Giornalisti del NYT, della Reuter e dell’Economist autocensurano i propri articoli da Israele in modo da non essere “brutalmente presi di mira”- John Lyons
Philip Weiss – 26 luglio 2017,Mondoweiss
Negli
USA la lobby israeliana viene citata di rado in modo critico sui media
più importanti. Ma controllate questo brano del programma politico ”
Drum ” [“Tamburo” in inglese] della ABC australiana di due giorni fa: i
corrispondenti, veterani del Medio Oriente, Antony Loewenstein e John
Lyons descrivono le incessanti pressioni da parte di Israele e della sua
lobby su giornalisti che sono critici nei confronti di Israele.
La
conduttrice del programma Ellen Fanning ha notato che nel nuovo libro
di Lyons (“Balcony Over Jerusalem: A Middle East Memoir” [ “Balcone su
Gerusalemme: ricordi del Medio Oriente”]) egli ricorda di essersi
incontrato con un importante corrispondente dell’agenzia di stampa
France-Presse e di avergli chiesto: “Quanti corrispondenti dall’estero
si autocensurano? “
Lyons:
“Ha
risposto: ‘Tutti’, e lui è uno dei più duri capi redazione in
circolazione. Come parte del libro ho intervistato The New York Times,
the Economist, Reuters, AFP, ed ho scoperto una caratteristica comune.
La Reuters [agenzia di stampa inglese, ndt.] ha persino proprie parole
specifiche che si possono utilizzare per non far arrabbiare gli
israeliani. Sono andato là con l’idea che se fossi stato a Washington e a
New York avrei raccontato quello che vedevo. Ma ogni volta che avessi
voluto parlare di colonie, qualcosa di reale, sarei stato preso di mira,
in quanto giornalista.”
“Se racconti la verità su quello che vedi davanti a te in Israele e in Cisgiordania, sarai brutalmente preso di mira.”
Lyons
è un giornalista di grande esperienza. E’ stato corrispondente per sei
anni da Gerusalemme per “The Australian” [principale quotidiano
australiano, ndt.] ed ora è co- direttore editoriale del giornale.
Gli attacchi non vengono solo da Israele, ma dalla lobby filo-israeliana globale. Lyons:
“Beh,
nel libro ho scritto un capitolo intitolato ‘La lobby”, che riguarda
essenzialmente la lobby australiana, prende in considerazione i numerosi
viaggi che ogni sorta di politici e giornalisti e tutti quanti fanno.
Incessanti carovane che attraversano Gerusalemme, che è una parte
ridotta di ciò…Ma posso dire…in base alla mia esperienza personale nell’
“Autralian”, che è un giornale molto filo-israeliano, eppure i miei
direttori, la pressione su di loro, di cui hanno parlato per il libro –
la pressione c’è, è chiaro che non sono contenti di quello che hai
fatto, e delle infinite lamentele –
Due
o tre anni fa ho fatto un reportage per “Four Corners” [“Quattro
angoli”, importante programma televisivo australiano di attualità
politica, ndt.]. E allora ho dovuto difenderlo per mesi e mesi. Alla
fine ci siamo difesi da ogni obiezione…Ancor prima che “Four Corners”
andasse in onda, uno dei gruppi di Melbourne ha fatto circolare: ‘Questo
è il link per le proteste, clicca qui, e invia una protesta automatica
alla ABC’.”
Per cui i viaggi sono solo la parte “delicata” di ciò!”
Ecco
il reportage di “Four Corners” del 2014: documenta il fatto che
l’esercito israeliano stava prendendo di mira ragazzini palestinesi per
arrestarli e incarcerarli e “minacciando i bambini di violentarli”, nel
tentativo di rendere insopportabile la vita ai palestinesi in
Cisgiordania. Queste pratiche ovviamente non sono terminate ( e
ricordate che su “60 minuti” [programma televisivo statunitense di
notizie della CBS, ndt.] cinque anni fa il defunto Bob Simon
[giornalista americano della rete televisiva CBS, ndt.] ha protestato
contro Michael Oren [politico, diplomatico, scrittore e storico
israeliano nato negli USA, dirigente del partito centrista “Kulanu”,
ndt.] perché si era rivolto ai suoi superiori nel tentativo di
interferire sul suo reportage a proposito dei cristiani che lasciano la
Palestina).
Anche
Antony Loewenstein è un giornalista con molta esperienza. Ha pubblicato
vari libri sulla Palestina e su altre questioni internazionali, e
recentemente ha concluso una missione di un anno e mezzo a Gerusalemme.
Egli afferma:
“Quello
che dice John è vero. Ho scritto di questo per 15 anni. Il modo in cui
spesso funziona è che un giornalista che è critico – ebreo, non-ebreo,
musulmano, palestinese, cristiano, qualunque cosa sia – se è critico
contro le colonie, contro l’occupazione, contro il governo israeliano,
contro il modo in cui la lobby israeliana in Australia, secondo me in
modo dannoso e disonesto, fa pressione sul sistema dei media, ABC ed
altri, e sui governi, sarà preso di mira in privato e in pubblico.”
Cosa dire della lobby palestinese? Chiede Fanning. Loewenstein:
“Esiste
una lobby, è ridotta ma in crescita. Ha influenza ma è relativamente
insignificante. E’ più che altro il modo in cui penso funzioni il potere
politico in questo Paese.
Chiunque
passi del tempo in Israele o in Cisgiordania o a Gaza, che, come dice
John, sono state occupate per 50 anni…Secondo me ora è permanente. Ci
dobbiamo chiedere perché così tanta gente nei media e nelle elite
politiche rifiuta di parlare della realtà. Un’occupazione permanente è un orrore…
Occorre
essere molto più sinceri con i nostri politici ed essere giornalisti
che non cedono alle intimidazioni della lobby israeliana, cosa che
succede continuamente.”
Però
Loewenstein in seguito osserva che l’opinione pubblica si è spostata in
modo evidente, nonostante i media siano decisamente a favore di
Israele.
E conclude:
“La
lobby ha il diritto di esistere. La questione è che gruppi come AIJAC
(Australia/Israel & Jewish Affairs Council [Consiglio
Australia/Israele e delle questioni ebraiche]) sono così bellicosi e di
estrema destra, stanno appoggiando le politiche del governo israeliano
che sono a favore delle colonie, dell’occupazione, anti-arabe e
profondamente razziste.”
La lobby israeliana in Australia ha già attaccato Loewenstein per i suoi commenti durante il programma.
Non
c’è neanche bisogno di dire che la lobby israeliana continuerà ad
esercitare un potere spropositato finché giornalisti e politici si
rifiuteranno di parlarne apertamente. Cosa che non sta succedendo negli
USA.
Grazie ad Ofer Neiman [probabilmente
si tratta di uno dei leader del movimento BDS israeliano “Boycott from
Within”, “Boicottaggio dall’interno”, ndt.]
(traduzione di Amedeo Rossi)
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John
Lyons says he was put under constant pressure when covering the Middle
East for the Australian, and so were ABC reporters Sophie McNeill and
Peter Cave
theguardian.com
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