello con Gaza: due follie decisamente simili.
In Israele avvengono incidenti automobilistici. Provocano più morti di tutte le azioni terroristiche provenienti dalla Striscia di Gaza, ma nessuno ha pensato di spendere per le strade la stessa quantità di denaro spesa per il nuovo giocattolo dell’apparato militare.
Ci sono pazienti che muoiono in ospedale, parcheggiati nei corridoi perché non ci sono abbastanza letti. Il denaro usato per la barriera di Gaza potrebbe aiutare. Anche questo salverebbe delle vite, ma gli ospedali non rientrano nel culto della sicurezza, e quindi nessuno penserebbe mai di spendere i soldi usati per il confine con Gaza nel centro medico Hadassah di Gerusalemme.
Gaza è una gabbia, le cui porte vengono chiuse oggi in maniera
ancora più severa, con una decisione autoritaria, arrogante e
unilaterale, come sono tutte le misure d’Israele nei confronti dei
palestinesi: dalla costruzione di una barriera di separazione sul loro
territorio agli insediamenti. Non è difficile immaginare i sentimenti
degli abitanti nei confronti di questa nuova chiusura. Non è difficile
neppure immaginare quale tipo di stato sia oggi Israele, uno stato che
si circonda di muri fino alla follia.
Come per le misure adottate in passato, anche questa non risolverà
nulla. L’unico modo di affrontare la minaccia proveniente da Gaza è dare
a Gaza la sua libertà. Non c’è mai stata e mai ci sarà un’altra
soluzione. E quando questo muro sarà costruito, gli appaltatori
s’arricchiranno e gli israeliani che vivono vicino al confine potranno
festeggiare. Ma presto nel muro spunteranno alcune crepe e la gioia
degli abitanti svanirà di nuovo.
Israele si merita quello che succederà: se una spesa così folle fosse
autorizzata senza un dibattito pubblico, sarà privata della possibilità
di migliorare le sue cure mediche e le sue strade. Israele ha deciso di
costruire un altro muro e ne pagherà il prezzo.
(Traduzione di Federico Ferrone)
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